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Veri amici: Francesca & Bruno / Bastien Vivès; colori di Romain Trystram; trad. di Raffaella Garruccio. Bologna: The Box Edizioni, 2013.
Quando ho visto il nuovo graphic novel di Bastien Vivès (in realtà ad essere nuova è solo la versione italiana, visto che quella originale risale al 2009) sulla bancarella di Coconino Press all'edizione 2013 di "Più libri più liberi" avrei voluto comprarlo immediatamente. Peccato che avessi già finito i 100 euro in contanti che mi ero portata dietro e praticamente nessuno alla fiera accettasse bancomat o carte di credito! Ha rimediato però, il giorno dopo, il mio amico M. che non solo l'ha comprato ma me l'ha anche regalato (grazie, M.).
Ovviamente non ho resistito nemmeno 24 ore alla lettura.
Qui il giovane fumettista francese offre qualche elemento di novità rispetto ai suoi lavori precedenti: innanzitutto l'ambientazione italiana (il graphic novel è stato scritto durante un suo soggiorno di studio a Urbino), in secondo luogo la collaborazione di un altro artista ((Romain Trystram) per i colori, che infatti in questo albo hanno una loro precisa identità, ma al contempo ben si sposano con il segno grafico di Vivès.
Come è tipico dei lavori di Vivès, anche qui il segno grafico è denso di espressività e di significati (una delle qualità migliori dell'autore) e le scelte sono sempre congruenti con i significati e mai fini a se stesse (si veda l'uso delle immagini sfocate nei ricordi un po' sognanti dei due protagonisti).
Per quanto riguarda i contenuti, questo lavoro si inserisce perfettamente nella poetica dell'autore. A Vivès piace scandagliare la complessità dei sentimenti, che rende appassionante anche la più minimale delle storie. Questo è il caso di Veri amici, la storia dell'amicizia tra Francesca e Bruno, due giovani che non potrebbero essere più diversi. Francesca bella, socievole, solare, molto apprezzata dagli uomini, Bruno introverso, solitario, appassionato di film, insicuro rispetto al proprio aspetto fisico e dunque in difficoltà con le donne.
Francesca e Bruno ci sono sempre l'uno per l'altra, provano reciprocamente sentimenti molto forti e sono legati in un modo a tratti inconciliabile con le loro storie d'amore. Come in tutti i rapporti "di coppia" anche in questo il legame non è del tutto equilibrato, in quanto Francesca appare la persona più forte, tiene in qualche modo Bruno legato a sé e in fondo non può accettare di perdere la sua presenza preziosa, mentre quest'ultimo accetta - quasi suo malgrado - il ruolo di confidente che colma solo in parte il suo profondo bisogno di essere amato.
L'esito è per certi versi scontato, ma anche in qualche modo violento sul piano dei sentimenti. E lascia un senso di tristezza, di ineluttabilità e al contempo di impossibilità che certo non rincuora, ma risulta straordinariamente vero e vicino all'esperienza di ognuno.
Vivès dimostra una volta ancora di possedere grandi doti di sensibilità e di saper raccontare attraverso piccole storie sentimenti universali.
Voto: 3,5/5