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Verso l'Altare con Elisabetta

Creato il 05 settembre 2015 da Hito

Verso l'Altare con Elisabetta
Ciao a tutti,
 chi non mi segue su facebook – twitter o instagram, forse non sa che MI SPOSO!!!Quindi eccoci qui, tra nastrini e cartoncini colorati, ad aprire una nuova rubrica “Verso l’altare con Elisabetta”. Mentre scrivo questo articolo è il 03/09/2015, sono in viaggio verso l’ufficio, mancano esattamente 365giorni alle nozze ed il mio adorato testimone è già in iperventilazione. Ma torniamo indietro di qualche mese, esattamente al 13/06/2015 quando ho ricevuto la fatidica Proposta. Era un sabato pomeriggio ed il mio dolce fidanzato mi aveva organizzato una bellissima caccia al tesoro in tutti i luoghi simbolo della nostra storia. L’ultima busta mi invitava a preparare i bagagli per un week-end fuori porta, mi aveva fatto passare la cosa come “il mio regalo di compleanno” ed io avevo abboccato all’amo senza farmi troppe domande.  Lasciammo un’afosa Milano ed arrivammo in una freddissima e piovosa Stresa che non sembrava risentire del maltempo … come sempre era magnifica.    Verso l'Altare con ElisabettaArrivammo in uno degli hotel del lungo lago e d’istinto ricordo che pensai “Oh cavolo”. Avendo passato gran parte delle mie estati tra Stresa, Arona e nel Vergante in generale, sapevo benissimo che sul lungo lago di Stresa tutti gli alberghi sono TOP, a cominciare dal Regina Palace ed il Grand Hotel Des Iles Borromees (per darvi un’idea la zona è dove la principessa Borromeo ha festeggiato le nozze). Il nostro albergo era incantevole. Ampio giardino pieno di fiori, una piscina all’aperto e un’affascinante vista sul lago. La camera era di un’eleganza d’altri tempi, curata nei dettagli e lo staff accoglieva ogni ospite con una classe ormai caduta in disuso.
Verso l'Altare con ElisabettaSfortunatamente pioveva a dirotto ed eravamo praticamente bloccati in albergo, ma con mia grande sorpresa Alessio aveva prenotato in uno dei Ristoranti più chic del lago, uno di quei posti dove hai paura di dover mostrare il braccio alla cassa per un prelievo di sangue.  Dopo una cena deliziosa bagnata da litri di pinot bianco, fuori improvvisamente smise di piovere e il volto di Alessio si illuminò. Passeggiavamo mano nella mano tra le vie di Stresa mischiandoci ai residenti che nel frattempo erano spuntati come funghi dopo il diluvio. Arrivati al parco di fronte al Regina Palace, passammo sopra uno dei miei posti preferiti, un ponticello adiacente ad un grandissimo albero. Da piccola correvo sempre sopra quel ponte, ci saltavo sopra per far scricchiolare rumorosamente le assi di legno. Ale si fermò qualche minuto, sul momento esitò, poi continuò a camminare, per fermarsi poco dopo (a posteriori mi confessò che la proposta voleva farmela proprio su quel ponte ma era troppo affollato e voleva che fosse più intimo).
Verso l'Altare con Elisabetta
Arrivati ad una panchina, mi disse di sedermi perché, avendo i tacchi, magari ero un pochino stanca. La vista era incredibile, di fronte il lago con le luci che si rinfrangevano a pelo d’acqua, intorno il parco pieno di fiori e dietro di me una fontana che con i suoi scrosci d’acqua creava un’atmosfera davvero romantica. Chiusi gli occhi e quando li riaprii trovai Alessio, bellissimo nel suo completo scuro (giacca e cravatta da vero Gentleman), inginocchiato davanti a me, che reggeva una scatolina rossa con all’interno un bellissimo anello di diamanti.
 
“Amore, forse dopo 9 anni che stiamo insieme è arrivato il momento di chiedertelo, vuoi sposarmi?”
  Verso l'Altare con ElisabettaI ricordi da quel momento in poi si fanno molto offuscati, credo di aver bofonchiato un Siiii tra le lacrime, ma non sono certa di essere riuscita ad emettere un suono comprensibile. Ma come quando a 18anni Alessio mi chiese di “provare a stare insieme” e la mia risposta fu un “si” con la testa perché dalla gioia a mala pena riuscivo a respirare, così anche in quel momento Ale aveva ben compreso la mia risposta. Sebbene fossi seduta, mi tremavano le gambe e mi girava la testa, ero sotto shock nel senso positivo del termine. Non capivo più niente e tutt’ora faccio fatica a ricordare cosa ho detto o fatto in quei 40 minuti in cui siamo rimasti fermi sulla panchina nel vano tentativo di realizzare e soprattutto riprendermi. È Stata un’emozione pazzesca, una scarica elettrica. Alcuni, dopo aver raccontato della proposta, erano straniti dal fatto che fossi rimasta così sorpresa. “State insieme da anni ormai, dovevi aspettartelo” dicevano. Io credo che niente sia dovuto, obbligatorio né tanto meno bisogna aspettarselo perché si usa così; il matrimonio è un dono, un sogno che avevamo nel cassetto da tanto tempo e come tutte le cose che desideri da una vita, quando le hai tra le mani quasi non ci credi . . .
Verso l'Altare con Elisabetta XoXo  ElisabettaPs: Tranquilli che non tutti i post saranno mielosi come questo, nei prossimi capitoli passeremo al lato pratico e divertente dell’organizzazione del matrimonio. Stay Tuned!

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