Ha portato non pochi risultati l’incontro del 25 aprile a Craiova, città della Romania meridionale, tra Daniel Mitov, ministro degli esteri bulgaro, e Bogdan Aurescu, il suo omologo rumeno, organizzato con il fine di discutere importanti temi legati ai rapporti diplomatici tra i due stati, per giungere ad una soluzione su annosi problemi dovuti a dispute territoriali e, soprattutto, per ratificare un fondamentale accordo riguardante il gasdotto che collegherà i due paesi est-europei con la Grecia, il cosiddetto “Vertical gas Corridor”. Quest’ultimo, se realizzato, raccordandosi al Tap (Trans Adriatic gas Pipeline), il gasdotto che farà fluire il gas azero verso l’Europa attraversando il nord della penisola ellenica, consentirà a circa 5 milioni di metri cubi di metano di raggiungere Bulgaria e Romania. Il progetto, sostenuto dalla Commissione Europea, garantirà anche una maggiore indipendenza energetica dei paesi orientali dell’Ue, rendendoli meno soggiogati alle forniture di gas russo, questione fondamentale in seguito al degenerare dei rapporti tra Mosca e l’Occidente a causa della crisi in Ucraina. La Romania è infatti uno di quei paesi che in questo senso si è esposto di più, sostenendo su tutti i fronti le politiche della Nato ed il governo di Kiev, operando inoltre per affrancare la Moldavia dall’influenza del Cremlino, orientandola e sostenendola nella direzione di un’integrazione nell’Unione Europea; queste politiche hanno però sottoposto Bucarest alla minaccia di ritorsioni da parte di Mosca, le cui truppe sono schierate nella poco distante Crimea, obbligando l’Alleanza Atlantica a fortificare i confini del paese ed a schierare un gran numero di uomini e mezzi per garantire la sicurezza nazionale. Altro importante tema trattato da Mitov ed Aurescu in questa occasione è stata la questione della definizione dei confini marittimi tra i due paesi, i quali da anni si contendono una superficie di circa 350 chilometri quadrati di Mar Nero; il problema è diventato più serio quando Sofia ha concesso a delle compagnie petrolifere di compiere esplorazioni su un’area di fondale che, in parte, era reclamata da Bucarest, causando le proteste del governo rumeno. Essendo entrambi paesi membri dell’Ue, Bruxelles ha sempre spinto per la risoluzione pacifica della questione, senza incidenti diplomatici e, a questo scopo, ha fornito esperti e mediatori; benché la controversia non sia stata risolta, con questo incontro si sono comunque poste le basi per giungere ad un futuro accordo tra le due parti in un clima sereno. I due ministri hanno poi discusso del problema riguardante l’accesso alla Zona Schengen, ossia l’area di libera circolazione all’interno dell’Unione Europea; l’entrata in vigore del trattato, che avrebbe consentito l’integrazione di Romania e Bulgaria in quest’area, è stata però sospesa dopo le obiezioni espresse da diversi paesi Ue, soprattutto Germania ed Olanda. Queste ultime hanno mostrato perplessità sulla qualità del sistema giudiziario, sulla capacità dei due paesi di contrastare il crimine all’interno dei loro confini e, soprattutto, sono stati avanzati dubbi sulla sicurezza delle frontiere in comune con paesi esterni all’Unione, soprattutto in riferimento al tratto che la Bulgaria condivide con la Turchia, dal quale vi è il timore che possano fare il loro ingresso in Europa membri di gruppi legati al terrorismo islamico. Nel loro colloquio, Mitov ed Aurescu, hanno infatti espresso l’intenzione di fornirsi un mutuo appoggio in sede europea su questo tema, affermando che Bulgaria e Romania, quando entreranno finalmente nell’Area Schengen come tutti gli altri paesi membri, lo faranno assieme. da Notizie Geopolitiche
Vertice Romania-Bulgaria. Si parla di Vertical Corridor, territori contesi e Schengen
Creato il 26 aprile 2015 da Giacomo Dolzani @giacomodolzaniPossono interessarti anche questi articoli :
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