DOMENICA 2 FEBBRAIO – Lottando e sudando. Sono queste le vittorie più belle, quelle che valgono doppio, quelle che ti fanno capire quanto una squadra ci tenga, nonostante tutto, a raggiungere gli obiettivi che contano. Nell’anticipo della terza giornata di ritorno del campionato di Serie A, giocato ieri sera alle diciotto (sabato 1° febbraio) il Cagliari ha raggiunto l’obiettivo principale seppur con il massimo sforzo possibile: la vittoria. Il rigore battuto dal solito Pinilla, vero trascinatore della squadra, non ha solamente affondato la meglio quotata Fiorentina – la quale certamente non ha mostrato il meglio di sé come ha fatto nelle ultime settimane – ma ha permesso ai rossoblù di sbloccare un periodo decisamente nero, fatto di tre pesantissime sconfitte consecutive. Il secondo obiettivo era ritrovare il gioco che sembrava perso strada facendo, la lucidità, la dinamicità e la calma anche nei momenti cruciali e difficili della partita; armi vincenti che nelle prime giornate del 2014 sono state però dimenticate, ma quando le sconfitte sono immeritate e frutto di “momentanei svarioni”, come quelli di Bergamo contro l’Atalanta e quelli in casa contro il Milan, fomentano ancor più la rabbia e rendono la crisi ancora più nera. Ma contro i Viola si è trovata la chiave giusta per la svolta e da questo è necessario ripartire.
Solitamente è regola giustificare questi cambi di rotta con le rivoluzioni in panchina o con qualche mossa vincente di calciomercato, al quale spesso si attribuiscono i poteri di una bacchetta magica. Se è vero ciò, allora bisogna dire che ogni regola ha le sue eccezioni perché sulla piazza sarda non sono state fatte grandi manovre di cambiamento e i nuovi arrivi Matias Vecino (in prestito proprio dalla Fiorentina con diritto di riscatto della partecipazione fissato a 2,5 milioni di euro) e Adryan devono ancora dare i loro frutti più maturi, per cui la voglia di cambiare passo è solamente da ricercarsi in una rinnovata mentalità di tutto il gruppo, sempre coeso anche nei momenti più duri.
Un calciomercato, per l’appunto, che nonostante la cessione del pezzo pregiato Nainggolan si è concluso sostanzialmente in maniera più che positiva con l’arrivo dei due centrocampisti sudamericani, molto offensivi e duttili sulla trequarti e sulle fasce, nonché di un difensore di buona esperienza come Alessandro Bastrini (in prestito dal Novara) e del portiere ex Chievo Marco Silvestri, con il quale certamente è stato risolto il caso Agazzi, in scadenza di contratto e messo ai margini della Prima Squadra. Il primo è arrivato in prestito con diritto di riscatto; il secondo invece dà definitivamente addio alla Sardegna con l’amaro in bocca e cercherà di riscattarsi proprio con la maglia dei Mussi Volanti. E se Adàn, portiere spagnolo caduto tristemente in disgrazia dopo i quattro gol rifilatigli dalla Juve, ha preferito far ritorno in patria, a godere è, manco a dirlo, Vlada Avramov, ora forse titolare inamovibile.
Altro caso risolto è quello del difensore Astori, per il quale le offerte dei turchi del Galatasaray non sono state tanto convincenti da spingere il Cagliari a privarsi di un altro pezzo importante del suo esercito.
Insomma, problemi risolti in casa rossoblù, si direbbe. Invece no. Rimangono infatti due nodi importanti da sciogliere che potrebbero minare alle fondamenta della ritrovata tranquillità del Cagliari. C’è infatti da risolvere il problema di Cellino, ora ufficialmente padrone del 75% del club inglese Leeds United (al quale, per dirla tutta, sono stati girati in prestito Avelar e Tabanelli), e della sua presunta volontà di cedere la società sarda. Presunta, appunto. Perché se è vero che i contatti con gli arabi della Qatar Sport Investiments ci sono stati (si è parlato di una cifra tra 70 e 80 milioni di euro), è altrettanto vero che ora si parla di “pausa di riflessione”. Forse quello del patron sardo è stato semplicemente uno sfogo di rabbia, motivato dalle difficili e frustranti questioni da sbrogliare su tutti i fronti, a cominciare dallo stadio. E già, lo stadio S.Elia, ecco il secondo nodo da sciogliere. Un impianto ancora riservato a soli 4798 spettatori, ancora allo stato di cantiere aperto con la Curva Sud fantasma e il settore Distinti off-limit . Le prossime settimane saranno quelle decisive per decidere il suo futuro, ma sarà un’impresa da Dio.
Nel frattempo, almeno in campo, cambio di rotta sicuro per navigare in zone di classifica più tranquille.
Gianmarco Cossu
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