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Verso Mauritius di Patrick O'Brian

Creato il 23 aprile 2014 da Lubenn @lubentw
SPOILER
Verso Mauritius è il quarto romanzo della serie di Aubrey e Maturin ed è quello che mi ha fatto patire di più! :D
Aubrey, dopo un periodo forzato a terra a mezza paga e la solita sfortuna che lo accompagna quando non è per mare, ottiene il comando della Boadicea con gli ordini di recarsi al Capo di Buona Speranza, per poi dirigersi verso Mauritius per conquistare l'isola e porre fine alle scorribande delle navi da guerra francesi. Giunto al Capo, Aubrey riceve dall'ammiraglio Bertie l'insegna di commodoro e inizia la sua missione.
Per la prima volta, Jack non prende parte direttamente all'azione, ma coordina le azioni dei comandanti a lui sottoposti, i quali mossi da invidie reciproche e ambizioni personali, sono più interessati a recitare il ruolo di primadonna piuttosto che a collaborare. Dopo aver conquistato facilmente Reunion, la flotta inglese subisce gravi perdite a Ile de la Passe (un'isola nella barriera corallina di Mauritius) al punto da mettere a rischio l'esito della missione.
La battaglia presso Grand Port e Ile de la Passe è stata terribile! I comandanti inglesi bruciano il vantaggio sui francesi e alla fine perdono quattro navi: Sirius e Magicienne incendiate, Nereide catturata e Iphigenia abbandonata e catturata. La vera protagonista della battaglia è la barriera corallina, insidiosa e infida che impedisce alle navi di manovrare in sicurezza e amplifica gli errori compiuti dai comandanti inglesi. Per tutta la durata della battaglia il commodoro Aubrey si trova con il resto della flotta a Saint-Denis e nonostante la sua assenza fisica, è stato sempre presente nei miei pensieri (LOL). È impossibile non chiedersi cosa avrebbe fatto Jack, come avrebbe manovrato la sua nave, se si sarebbe arreso come Clonfert o se avrebbe abbandonato la nave come Pym (dubito). In questo romanzo si percepisce tutta la frustrazione di Jack a dover essere "solo" uno spettatore dell'azione e quando alla fine deve intervenire per tentare di recuperare gli errori dei suoi comandanti, finalmente riappare il vecchio Aubrey audace, ma non sconsiderato. Ed è questa una delle differenze principali con Clonfert. Quest'ultimo è sconsiderato, è così insicuro, competitivo e ansioso di primeggiare che si butta, quasi alla cieca, in azioni inutilmente rischiose. Jack, al contrario, sottomette la sua ambizione alle necessità del comando e alla sicurezza dei suoi uomini e della sua nave. Non si tira indietro in uno scontro, ma non immola il suo equipaggio e non rischia la sua nave solo per pavoneggiarsi in società e acquisire titoli.
[Jack] Fino a questo momento aveva sempre sopportato questi rovesci della fortuna con singolare magnanimità, assai maggiore di quanto mi aspettassi. Non una parola sulla disastrosa follia di Clonfert [...]. Nessun commento nemmeno sulla cocciuta stupidità di Pym. E tuttavia la grandezza d'animo ha i suoi limiti: forse questo è il punto di rottura?
No, non lo è. Jack, anche quando l'ammiraglio Bertie appare al momento giusto per accaparrarsi gli onori della missione, rispetta il servizio e la gerarchia, visti come un bene superiore e come basi imprescindibili per la solidità delle istituzioni. Sfortunatamente, rappresenta un'anomalia in un mondo di personalismi, invidie, avidità ed egoismo.
Come già detto in precedenza, io subisco tutto il fascino del comandante Aubrey e sono felicissima che esistano ancora 15 libri prima di dovermi separare da lui. :D
Onore a O'Brian per aver creato una coppia di protagonisti con pari dignità e considerazione, in cui nessuno dei due si riduce a fare da spalla all'altro. Maturin è indispensabile alla narrazione quasi quanto Aubrey. È il deus ex machina per eccellenza e vigila sull'amico come un vero fratello, anzi forse anche più di un fratello essendo completamente indifferente a cose come invidia e competizione.
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