Fonte:http://fr.rian.ru/tribune/20120104/192946690.html Il 2011 è appena finito, e per cominciare questa rubrica auguro un felice 2012 ai lettori di RIA Novosti. L’agenzia ha pubblicato le impressioni personali dei commentatori di RIA Novosti e volevo portare il mio modesto contributo su questo argomento. Che dire dell’anno passato e di quello appena iniziato? I presidenti dei due paesi che mi stanno più a cuore, cioè la Russia e la Francia, hanno avuto parole in realtà molto simili, nei loro discorsi di fine anno, definendo il 2011 un anno assai difficile. Il mondo prima della crisi sembra ormai lontano, ma la somiglianza della tonalità dei discorsi presidenziali non dovrebbe oscurare il fatto che le situazioni in Francia e in Russia sono significativamente differenti. Le condizioni economiche si stanno deteriorando in Francia, mentre il 2011 è stato l’anno della crisi per la Russia. Secondo un sondaggio pubblicato dal portale interinale Superjob.ru, il 16% dei russi si aspettano cambiamenti positivi per il 2012, l’8% ritiene che il 2012 sarà stabile in tutte i campi, il 7% prevede un aumento di stipendio e il 6 % ritiene che accadrà qualcosa di speciale il prossimo anno. I pessimisti, che credono che il 2012 sarà caratterizzato da un peggioramento delle condizioni di vita e dai prezzi alle stelle, sono solo il 9%. Nel complesso, l’indagine mostra così un cauto ottimismo che contrasta con il tradizionale fatalismo russo, che probabilmente dovuto alla salute economica del paese, relativamente buona, e alle prospettive per il 2012. L’incertezza economica che colpisce l’area dell’euro può colpire il morale dei cittadini. Il 1 gennaio 2012 ha segnato il 10° anniversario dell’Euro, e come ha sottolineato l’ottimo commentatore Vlad Grinkevitch, “l’area dell’euro attraversa certamente non il suo periodo migliore.” “La crisi del debito che ha colpito Grecia, Portogallo, Italia e Spagna potrebbe degenerare in un grave disastro finanziario e causare una nuova recessione”. Così, l’81% dei francesi pensano che il 2012 sarà un anno difficile. Tuttavia, un’ansia comprensibile mentre la Francia potrebbe dover affrontare, nel 2012, la perdita della sua tripla A, e probabilmente avanzare un po’ di più verso una situazione di recessione economica. Gli irlandesi, gli austriaci e i belgi, sono rispettivamente secondo, terzo e quarto posto nella classifica del pessimismo, dopo i francesi, secondo un sondaggio in 51 paesi. I cittadini più pessimisti si trovano così, chiaramente, nella parte dei paesi ritenuti più ricchi e più sviluppati. Probabilmente perché hanno molto da perdere e le prospettive economiche globali per il 2012, sono particolarmente pessime nella maggior parte dei paesi ricchi dell’OCSE. Logicamente, i dieci paesi in cui il futuro viene visto più buio, si trovano sul continente europeo. Sei di essi sono anche membri dell’Unione europea. Il primo ministro greco, Lucas Papademos, ha chiesto un ulteriore “sforzo (…) affinché la crisi non porti a una bancarotta disordinata e disastrosa”. Per il presidente francese Nicolas Sarkozy, “il destino della Francia può vacillare” nel 2012. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha avvertito che il 2012 sarebbe “più difficile” rispetto all’anno passato. Mentre il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, ha chiesto ai suoi concittadini di accettare i sacrifici per evitare “il collasso delle finanze del paese.” In misura minore, il Nord America – Stati Uniti e Canada – si trova anch’essa in questo gruppo di paesi che entrano nel futuro indietreggiando. Tuttavia, quattro paesi dei dieci più ottimisti del mondo, si trovano in Africa. In testa, la Nigeria, ma anche Ghana, Tunisia e Sud Sudan. In Asia, anche Vietnam e Uzbekistan, affronteranno il 2012 con ottimismo. Ma non solo per l’economia, il 2012 sarà anche un anno cruciale nella politica, in quanto è un anno di elezioni in tre grandi paesi, come Francia, Stati Uniti e Russia. Sul fronte politico, come sul fronte economico, il futuro prossimo della Russia sembra chiaro: la crescita economica e la continuità del potere politico russo sono praticamente assicurate. Questo è ben lungi dall’essere il caso di Francia e Stati Uniti. Barack Obama e Nicolas Sarkozy portano sulle loro spalle di leader, delle responsabilità molto pesanti per la crisi economica e monetaria che continua a crescere. Possibile effetto perverso, una vittoria repubblicana negli USA e dei socialisti in Francia , potrebbe cambiare significativamente i rapporti politici tra le grandi potenze, e creare impulsi politici in nuove direzioni, con conseguenze ad oggi senz’altro imprevedibili. Mentre guardo le immagini cicliche dei festeggiamenti di Capodanno, riprese da Russia Today, e queste folle che sembrano spensierate, mi chiedo a cosa assomiglierà il mondo che si trova in una fase di riorganizzazione così veloce, il mondo in cui i nostri figli e i nostri nipoti vivranno. La primavera araba si trasforma in inverno e l’economia dei paesi occidentali entra in un autunno sempre più inquietante. Per alcuni analisti come Olivier Delamarche, il crollo del sistema finanziario potrebbe causare uno o più guerre. Se questo scenario apocalittico viene evitato, i grandi cambiamenti in atto continueranno: il BRIC (Brasile-Russia-India-Cina) avanza dalla crisi del 2008, preparandosi al suo ruolo di futuro gigante economico, e il centro di gravità del mondo continua a muoversi verso l’Asia. La crisi finanziaria ed economica in corso, dovrebbe portare a un indebolimento relativo dell’Occidente, soprattutto al suo modello politico, economico e morale sempre meno credibile. Altrove, altre potenze come Malesia, Messico, Turchia e Iran si preparano a diventare potenze regionali da prendere in considerazione.
Questo “nuovo mondo”, che sarà sicuramente multipolare, dovrebbe vedere l’emergere di nuove potenze e di nuovi modelli politici ed economici. La domanda è se questa transizione sarà pacifica. futuro che sta emergendo sembra incerto.
Le opinioni dell’autore non coincidono necessariamente con quelle della redazione.
*Alexandre Latsa è un giornalista francese che vive in Russia e gestisce il sito DISSONANCE, volto a fornire una “visione diversa della Russia.” Collabora inoltre con l’Istituto per le relazioni internazionali e strategiche (IRIS), l’Istituto Eurasia-Rivista e partecipa a varie altre pubblicazioni. (Traduzione di Alessandro Lattanzio) Condividi!