Ormai, lo sappiamo, in molte scuole si permette agli alunni di fare i conti e le varie operazioni aritmetiche con le calcolatrici tascabili.
Ma questo è un sistema diseducativo perchè disincentiva l’uso del cervello sia pur per fare una semplice addizione o divisione.
Insomma, i giovani di oggi, forse, saranno in gamba ad usare cellulari, computer, tascabili e non, e tutta la roba di questo genere, ma non saranno in grado di fare due più due senza la loro calcolatrice tascabile.
E’ di ieri la notizia che nello stato dell’Indiana, negli Usa, il provveditorato agli studi ha approvato la proposta di abbandonare la penna per l’utilizzo scolastico e di adottare l’uso del computer. I temi non si scriveranno più con la solita penna, ma si scriveranno direttamente al computer, così come tutti gli altri compiti.
Sembrerebbe l’inizio della fine della calligrafia, della bella scrittura, della personalizzazione degli scritti.
Devo dire che io sono anni e anni che non scrivo più una lettera a mano, quindi non dovrei scandalizzarmi molto, ma la notizia mi lascia l’amaro in bocca e un vuoto allo stomaco.
Se per pura ipotesi fantascientifica, un giorno, tutti i computer facessero uno sciopero, oppure (ipotesi, questa, non fantascientifica) si fosse costretti a rimanere senza energia per via dello scoppio di qualche centrale nucleare, la gente non saprebbe più nè far di conto, nè scrivere a mano.. Insomma ci ritroveremmo in una nuova Età della Pietra senza nessuno che possa tramandare le conoscenze acquisite fino a quest’epoca.
Una brutta prospettiva che pare non sfiorare il cervelloni di chi le pensa tutte pur di demandare le proprie capacità intellettive alle macchine, sia pur elettroniche.
No! Molto meglio la penna col suo pennino e il calamaio pieno d’inchiostro che ti costringeva a stare anche attento a non macchiare il foglio, educandoti anche all’ordine.
Ridatemi il mio calamaio della prima elementare, grazie.
Amen.
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