Verso la Terza Repubblica con il “partito prodotto”

Creato il 08 giugno 2012 da Diarioelettorale

Questo commento a questo articolo, in cui si da conto del dato (il 20,2%) raggiunto nei sondaggi dal movimento di Beppe Grillo, sintetizza ciò che sta accadendo nel sentire degli italaini e che con ogni probabilità porterà questo paese alla terza repubblica:

27.MarcoB – Ma ci pensate? meno di due mesi fà ABC [Alfano, Bersani e Casini ndr.]erano impegnati a pensare ad una legge elettorale con sbarramento all’8% e ora due su tre sono scomparsi e l’ultimo è costretto a fare sondaggi ogni 5 minuti per monitorare quanto perde…
FORZA M5S !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!“.

Il +2,2% registrato da SWG in una sola settimana, conferma la teoria che afferma che in politica i vuoti vengono sempre riempiti in qualche modo.
Il vuoto politico lo ha generato l’attuale fase di sviluppo del capitalismo mondiale, che mette in dubbio l’esistenza stessa della democrazia, ed in Italia in particolare una classe politica, spesso corrotta ed irredimibile e del tutto priva di capacità di rinnovamento e rigenerazione nella sua parte più sana.
Riempire il vuoto per il tramite del movimento Cinque Stelle è ormai visto quindi da ampi settori di elettorato come necessario e possibile.

Poco importa che l’agente del cambiamento, non sia un partito, non sia un movimento, non abbia le caratteristiche di un qualsiasi organismo democratico, ma sia un “prodotto”, costruito giorno per giorno da una agenzia di marketing e comunicazione, allo scopo di essere venduto.
La direzione di oggi del Pd, le vicende parlamentari degli ultimi giorni ed il modo “leggero” in cui si muovono i partiti tradizionali, non possono che spinngere ancora più su un consenso che non è tanto adesione, quanto possibilità concreta di eliminazione della vecchia classe politica.

La forza di un tale “prodotto” è anche quella di non necessitare (come accaduto all’Idv ed in parte a Sel) della candidatura di vecchi tromboni e capi-popolo dal passato dubbio, ma di potere schierare, giovani sconosciuti e privi di forza elettorale, in perfetta sintonia con l’dea di “prodotto” che viene comunicata.

Eppure i vecchi partiti hanno strumenti semplici (e se vogliamo banali) per disinnescare l’avanzata di un tale movimento.
La modifica della legge elettorale per esempio.
Oggi per quanto appaia paradossale, il “porcellum”, l’attuale legge elettorale è quanto di più funzionale alla clamorosa affermazione del grillismo.
Con l’attuale legge voluta allora in primis da Silvio Berlusconi e non disdegnata da Walter Veltroni, si realizza il massimo del potere da parte del capo di ogni formazione politica ed il minimo di rilevanza dei candidati, la cui elezione avviene in automatico, prescindendo il sistema dalle preferenze.
Il premio di maggioranza poi, in considerazione dell’attuale frammentazione sia della destra che della sinistra, farebbe il resto.

L’uninominale, con doppio turno di collegio, proposto dal PD, forse potrebbe contribuire a disinnescare, una volta arrivati alla fase elettorale, la bomba Grillo.
Tuttavia in alternativa, visto il fallimento, sul campo del maggioritario, forse sarebbe il caso di mollare tutto ciò che amplifica (e quindi in qualche modo falsa) i risultati elettorali, e considerata quella che andiamo ad affrontare una nuova fase costituente, partire da una rappresentanza eletta con il proporzionale puro.


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