Elite: Dangerous segna un grande ritorno colmo di promesse altisonanti
Il primo rappresentante della nuova ondata di simulatori spaziali è finalmente giunto alla fase finale del suo sviluppo, anche se non può ancora dirsi completo. Primo un tempo, all'epoca del Commodore 64, e primo di nuovo, esclusi alcuni esperimenti indie interessanti seppur limitati, ma con qualche taglio rispetto alla visione con cui Braben, pioniere dei simulatori spaziali, ha deciso di promuovere lo storico brand Elite. Stiamo parlando della mancanza dello story mode che ha fatto storcere più di un naso. Ma questo è quanto. Il titolo Frontier Developmpents non ha una classica campagna con un eroe per protagonista. I giocatori sono tutti sullo stesso piano, almeno in partenza. Esseri che vagano nell'universo per accumulare ricchezze, potenziare la propria nave, sterminare nemici e inseguire la qualifica Elite per distinguersi dalla massa. La struttura, in sostanza, è quella classica della serie, in questo capitolo potenziata da accorgimenti tecnici moderni e arricchita dalla componente online. Ma anche questa è lontana dall'essere completa. L'update dedicato al gioco cooperativo, determinante per dare un senso alle attività di gruppo, arriverà a inizio 2015 e questo significa che per ora il titolo di Braben, pur fregiandosi della fatidica denominazione 1.0, non è completo. Nonostante ciò la carne al fuoco è parecchia e il primo universo spaziale di nuova generazione è già online.
E quindi uscimmo a riveder le stelle
Nel videogioco moderno l'esplorazione ha preso una piega quasi esclusivamente quantitativa. Mappe più grandi, sempre più grandi. Tre volte più ampie di quelle del capitolo precedente. Decine di volte più estese di quella dell'originale uscito venti anni prima. Ma, paradossalmente, si è persa un po' di magia tra quest ripetute e ripetibili, texture riciclate e via dicendo. Anche Elite punta sugli spazi ampi e sulle attività ripetibili ma le dimensioni di cui stiamo parlando sono tali da mettere a tacere chiunque. In un universo a misura reale c'è il rischio di smarrirsi nel vuoto, inutile negarlo. Ma nello spazio di Braben ci sono un sacco di elementi che controbilanciano questo rischio, a patto di essere emotivamente coinvolti da quello che ci circonda.
In questo caso il fascino di uno spazio che si estende fino quasi all'infinito colma le lunghe distanze mettendoci in mano un'astronave da pilotare con precisione, con un modello permissivo ma comunque simulativo, e non un personaggio che si ferma, salta e si arrampica senza che sia quasi necessario mettere mano al controller. Le linee che uniscono i puntini, quei quattrocento miliardi di sistemi che compongono lo sterminato universo di gioco, tracciano un disegno che parla di esplorazione, di quel sogno che abbiamo avuto quasi tutti di diventare astronauti prima che pompieri, del desiderio di vedere un buco nero ai confini dell'universo per dare un senso all'esistenza. Anche da soli, con la musica a palla, in una piccola carlinga persa nel vuoto cosmico. Questo era il vecchio Elite e questo è Elite: Dangerous, anche se le novità, prima tra tutte la dimensione online, non sono certo irrilevanti. Tutti i giocatori sono connessi allo stesso universo sia che giochino in solitaria, in gruppo o nella modalità online. Un'impostazione, questa, da cui dipende anche il taglio della componente offline, adottata per far si che le azioni dei giocatori si riflettano sull'esperienza di tutti. Quando un carico viene portato in una stazione, per esempio, ecco che in quel posto diventa disponibile un bene precedentemente assente e questo può consentire a un giocatore di compiere una missione che pensava avrebbe chiesto uno sforzo maggiore. Inoltre la presenza del prodotto altera i prezzi del mercato e questo va a influenzare le attività dei commercianti al pari dell'introduzione nel mercato di nuovi quantitativi di merci rare, reperiti scoprendo e sfruttando cinture di asteroidi in sistemi prima inesplorati. E in questi nuovi sistemi vedremo sorgere, col tempo, stazioni spaziali e avamposti di fazioni decise a sfruttare i giacimenti a patto che l'universo permetta loro di farlo. In questo gioca un ruolo importante l'insieme dei giocatori le cui azioni non hanno solo peso nel plasmare l'economia. La forza delle fazioni dipende anche dalle missioni svolte dai giocatori. Non è possibile compiere missioni importanti se non si ha la fiducia di una fazione, cosa che richiede un po' di tempo, ma questa impostazione influenza il gioco portando i giocatori a contribuire ai movimenti galattici, volenti o nolenti, per poter accedere a missioni meglio retribuite. Ed ecco che se un gran numero di piloti sostiene una fazione ribelle questa è destinata a crescere, espandersi e commissionare nuove missioni per espandersi ulteriormente.
Elite: Dangerous - Un video sul futuro rappresentato nel gioco
La possibilità di unirsi ad altri giocatori e plasmare le sorti dell'universo, con tanto di notiziario galattico a rimarcare gli stravolgimenti, non è cosa da poco ma resta da vedere l'influenza effettiva dei cambiamenti sull'esperienza di gioco. Un sistema che cade nel caos dell'anarchia non può ad esempio controllare le attività illegali, ma presto una nuova fazione potrebbe imporre le proprie regole e il rischio è che a cambiare sia solo il padrone delle stazioni spaziali, senza un effettivo impatto sulle dinamiche del gameplay. Inoltre non abbiamo la certezza che i giocatori si organizzino in gruppo per generare un flusso di eventi sensato, una scintilla di significazione capace di suscitare la reazione di altre fazioni di giocatori e creare conflitti di un certo spessore. Qualche giorno fa, per esempio, il senatore Patreus ha deciso di spalleggiare la ribellione in un sistema per destabilizzarne il potere. Ma le missioni per schiavisti sono pagate fin troppo bene e la mancanza di contingenti di giocatori affini alla linea di Patreus ha fatto si che il fuoco ribellione si spegnesse rapidamente. La speranza è che questo epilogo non particolarmente epico sia dipeso da scelte individuali e non dal disinteresse generale, ma al momento non possiamo saperlo. In ogni caso si tratta di una dinamica che ci fa sentire in un universo vivo, anche quando giochiamo circondati da emanazioni dell'intelligenza artificiale.
Dalle profondità dell'universo sono già emerse razze aliene decise alla battaglia, oscure minacce che lanciano il nostro immaginario all'inseguimento di ulteriori possibilità, di speculazioni su quello che potrebbe accadere se il potenziale di Elite: Dangerous riuscisse a esplicitarsi. I giocatori sapranno fare fronte comune? Le casate metteranno da parte le loro macchinazioni per fronteggiare la minaccia? L'imperatore uscirà dal suo silenzio? Infinite domande che evidenziano il potenziale di questo tipo di fantascienza. L'atmosfera che si respira è quella del quindicesimo secolo tra intrighi, misteri, intrecci, ribelli e nuovi mondi da scoprire. Questo è Elite: Dangerous, reso robusto da un sistema di volo solido e pieno di chicche che includono volo silente, manovre serrate, multe, rotte da scoprire, cannoni automatici, missili, contromisure e tutto quello che ci si aspetta da una simulazione di volo moderna, fisica newtoniana inclusa. Nella personalizzazione della nave importano anche la massa, i sistemi energetici e l'efficienza, tanto che un upgrade costoso non è necessariamente migliore a patto che il suo costo non dipenda anche dal fatto che gli ingegneri hanno lavorato per ridurne il peso. In tutto questo viene naturale cercare di lavorare di fino sui comandi. Le distanze siderali ci fanno sentire veri piloti decisi a calibrare al meglio la velocità per arrivare in una stazione spaziale con classe e compiere una manovra d'attracco perfetta. C'è il sistema di atterraggio automatico ma non dà soddisfazione e occupa uno slot della nave utilizzabile per scopi più utili come il combattimento, che è una componente importante dell'esperienza e richiede anche un pizzico di prontezza a causa della possibilità, tutt'altro che rara, di attacchi a sorpresa. L'abilità, in sostanza, ha il suo peso anche se Elite: Dangerous non è un titolo punitivo e spesso, una volta ottenuta una nave decente, è possibile fuggire agilmente da qualsiasi combattimento uno contro uno. Le navi possono infatti reggere diversi colpi in battaglie che ricordano più quelle di Star Trek che di Star Wars. Manovre lente, gestione delle risorse energetiche della nave e volo inerziale complesso ma non troppo. La skill è importante nel concatenare tutte queste possibilità riuscendo a mettersi in coda al nemico. Ma Elite non è un titolo che punta sul riflesso fulmineo a parte forse per le contromisure. Spesso il combattimento ci consente di minacciare l'avversario via radio, di fuggire, di mirare specifici sottosistemi di una nave per metterla in difficoltà. Anche per questo, vista la possibilità di tenere sempre una mano sulla fondamentale tastiera, giocare con il mouse è possibile ma questo non significa che sia comodo. Eliminare l'autocentramento del cursore significa dover correggere continuamente la rotta. Abilitarlo, invece, ci costringe a vogare come matti nel mezzo dei combattimenti. Per fortuna nel menù dei controlli troviamo innumerevoli opzioni che permettono di limitare questi due fenomeni anche se per eliminarli l'unico modo è utilizzare la cloche che, tra l'altro, garantisce una precisione decisamente superiore durante le delicate manovre inerziali.
Meglio soli che pianeti
Elite: Dangerous non lesina contenuti per i lupi solitari. Il giocatore ha a disposizione l'universo per poter salire i ranghi di una fazione e distinguersi come commerciante, esploratore o come combattente. L'universo di Braben include stazioni pirata per il contrabbando e la possibilità di volare a motori spenti per superare le forze di sicurezza senza essere rilevati. Il cacciatore di taglie può installare un dispositivo per sapere se la nave che sta scannerizzando è ricercata in un altro sistema. L'esploratore può ottimizzare la distanza del salto iperspaziale per aumentare le rotte disponibili e può vendere i dati acquisiti su nuovi astri nei sistemi che si trovano a venti anni luce di distanza dalla sua scoperta. Le possibilità, in sostanza, sono davvero tante e si mescolano con gli imprevisti trascinandoci in un'avventura vera, di quelle che si vivono poche volte nella vita. Giocare a Elite: Dangerous significa spuntare distratti davanti a una nana blu, accostarsi troppo per ottimizzare la manovra di avvicinamento a un obiettivo e sentire l'anima che si sfila dal corpo mentre la nostra nave viene risucchiata verso un inferno radioattivo. Elite: Dangerous è fuggire da quell'inferno per il rotto della cuffia, mentre l'astronave butta scintille da tutte le parti, per arrivare finalmente nel ventre sicuro di una stazione spaziale.
Elite: Dangerous è credere di avercela fatta e rendersi improvvisamente conto di essere in un porto controllato dalla fazione che hai appena fatto imbestialire per dare una mano ai ribelli. Elite: Dangerous è venire crivellati impietosamente, magari per una multa non pagata, lontani da casa, con un carico di medicine destinato a un lontano avamposto. Elite è cercare rifugio in un sistema, a corto di carburante e trovarlo in anarchia, senza legge, mentre astronavi di ogni forma e colore se le danno di santa ragione. Alcune volte gli scontri partono per errore, un colpo di troppo; è la frontiera, il nuovo far west. In questi casi chi spara prima spara due volte. La modalità online ci consente di incontrare tutti i giocatori ma si tratta di una possibilità virtuale e tutt'altro che garantita. Non c'è uno spazio condiviso universale. Ci sono istanze che includono un massimo di 32 giocatori che non si raggiungono a colpo sicuro come in un MMO. Sono bolle, il cui centro è la nave del giocatore, in cui ci si imbatte o che si tenta di raggiungere magari perché chiamati da un compagno di clan. Il guadagno in termini tecnici è evidente. Un numero ristretto di client riduce la possibilità che problemi di latenza o connettività compromettano combattimenti in buona parte basati su mira e skill. Ma non è comunque possibile soprassedere sul rovescio della medaglia. Le distanze realistiche non rendono semplice raggiungere rapidamente un compagno e in caso di errori di pianificazione o mancanza di slot nell'istanza, oltre che di disguidi del netcode, si rischia di viaggiare per svariati minuti per trovarsi tagliati fuori dall'azione. Ricevere rinforzi, in sostanza, potrebbe essere complicato, con il rischio che risulti castrata una di quelle dinamiche che ci si aspetta di trovare in un simulatore spaziale online. Ma le dimensioni e gli spostamenti realistici sono un elemento chiave del titolo di Braben e i ragazzi di Frontier Developments stanno lavorando per ampliare le istanze e migliorare il codice, benchè una galassia gremita di giocatori sia fuori discussione.
Elite: Dangerous - Video del Making Of
Nell'universo di Elite: Dangerous è difficile imbattersi in altri giocatori, figuriamoci in scontri che sono puntini in uno spazio infinito. Ma è così che è pensato questo titolo che sfrutta l'universo per consentire ai giocatori di sparire con un carico rubato, di esplorare senza paura come novelli Magellano, di collezionare multe e taglie senza essere presi, di mettercela tutta per inseguire le tracce di una preda e di avere sempre, o almeno per i prossimi 70 anni, un nuovo pianeta da scoprire. Parliamo di un titolo che non vuole essere il classico MMO con piazze gremite e file di giocatori parcheggiati davanti a istanze raggiungibili istantaneamente. Vuole essere un titolo in cui l'imbattersi in una capital ship è un evento. Un universo che viaggia con calma, seguendo il respiro delle cose, senza fiatone.
Elite: Dangerous può essere vissuto come un'esperienza rilassante alla scoperta di astri di ogni forma e colore. Con le orecchie stimolate da flauti e sonorità da fantascienza matura che si fondono con basi forse non particolarmente ispirate ma efficaci e capaci di immergerci nella magia dell'universo. Ed è possibile potenziare ulteriormente l'esperienza pescando da musica ambient dai toni fantascientifici, scegliendo il brano in base alle attività che svolgiamo. Ma anche la musica classica, quella soft e nota a tutti, si sposa incredibilmente con le tempistiche di un viaggio cosmico in un videogioco che non va più di moda. E proprio per questo ha il suo pubblico, forse vintage, in un pianeta Terra sempre più popolato e le cui nicchie sono ormai composte da centinaia di migliaia di esseri umani. La speranza è che questi restino incollati al titolo e consentano a David Braben di completare la sua visione. Si sente la mancanza di qualcosa in più come stazioni visitabili, pianeti o meccaniche PvP più strutturate. La dimensione social è indietro e non permette ancora di organizzarsi a dovere. Inoltre il bilanciamento dell'esperienza ha diverse lacune. Le attività minerarie all'inizio sono quasi una tortura con un solo bidone nella raffineria e, quindi, solo un materiale raffinabile. Il commercio è stato sbilanciato dai bot e servirà del tempo perchè la questione torni in equilibrio. Infine il titolo risulta decisamente troppo punitivo quando, senza bug, si colpisce per sbaglio un alleato. Mentre tutti ci passano davanti, alle calcagna di un ricercato, è facile colpire un altro inseguitore con un solo colpo che non causa alcun danno. Eppure scattano istantaneamente la multa, comprensibile, e la taglia, meno comprensibile, che può renderci bersagli di tutti gli sciacalli presenti in zona. Ma la vera nota dolente è la mancanza dell'atterraggio planetario, vero marchio di fabbrica dell'Elite originale. Una lacuna, questa, che sarà probabilmente colmata nel prossimo futuro ma fino a quel momento Elite: Dangerous non potrà dirsi completo. Non ci resta, quindi, che attendere fiduciosi sperando anche in qualche miglioramento tecnico. L'illuminazione è ottima, il motore piuttosto leggero, il supporto per l'Oculus Rift funzionante e le stelle sono un piacere per gli occhi. La maggior parte dei vascelli ha un design spartano ma è una cosa voluta mentre le stazioni spaziali più grandi sono decisamente riuscite. Anche i pianeti visti dallo spazio hanno una resa valida ma, ed è qui che troviamo una delle note dolenti peggiori: non hanno città, ascensori gravitazionali e tutti quei dettagli che darebbero spessore all'universo. Inoltre la conta dei poligoni globale è decisamente bassa mentre titoli come EVE: Online o X sfoggiano strutture decisamente più complesse benchè non siano calate in un universo altrettanto ricco e vasto. Ma non sono queste le lacune più pesanti. Il desiderio di mantenere il feeling estetico del vecchio Elite e la necessità di avere un motore leggero sono comprensibili. Al contrario un sistema che ci consenta di identificare rapidamente un compagno e il supporto per il gioco di squadra sono elementi fondamentali la cui mancanza è il difetto peggiore dell'attuale Elite: Dangerous. Per fortuna l'update cooperativo sarà il primo del 2015 e speriamo che arrivi alla svelta per consentire al gameplay di mantenere l'interesse dei giocatori fino agli update più corposi, come atterraggio ed esplorazione planetaria, che promettono di rendere l'universo di Elite: Dangerous ancora più profondo, ricco e vivace.
Requisiti di Sistema PC
- Configurazione di Prova
- OS: Windows 7
- CPU: Intel Core i5 4440
- RAM: 16 GB
- GPU: GeForce GTX 780
- Requisiti Minimi
- OS: Windows 7/Windows 8
- CPU: Quad Core 2GHZ
- RAM: 2 GB
- GPU: DX10 1GB Vram
- Connessione a internet
Pro
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Un intero universo di possibilità
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Modello di volo intuitivo e pieno di chicche
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Le possibilità di evoluzione sono innumerevoli
Contro
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Il supporto multiplayer è ancora lacunoso
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Le promesse sono tutte da verificare