Vertice del G20 a San Pietroburgo, il momento della verità

Creato il 05 settembre 2013 da Jackfide

Italian Post

Oggi i maggiori leader mondiali si riuniranno a San Pietroburgo per il vertice del G20, dove le aspettative per quanto riguarda le discussioni sulla crisi siriana sono decisamente più concrete rispetto agli ultimi incontri tra i “grandi” della Terra, tenuti tre mesi fa in Irlanda del Nord. In quell’occasione, i rappresentanti nazionali al vertice del G8 svolto presso la località di Lough Erne credevano di aver raggiunto un accordo su un piano di pace per la Siria, nel quale si prevedeva la partecipazione ai colloqui di Ginevra da parte dei due schieramenti coinvolti nella guerra civile. Una proposta che ricevette perfino l’appoggio di Vladimir Putin, strenuo oppositore di ogni ingerenza occidentale in Siria.

In pratica, l’iniziativa si è risolta in un nulla di fatto. E non per ultima ragione a causa della scarsa inclinazione del Cremlino di convincere il regime di Bashar al-Assad a partecipare ai colloqui di Ginevra. Al contrario, le forze del governo alawita hanno lanciato una nuova offensiva – con il persistente sostegno dell’Iran – capovolgendo completamente la situazione in loro favore. Fino al presunto attacco chimico del mese scorso presso la periferia di Damasco, Assad aveva tutte le prospettive favorevoli per prevalere nel conflitto.

Ora,  se si provasse che è stato davvero il regime di Assad ad aver autorizzato l’utilizzo di testate chimiche, una probabile decisione del G20 sarebbe quella di concordare un piano unitario di azione per prevenire l’ulteriore uso di tali armi, portando i responsabili dell’attacco alla giustizia. I precedenti tentativi di creare un consenso sono falliti a causa del continuo rifiuto di Putin di fronte alle mozioni di sanzionare il regime siriano presentate alle Nazioni Unite. Tuttavia, il presidente russo ha recentemente dichiarato di essere pronto a cambiare idea, qualora le prove sull’utilizzo di gas nervino fossero convincenti.

Data la lunga serie di ostruzionismi in sede Onu, è difficile credere che Putin possa realmente cambiare posizione. Soprattutto alla luce degli ultimi attriti diplomatici intercorsi tra le due superpotenze, che hanno portato il presidente statunitense Obama ad annullare un vertice con Putin previsto in settembre per protestare contro la decisione di Mosca di concedere l’asilo temporaneo all’informatore della NSA Edward Snowden. Ma ora, vista la gravità della crisi, questo dovrebbe passare in secondo piano. Almeno in teoria. E’ probabile che la Russia si opponga sia all’intervento militare che alle sanzioni, ma il Cremlino potrebbe in ogni caso esercitare la sua influenza per portare entrambe le parti al tavolo, o per sostenere gli sforzi in grado di affrontare le conseguenze umanitarie della guerra civile, che aumentano sempre di più giorno dopo giorno. 

In ogni caso, il capo della Casa Bianca si recherà al vertice del G20 approfittandone per tenere incontri bilaterali formali anche con il presidente francese Hollande ferreo sostenitore dell’attacco al regime alawita di Assad, costretto ad affrontare le crescenti pressioni da parte dell‘opposizione e dell’opinione pubblica interna, che chiedono all’unisono di porre il piano dell’intervento militare alle decisioni del parlamento francese. Senza dimenticare la presenza del premier britannico David Cameron, per il momento limitato alla sola azione di endorsement per Obama, visto che durante la scorsa settmana non è riuscito a convincere la Camera dei Comuni a sostenerlo.

E nel frattempo, si librano all’orizzonte le numerose incognite dietro a quel misterioso missile che martedì gli israeliani hanno sparato sul Mediterraneo orientale, in seguito legittimato da Tel Aviv come un ” esercizio congiunto ” con gli Stati Uniti. Ma i russi se ne sono accorti e hanno aperto il caso. Perché quel vettore è stato sparato proprio ora, in questo preciso momento, quando il regime siriano si aspetta da un momento all’altro il volo dei missili Cruise? Di certo non si trattava di una forma di festeggiamento per celebrare Rosh Hashanah, il Capodanno ebraico cominciato proprio ieri. Il Pentagono ha dichiarato che il lancio del razzo era finalizzato ad un’iniziativa di valutazione delle difese antimissile di Israele. Ma difese contro chi? Hezbollah ? Hamas? Siria? Iran?



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