Indecenti e irricevibili le parole del Sindaco della città di Verona, capitale della Lirica, concentrato di storia e di bellezza, Patrimonio dell’Unesco.
Indecenti e irricevibili non solo per i lavoratori della Fondazione Arena.
Reazione scomposta alla giusta e precisa richiesta dei lavoratori e delle lavoratrici della Fondazione. Reazione che ha aperto la strada ad altre esternazioni altrettanto autoritarie ed ottuse da parte della signora Tartarotti, con l’ordine di sospendere il presidio.
Ma ricordiamo a tutti che i diritti non si sfrattano.
In questo momento drammatico esprimiamo con forza tutta la nostra solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici della Fondazione Arena.
Li incitiamo a tenere duro.
Purtroppo le parole e le scelte di Tosi non ci sorprendono.
Sono drammaticamente lo specchio e la triste ripetizione di ciò che avviene da quasi 9 anni a Verona per tutta l’area Cultura del Comune.
E’ in atto una vera e propria “privatizzazione” strisciante di tutto il sistema museale e culturale di Verona.
Poca o nessuna trasparenza nella gestione e continuo dilapidamento del denaro pubblico.
Le competenze interne amministrative, ma sopratutto tecniche e culturali, delle lavoratrici e dei lavoratori cinicamente liquidate e derise.
L’era Tosi si sta caratterizzando per la distruzione sistematica del patrimonio culturale della città.
L’incredibile furto di Castelvecchio ha messo in luce la debolezza del sistema museale provocando, oltre al depauperamento di un patrimonio di inestimabile valore, anche un danno gravissimo all’ immagine di affidabilità del sistema Verona.
Un assessore alla cultura che si rispetti avrebbe, per decenza, da tempo rassegnato le sue dimissioni. E invece si arrabbia pure e si permette di prendersela con i lavoratori e le lavoratrici.
Ma è solo la triste punta di una iceberg di una situazione diffusa. A questa amministrazione la cultura non interessa se non quando la può mercificare, così come sfrutta e devasta il territorio, svende i palazzi storici di Verona, distrugge siti di incomparabile bellezza. Loro che si riempiono la bocca con la “difesa della tradizione” lasceranno un deserto, una città irriconoscibile, privata di tutto ciò che generazioni di uomini e donne hanno costruito con il loro lavoro e la loro intelligenza. Ma tutto ciò è possibile anche grazie alla distrazione e all’indifferenza della città.
Dov’è il mondo culturale veronese, dov’è l’università? Non si dovrebbero barattare le elargizioni che provengono da un potere politico sempre più impresentabile con il diritto/dovere di prendere posizione a difesa di un bene comune così importante.
Come CUB preannunciamo nei prossimi giorni una forte iniziativa accompagnata dalla dettagliata denuncia della dissipazione del patrimonio culturale pubblico.
Perchè ci sono disastri che hanno nomi e cognomi…
La Fondazione Arena è patrimonio di tutti
CUB-Confederazione Unitaria di Base
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