Alessandro Grandesso, per la Gazzetta dello Sport
C’era una volta Sebastien Chabal, l’orco del rugby francese, tutto forza bruta, capelli lunghi, barba da cavernicolo. Il presente e il futuro della Francia rugbistica ha invece il volto glabro, il taglio corto e il sorriso di Morgan Parrà, 23 anni, stella del Clermont, mediano di apertura dei Bleus che sabato ritrovano l’Italia nell’esordio del Sei Nazioni. E poco importa se il neo e t. transalpino Philippe Saint-André nel ruolo, farà partire titolare Francois Trinh-Duc, nella recente Coppa del Mondo riserva designata… Per Parrà resta una partita dal sapore particolare visto che lui, nel 2010, contro gli azzurri ha stabilito il record personale di punti in campo internazionale (16) e un anno fa era nel XV di partenza in occasione dello storico k.o. al Flaminio.
(…)«Rimane la rabbia — spiega Parrà — ma ci toglieremo altre soddisfazioni». Quasi
una minaccia per un ragazzo che respira rugby dall’età di quattro anni, quando suo padre se lo portava allo stadio, trasmettendogli così il virus del pallone ovale. Un virus che gli ha fatto bruciare le tappe, in un’ascesa continua: a 15 anni nel centro di formazione di Digione, a 17 in quello di Bourgoin-Jalleu che lo fece debuttare da professionista a 18 e tre giorni, prima di laurearsi campione di Francia e miglior giocatore del Top 14, esordendo anche in Nazionale, qualche mese dopo.
Sabato allo Stade de France sarà quasi un derby per l’Italia allenata di nuovo da un francese: «Jacques Brunel contribuirà ad alzare il livello del vostro rugby, migliorando il
buon lavoro svolto da Nick Mallet. L’Italia è in crescita evidente, inevitabile. Diversi italiani giocano da noi o in Inghilterra, accumulando esperienza europea. Non vi prendiamo più alla leggera». Anche perché un anno fa fu debacle: «E mi aspetto ancora una partita difficile, perché è la prima del torneo e perché l’Italia ci darà filo da torcere sul piano fisico». E non solo. Parrà sa che con Parisse in campo, gli azzurri non concederanno nulla sul piano mentale: «Senza di lui, è un’altra squadra. Stimo molto Sergio, come Martin Castrogiovanni, sempre prezioso e Gonzalo Canale che conosco bene. La verità è che avete qualità». E se Brunel dice che l’Italia può ambire a vincere il torneo in tre anni, Parrà asseconda: «Oggi, nello sport, tutto è possibile e avete già colmato parte del gap con le grandi nazioni». (…)