Verso il campiello 2014: roderick duddle di michele mari

Creato il 19 agosto 2014 da Fabrizio64
Il giudice Bonham non ne poteva più di quella storia, che fra adozioni, affidamenti, cavilli araldici, episodi di sangue, diffide, persone scomparse e pretese ereditarie si era avvolta su se stessa fino a formare un groviglio inestricabile. Due cose in particolare lo irritavano: uno era l’incrocio del diritto civile (cioè del suo mondo) con il diritto penale, il diritto canonico e il diritto araldico; l’altra era il sospetto  che tutti gli attori del caso, dal primo all’ultimo, lo avessero preso in giro fin dall’inizio. E non potendone più, decise di chiudere la vicenda nel modo più economico possibile.”.Questo passaggio dello splendido romanzo “Roderick Duddle” di Michele Mari (Einaudi), ottimamente fa intendere la coinvolgente, incisiva e complessa trama di una storia avvincente, composta da un reticolato di fatti, personaggi e coupe de theatre, che si intersecano geometricamente fra di loro sino a somigliare ad una fine ragnatela tessuta da un astuto e crudele ragno.Michele Mariinfonde nella storia, nella struttura del linguaggio  e nello stile linguistico il proprio amore per la narrativa ottocentesca britannica, di cui Dickens, Stevenson e  Twain sono gli impareggiabili protagonisti.Mari, studioso attento delle parole e della etimologia di vocaboli italici in disuso o, addirittura, prelevati da dizionari settecenteschi ed ottocenteschi, impreziosisce il tessuto lessicale di espressioni ricche di significato, di cultura  e di storia, unitamente ad  affascinanti francesismi.La presenza costante del “narratore” -  che similmente ai coreuti della commedia greca, interloquisce con il lettore, vezzeggiandolo, insultandolo, blandendolo, deridendolo e  disprezzandolo a secondo delle circostanze -  rappresenta una  divertente  fictio, plasmata dalle sapienti mani di Marianche per fornire al pubblico una migliore comprensione della narrazione, punteggiando a macchia di leopardo il testo con  alcune sintesi  “delle puntate precedenti”.Tutto gira intorno ad una eredità, ad un ragazzo portatore di un medaglione, ad un convento,  un postribolo e un ermafrodito, ed è bravissimo l’Autore nel toccare  temi pruriginosi senza scadere mai nell’osceno, nel volgare o, come taluni avrebbero fatto, nell’erotico e nel pornografico.“Roderick Duddle” merita senza alcuna ombra di dubbio l’assegnazione del Premio Campiello il prossimo 13 settembre a Venezia.
Fabrizio Giulimondi

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