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Molti
autorevoli commentatori sostengono che ci sono condizioni
"irripetibili" e estremamente propizie per favorire la crescita. E in
parte hanno anche ragione.
L'euro debole che favorisce le esportazioni, tassi praticamente
a zero, petrolio a prezzi ridotti del 50% rispetto a otto mesi fa, liquidità
abbondante garantita dalla Bce, crescita degli USA che "dovrebbe trainare la ripresa" (anche se gli ultimi
dati -a parte quelli sul lavoro- indicano un rallentamento), riforme del
governo Renzi (potete ridere).
Questi, brevemente, sono i principali driver che dovrebbero veicolare la
crescita.
Eppure, il dato uscito oggi sulla produzione industriale di gennaio è
stato molto deludente, direi addirittura imbarazzante se si pensa all'euro
debole e al prezzo del petrolio
Ciò induce a ritenere che se l'Italia, nel trimestre in corso, dovesse cresce
(come penso) in maniera assai timida (o addirittura decrescere, ipotesi non del tutto esclusa, allo stato attuale), questo equivarrebbe a scrivere una sentenza già
scritta. Ossia che l'Italia non ha alcuna possibilità di salvezza, in quanto cronicamente incapace di agganciare qualche forma di ripresa economica.
Il dato sulla produzione industriale è assai
preoccupante, perché l'andamento dell'industria è direttamente correlato a
quello dell'economia del Paese. Le fasi di contrazione della produzione
hanno coinciso con i periodi di recessione, mentre quelle di espansione si sono
tradotte nei momenti di ripresa
Tanto per vostra opportuna conoscenza, vi
riporto il grafico che segue, che esprime la correlazione esistente tra la
produzione industriale e l'andamento del PIL
Da Istat
A gennaio 2015 l'indice destagionalizzato della produzione
industriale diminuisce, rispetto a dicembre 2014, dello 0,7%. Nella media del
trimestre novembre-gennaio l'indice aumenta dello 0,1% rispetto al trimestre
immediatamente precedente.Corretto per gli effetti di calendario, a gennaio l'indice
diminuisce in termini tendenziali del 2,2% (i giorni lavorativi sono stati 20
contro i 21 di gennaio 2014).L'indice destagionalizzato presenta variazioni congiunturali
positive nei comparti dell'energia (+0,5%) e dei beni di consumo (+0,1%);
diminuiscono invece i beni strumentali (-1,8%) e i beni intermedi (-0,2%).In termini tendenziali gli indici corretti per gli effetti di
calendario registrano, a gennaio 2015, flessioni in tutti i comparti;
diminuiscono i beni intermedi
(-2,8%), l'energia (-2,7%), i beni di consumo (-2,0%) e, in misura meno
rilevante, i beni strumentali (-0,9%).Per
quanto riguarda i settori di attività economica, a gennaio 2015, i comparti che
registrano i maggiori aumenti tendenziali sono quelli della fabbricazione di
mezzi di trasporto (+16,1%), della fabbricazione di computer, prodotti di
elettronica ed ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e
orologi (+4,3%) e delle altre industrie manifatturiere, riparazione e
installazione di macchine ed apparecchiature (+4,3%). Le diminuzioni maggiori
si registrano nei comparti della metallurgia e fabbricazione di prodotti in
metallo, esclusi macchine e impianti (-8,1%), delle industrie tessili,
abbigliamento, pelli e accessori (-5,7%) e della fabbricazione di macchine e
attrezzature n.c.a. (-5,0%).
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