5 SETTEMBRE – Nell’agenda dell’attuale governo tecnico non ci sono solamente le misure per la crescita, un’attenzione particolare è infatti rivolta anche al settore giustizia. Dopo aver lavorato tutto il mese di agosto al programma di misure da adottare, il ministro Severino insieme al Presidente del Consiglio Monti, ha chiarito in che ordine verranno affrontate le varie questioni.
La riforma della giustizia comprende vari ordini di problemi, dalle norme anti corruzione, al tentativo di smaltire l’arretrato civile, fino alle intercettazioni.
Il primo punto “all’ordine del giorno” è rappresentato dall’approvazione delle misure anti corruzione, promesse all’Europa. “Le idee ci sono” ha dichiarato il ministro Severino, il problema è se i partiti sono pronti a mettere da parte le reciproche differenze, per votare questi provvedimenti tanto urgenti che l’Unione continua a chiederci tramite il commissario Reding”.
Per quanto concerne il grande numero di cause pendenti arretrate, già in passato causa di sanzioni per l’Italia, il ministro sta vagliando l’ipotesi d’istituire una task force in grado di smaltirle entro 5 anni. L’emergenza carceri verrà anch’essa risolta a breve,ben 12.000 posti in più verranno infatti realizzati nei prossimi anni, con un risparmio di oltre 220 milioni di euro.
Sotto questi punti di vista l’ottimismo rispetto alla riuscita dei progetti del dicastero di via Arenzulla è pertanto giustificato. I punti nevralgici sono altri infatti: la legge anti corruzione e il ddl intercettazioni. Sfruttando le recenti vicende che hanno avuto al centro le intercettazioni del Presidente della Repubblica, il PDL sta cercando di “portare a casa” la tanto agognata riforma sulle intercettazioni.
Destano inoltre perplessità alcune voci al di fuori del PDL che invocano una riforma immediata su questo tema, ora che vittima non è più solamente l’ex premier Berlusconi, ma lo stesso Napolitano. Lo stesso ministro Cancellieri ha espresso il proprio sdegno nei giorni scorsi per le intercettazioni al Colle. Nonostante tutto ciò, il governo tecnico ed il ministro della giustizia hanno invitato le varie parti politiche ad analizzare con più calma il ddl, probabilmente consci del fatto che questo ha subito messo in allarme parte della magistratura che rinviene nella proposta di ddl una strumentalizzazione delle intercettazioni a Mancino.
Per placare gli animi è intervenuto il Presidente Monti, per il quale “possiamo anche pensare a migliorare la disciplina delle intercettazioni, ma a due sole condizioni: non ci deve essere nessun intralcio al lavoro della magistratura inquirente, e non ci deve essere nessun ‘vulnus’al diritto di cronaca”.
Come ha ricordato il Premier, “le intercettazioni sono uno dei temi in agenda ma in questo momento il governo non ha in cantiere nè un disegno di legge nè un decreto”. La priorità è infatti il decreto anticorruzione, entro la fine della legislatura. Impeccabile a tal proposito la posizione del Guardasigilli, per la quale “dobbiamo contemperare il diritto–dovere di informare da parte dei giornali e di esser informati da parte dei cittadini, il diritto–dovere alla riservatezza dei soggetti coinvolti nelle indagini ed il diritto–dovere dei giudici di indagare liberamente”.
In linea con la titolare di via Arenzulla è l’ANM – associazione nazionale magistrati, anch’essa contraria ad una strumentalizzazione di codeste vicende, che porterebbe solamente ad una indebita limitazione degli strumenti d’indagine.
Giuliasofia Aldegheri