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Vergogna bike sharing. 13 immagini di prima-e-dopo dall'unica città occidentale che torna indietro invece di avanzare

Creato il 27 gennaio 2016 da Romafaschifo
Vergogna bike sharing. 13 immagini di prima-e-dopo dall'unica città occidentale che torna indietro invece di avanzare
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Vergogna bike sharing. 13 immagini di prima-e-dopo dall'unica città occidentale che torna indietro invece di avanzare
L'intuizione di andare a riprendere le immagini immortalate a ritroso da Google Street View (sempre santo Google!) è sufficiente da sola. Serve qualche commento? Serve ancora confermare che siamo l'unica città occidentale che torna indietro invece di andare avanti sui temi della ciclabilità? Serve ricordare il successo che ebbe il seppur piccolo e sperimentale bike sharing romano nei mesi in cui era attivo? Serve sottolineare che questo servizio a Roma non si può erogare e non si potrà erogare fintanto che la città non deciderà di affrancarsi dalla mafia che sovraintende al suo settore dei cartelloni? 
E' con il ricavato dei cartelloni pubblicitari infatti che città come Parigi o come Milano (e molte altre) sostengono gli alti costi di un serio schema di bike sharing. Schema che però cambia la vita a molte persone, cambia la mentalità a molte persone, cambia una bella percentuale (addirittura il 10% a Parigi) della mobilità urbana convincendo a muoversi in bici, per tratti piccoli, anche chi la bici non ce l'ha. 
Il successo dei sistemi di car sharing a flusso libero dovrebbe far capire quanto la nostra città sia pronta più di quanto non si possa immaginare a sistemi di condivisione. Ma sul bike sharing si resta fermi, immobili, anzi no: si va indietro. Perché lo sviluppo di questo sistema significherebbe la messa in discussione di una delle più feroci e fameliche camorre romane: quella dei cartellonari. Una camorra, tra l'altro, necessaria ai politici che la coprono in cambio di visibilità, di affissioni, di sconti, di regali, di attenzioni. 
Un cane che si morde la coda e sul quale, purtroppo, la Magistratura sta tardando a mettere attenzione. 
Restano queste immagini, lancinanti, di una città che indietreggia, che torna al Medioevo, che toglie spazio alle bici e lo riconsegna alle auto perennemente posteggiate in divieto di sosta, per fino di fronte alla Camera dei Deputati. Una pena e una tristezza inimmaginabile. Che toglie le forze.

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