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Veronesi e l’amore: il mondo è ancora degli ottimisti

Creato il 27 febbraio 2011 da Naimasco78

Ma siamo proprio sicuri che le cose vadano a finire così?

Veronesi e l’amore: il mondo è ancora degli ottimisti
Nell’ ultimo film di Giovanni Veronesi, Manuale d’amore 3, terzo capitolo di una ormai consolidata saga, pare proprio che sia la giustizia a trionfare, tra amori che nascono, che si consolidano e che inevitabilmente, per eccesso di sincerità, finiscono. E’ la sincerità a far finire un amore? Così è, se vi pare, d’altro canto bisogna anche sapersi accontentare, non è che si può avere sincerità e amore duraturo. Prendiamo ad esempio il primo episodio, quello dedicato al cosiddetto amore giovane: Riccardo Scamarcio è un brillante avvocato in procinto di sposarsi con Valeria Solarino; per lavoro è costretto a trascorrere qualche giorno in un piccolo paesino della Toscana e in chi si imbatte? In Laura – mi mangio tutti quelli che incontro- Chiatti che nel giro diciamo di un nanosecondo lo fa cadere nella sua trappola e lo seduce. Lui è dilaniato dai sensi di colpa ma neanche troppo, e nonstante tutto non confessa il tradimento alla sua giovane e ingenua fidanzata portando così avanti la decisione riguardo al matrimonio. Vissero felici e contenti bla bla bla ma lo spettro della bugia regnerà per sempre su di loro. Però almeno la coppia tiene duro, si suppone.

Secondo atto: l’amore maturo. Carlo Verdone è un volto noto del Tg La7 che si imbatte in una prorompente Donatella Finocchiaro, apparentemente psichiatra, ma nella realtà affetta da un disturbo bipolare. Dopo un paio di rocamboleschi incontri furtivi Verdone scopre la verità e tenta di allontanare la Finocchiaro che però inizia a perseguitarlo. Il finale è abbastanza prevedibile: non potendo bluffare ulteriormente Verdone confessa il tradimento alla moglie che lo lascia immediatamente. La giustizia trionfa, a scapito dell’amore, contrariamente a ciò che accade nel primo episodio dove è invece l’amore a trionfare  a scapito della giustizia.

Veronesi e l’amore: il mondo è ancora degli ottimisti

una scena del film

Il terzo episodio, quello dedicato all’amore nella terza età, è paradossalmente forse quello più equilibrato: Robert De Niro, professore sessantenne, s’innamora della quarantenne ma ancora splendida Monica Bellucci. L’amore trionfa sopra ogni cosa, quando ormai entrambi, vuoi per l’età di de Niro, vuoi per le delusioni della vita per la Bellucci, credevano non ci fosse più speranza. E’ l’amore puro che nasce, libero da ogni preguidizio, da ogni malizia e da ogni condizionamento. E’ questo che ci dovremmo aspettare tutti quanti? Sembra quasi che l’amore vero possa nascere solo in tarda età, dopo averle tentate tutte, dopo essere stati infedeli, meschini, calcolatori, bugiardi e cinici. Questo è ottimismo, è ottimismo allo stato puro ed è notevole pensare come Giovanni Veronesi abbia avuto la necessità di raccontarcelo, in un film leggero, forse a tratti un po’ banale, ma carico di tutte le tipologie di romanticismo esistenti sulla terra. Vale la pena andarlo a vedere anche solo per Scamarcio in questa veste un po’ comica e un po’ imbranata, e per De Niro, timido e tenerissimo, lontano anni luce da Taxi Driver e Toro Scatenato, se non per un gancio dato in faccia a Daniele Pecci. Ironia della sorte si innamorerà proprio della figlia del suo migliore amico Michele Placido e ironia della sorte, diventerà anche padre, di un bambino che forse, lo chiamerà nonno?

Ma questo non ha importanza. L’importante è sapere che per Veronesi è giusto avere una chance da giovani sopra ogni cosa, sorvolando anche su un qualche incidente di percorso. E’ giusto invece che gli incidenti di percorso vengano puniti, in età matura, dopo 25 anni di matrimonio; ed è giusto avere un’altra opportunità, perchè no? Dopo una vita già vissuta intensamente, o dopo aver commesso tanti sbagli da non sapere più come uscirne.Veronesi in questa veste di cupido vuole farci ancora sognare. E sognamo, allora.

 



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