L’ossessione di un sovrano che ha creato una delle meraviglie del mondo.
1661 Tutto ha inizio in una palude, su una distesa di acquitrini infestati da zanzare. Luigi decide di costruire la sua nuova reggia vicino a una piccola e anonima cittadina, Versailles, come se avesse voluto, di proposito scegliere il peggior luogo possibile per la sua dimora, per dimostrare al mondo che la sua volontà era al di sopra della natura. La sceglie per motivi sentimentali. Era il luogo della vecchia residenza di caccia di suo padre, dove giocava da bambino e dove prendeva parte alle battute di caccia. La struttura originaria si trovava in cima ad una collina e il problema nel trasformarla in una reggia enorme e grandiosa stava nel fatto che non era pianeggiante. Non adatta dunque. Ma in qualità di monarca assoluto, Luigi non è abituato a sentirsi dire cosa fare. Pensa in grande e affida la direzione all’architetto Louis le Vau. Luigi dedica tutta la sua energia al progetto ma trova sempre il tempo per l’altra sua grande passione. Benché sia sposato con la regina ha numerose relazioni, la sua attuale amante è madamigella Louise de La Valliére, sua prima amante ufficiale, adorava il re e lo amò come persona non come sovrano. Luigi ne apprezzò la compagnia, la conversazione e l’eleganza. Louise era importante, le diede due figli e le donò il titolo di duchessa, ma fu un’infatuazione piuttosto che una passione duratura e profonda.
Come tutti i sovrani del tempo, Luigi crede di essere mandato direttamente da Dio. Nessuno poteva dirgli cosa fare. Era lui l’unica autorità del regno. Era nato per essere re, abituato fin dalla primissima infanzia. Non c’era arroganza nella sua convinzione di essere un dio. Amava essere al centro dell’attenzione. Era un abile ballerino e si divertiva a partecipare alle rappresentazioni che avvenivano a corte. Attraente, con lunghi capelli dorati e un viso da cherubino. Adorava indossare abiti eleganti. Sceglie Apollo, il dio del sole, la più nobile tra tutte le stelle e vi si ispira, la più bella immagine per un monarca. Diviene un simbolo, un’immagine molto potente, un emblema di dominazione.
Luigi vuole un edificio che susciti stupore e meraviglia, un palazzo sensazionale, con Apollo, dio sole a cui viene identificato il Re, che regna ovunque, vuole anche boschetti, viali, laghi e fontane, una vera sfida paesaggistica in un luogo poco adatto. Il Re sole vuole un paradiso in terra e in fretta.
L’ambizioso progetto è finito, il sogno di Luigi, quello di creare la reggia più importante è realtà.
1672 I ministri si insediano nel nuovo palazzo e il re comincia a governare da Versailles che diviene la sua dimora permanente. È un costo enorme ma tenere la nobiltà sotto controllo è il messaggio che vuole diffondere. È chiaro, tutti devono rendergli omaggio assoggettandosi. Ora ai lavori dell’immenso cantiere c’è Jules Hardouin-Mansart che costruisce le grandi ali per gli appartamenti della corte e la galleria degli specchi. Un’attenzione spasmodica alle apparenze, il desiderio di magnificenza si estende a tutta la sua vita, dagli abiti, alle sofisticate parrucche, tutto il suo abbigliamento divine moda e le sue attività quotidiane, veri riti pubblici. Al lever du roi, i nobili gli passavano i capi di abbigliamento e di notte tutto si invertiva. Non potevano allontanarsi ne intromettersi, l’unica attività concessa era il turno per servire il re. Nobili potenti e rispettosissimi. Le continue lusinghe divennero uno stile di vita, nel luogo che oscura qualsiasi altra reggia costruita.
1701 Le potenze europee premono e prende il via la guerra più impegnativa del regno. Durò ventanni e portò la Francia sull’orlo della rovina. Anziano e fragile sfugge i divertimenti che animavano la sua reggia che diventò fredda e noiosa. Un luogo malinconico. Luigi diventa una figura tragica nei suoi ultimi giorni.