Era il lontano ottobre 2010, Frankezze non era ancora sceso dagli alberi e già allora l’indignazione ci lasciava un po’ perplessi. E poi, al limite uno si incazza, come argomenta efficacemente questa scritta in romanesco. E infine, se uno ci tiene proprio a dirsi indignato, lo fa per le ingiustizie sociali, per la mancanza di libertà, per i massacri e i genocidi e le apologie di chi massacra e chi stermina.
Uno non si indigna perché, al ventesimo minuto del primo tempo, è stata interrotta Salernitana-Nocerina, incontro valevole per la undicesima giornata del girone B della Prima Divisione, campionato Lega Pro.
E se anche uno volesse indossare i panni dell’indignato perché hanno leso il suo inalienabile diritto al regolare svolgimento di partite di campionati minori, sancito dalla Costituzione Snai-Lottomatica, quei panni li può vestire solo il compilatore di schedine, l’appassionato di videopoker, il consumatore abituale di sambuche.
Il giornalista, per esempio, non è lì per indignarsi. Il suo compito sarebbe andare sul posto o comunque fare tutto il possibile per rispondere a delle domande, per spiegare cosa succede, quando le cose succedono. Invece, apri i giornali e leggi di apocalissi dello Stato, di apocalissi dello stadio, di apocalissi della civiltà occidentale. Tutto nei 17 km che dividono Nocera Inferiore da Salerno.
E quando leggi un’inchiesta, quell’inchiesta sono quattro telefonate ad altrettanti procuratori antimafia (certo, dio Travaglio, quando ho una storia che interseca cronaca, sport, sociologia e politica, le risposte vado a cercarmele in Procura) in cui si parte da Nocera, si passa per tutte le mafie e si finisce a Squinzano (Lecce), noto epicentro di tutti gli scandali del calcio.
Non c’è speranza di aprire un quotidiano a tiratura nazionale e avere una lontana idea di quello che è successo. Del perché, ad esempio, ai nocerini è vietata la trasferta nonostante tutti e da subito abbiano sottoscritto la tessera del tifoso. O del perché solo due settimane prima vertici del calcio e della polizia si mostravano entusiasti del protocollo “gioca il derby con i tifosi”. O ancora del perché lo stadio di Salerno possa garantire la sicurezza per un derby con il Napoli, di uno spareggio con il Verona, ma non di una gara di campionato con la Nocerina.
L’appuntamento è alla prossima ondata di Daspo nell’agro campano, al prossimo derby dell’Ofanto sospeso, alla prossima “discriminazione territoriale” ai danni della Calabria jonica. Anche allora verrà l’indignazione, e ti chiederà di nuovo dieci euri.
L'articolo Verrà l’indignazione, e ti chiederà di nuovo dieci euro è ovviamente opera di Frankezze.