dopo pranzo parto per l’aquila. sì, in effetti sono appena tornata, me lo ha detto perfino priska, con un occhio aperto e uno chiuso, ronronando sul piumone stamattina. “ma di nuovo vai?”
di nuovo vado, stavolta verso sud, stavolta per poco, in macchina con una collega che spero guiderà per tutto il tempo. il vantaggio dei viaggi lunghi è che un pilota guida per te, paradossalmente mi stanca molto di più un viaggio in macchina di tre ore che uno in aereo di sei.
torno presto stavolta, già mercoledì o al massimo giovedì.
il meteo mette pioggia, questo non aiuta molto il morale. ma piove da settimane ormai, pare di essere a lussemburgo.
sono tornata un pochino ai ritmi di un tempo, quando saggiamente yannick suggeriva di imparare per bene, la sera prima, la strada che va dal letto della camera d’albergo al bagno, in modo da non entrare nell’armadio la mattina dopo.
è faticoso essere sempre in giro ma anche bello, non mi dispiace fare la trottola umana, anche se a volte mi piacerebbe fermarsi un pochino.
da piccola avrei voluto fare l’insegnante, ma so ist das Leben dicono i tedeschi, così è la vita, e a volte non si sceglie cosa fare da grande.
mi è toccato di girare e di guardare e di leggere sugli autobus, sui treni, sugli aerei, di scrivere di posti lontani e vicini, di incontrare persone che non avrei mai incontrato altrimenti, di vivere cose che non sapevo che esistessero.
certo che anche fare l’insegnante di biologia non sarebbe stato affatto male…