Le armi chimiche di Assad, provenienti dalla Siria che si trovano a bordo della nave danese Arc Futura, transiteranno nel Porto di Gioia Tauro in Calabria. Lo ha annunciato il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, parlando alle Commissioni riunite Affari esteri e Difesa di Camera e Senato nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'operazione internazionale di disarmo chimico in Siria. ''Per quanto pericolosi possano essere questi materiali, circa 560 tonnellate per 60 container, rientrano nei normali casi di pericolosità, gestibile e consueta per il porto in esame. - ha detto Lupi - Si tratterà di una operazione trasbordo che si svolgerà in condizioni di assoluta sicurezza, senza stoccaggio a terra dei container, secondo gli standard internazionali e gli accordi assunti dal nostro Paese''.''Si tratta della più importante operazione di disarmo negli ultimi dieci anni'' - ha detto il ministro degli Esteri Emma Bonino. Nel processo di smaltimento delle sostanze chimiche siriane sono stati coinvolti gran parte dei paesi occidentali, come ''Svezia, Finlandia, Germania, Usa, Francia. L'Italia si inserisce in questo sforzo internazionale'', ha aggiunto il titolare della Farnesina. L'arsenale è ora depositato in circa 1.500 container a bordo dell'imbarcazione. Gli agenti chimici altamente tossici saranno poi trasbordati sulla nave Cape Ray, la quale dovrà distruggerli in mare aperto, molto probabilmente nelle acque internazionali del Mar Mediterraneo. Il sindaco di Gioia Tauro, Renato Bellofiore, non nasconde la sua preoccupazione dicendo: "Mettono a repentaglio la mia vita. Se succede qualcosa la popolazione mi viene a prendere con un forcone". E aggiunge che la decisione è un fatto "gravissimo. Forse il ministro Bonino non sa cos'è la democrazia. E' la solita scelta calata dall'alto, siamo considerati una popolazione di serie B. Tra l'altro, qui non c'è un ospedale attrezzato". Il sindaco Bellofiore, insieme ai sindaci di San Ferdinando, Domenico Madafferi e di Rosarno, Elisabetta Tripodi, comuni nei quali ricade l'area del porto di Gioia Tauro, si incontreranno questo pomeriggio per valutare le azioni da intraprendere sulla vicenda che vede lo scalo portuale quale prescelto dal Governo per il trasbordo delle armi chimiche siriane destinate alla distruzione. Il vertice inizierà appena il sindaco di Gioia Tauro terminerà il consiglio comunale."Non siamo assolutamente favorevoli, anzi siamo preoccupati, - dice Bellofiore all’Agenzia TMNews - perchè non abbiamo avuto informazioni ufficiali. Leggiamo che la nave dovrebbe ancora partire. Non sappiamo quanto sosterà qui: non siamo preparati, non abbiamo neanche le strutture ospedaliere idonee in caso di eventuali incidenti o danni. Preparare un piano di soccorso e di evacuazione - spiega il primo cittadino - è un’attività legittima da predisporre. Ci saremmo aspettati dal ministro Bonino una convocazione e che magari Gioia Tauro non fosse sempre la pattumiera d’Italia. Perchè ad esempio non portare da noi la rimozione e la demolizione della Costa Concordia, così da portare lavoro?"."Sulla chiusura del porto non mi sbilancio - continua Bellofiore - prima voglio chiedere un incontro alle istituzioni e poi valuteremo il da farsi. Devo prima parlare con qualcuno del governo che mi dica cosa sta succedendo: sono un sindaco e devo avere degli atti ufficiali. Di sicuro faremo tutte le attività lecite e legali per impedire questa attività. Non so se è competenza nostra chiudere il porto, ma tutte le attività che un sindaco può fare sicuramente le attueremo, come forme democratiche di protesta. Non siamo assolutamente d’accordo”.Protesta anche il segretario regionale del Sindacato dei lavoratori portuali (Sul) della Calabria, Carmelo Cozza che dice: "Quello che ci preoccupa, rispetto a tali notizie, è soprattutto il silenzio istituzionale da parte di tutti gli enti preposti. A cominciare dalla Regione Calabria passando per l'Autorità Portuale e la Capitaneria di Porto di Gioia Tauro per finire al gestore del terminal, Medcenter Container Terminal Spa. Nessuna posizione di merito o di distinguo rispetto ad una problematica che se si realizzerà avrà un fortissimo impatto sulla sicurezza dei lavoratori, nell'eventualità di possibili danni a tali contenitori durante la movimentazione, nonché sulla sicurezza del terminal intesa come attività di Security. Contenitori di tale pericolosità da vigilare e monitorare - conclude - richiederanno misure straordinarie trattandosi di sicurezza internazionale". A.D.P.
Vertice tra sindaci area porto di gioia tauro per arrivo armi chimiche siriane
Creato il 16 gennaio 2014 da Antonella Di Pietro @Antonella_Di_PiLe armi chimiche di Assad, provenienti dalla Siria che si trovano a bordo della nave danese Arc Futura, transiteranno nel Porto di Gioia Tauro in Calabria. Lo ha annunciato il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, parlando alle Commissioni riunite Affari esteri e Difesa di Camera e Senato nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'operazione internazionale di disarmo chimico in Siria. ''Per quanto pericolosi possano essere questi materiali, circa 560 tonnellate per 60 container, rientrano nei normali casi di pericolosità, gestibile e consueta per il porto in esame. - ha detto Lupi - Si tratterà di una operazione trasbordo che si svolgerà in condizioni di assoluta sicurezza, senza stoccaggio a terra dei container, secondo gli standard internazionali e gli accordi assunti dal nostro Paese''.''Si tratta della più importante operazione di disarmo negli ultimi dieci anni'' - ha detto il ministro degli Esteri Emma Bonino. Nel processo di smaltimento delle sostanze chimiche siriane sono stati coinvolti gran parte dei paesi occidentali, come ''Svezia, Finlandia, Germania, Usa, Francia. L'Italia si inserisce in questo sforzo internazionale'', ha aggiunto il titolare della Farnesina. L'arsenale è ora depositato in circa 1.500 container a bordo dell'imbarcazione. Gli agenti chimici altamente tossici saranno poi trasbordati sulla nave Cape Ray, la quale dovrà distruggerli in mare aperto, molto probabilmente nelle acque internazionali del Mar Mediterraneo. Il sindaco di Gioia Tauro, Renato Bellofiore, non nasconde la sua preoccupazione dicendo: "Mettono a repentaglio la mia vita. Se succede qualcosa la popolazione mi viene a prendere con un forcone". E aggiunge che la decisione è un fatto "gravissimo. Forse il ministro Bonino non sa cos'è la democrazia. E' la solita scelta calata dall'alto, siamo considerati una popolazione di serie B. Tra l'altro, qui non c'è un ospedale attrezzato". Il sindaco Bellofiore, insieme ai sindaci di San Ferdinando, Domenico Madafferi e di Rosarno, Elisabetta Tripodi, comuni nei quali ricade l'area del porto di Gioia Tauro, si incontreranno questo pomeriggio per valutare le azioni da intraprendere sulla vicenda che vede lo scalo portuale quale prescelto dal Governo per il trasbordo delle armi chimiche siriane destinate alla distruzione. Il vertice inizierà appena il sindaco di Gioia Tauro terminerà il consiglio comunale."Non siamo assolutamente favorevoli, anzi siamo preoccupati, - dice Bellofiore all’Agenzia TMNews - perchè non abbiamo avuto informazioni ufficiali. Leggiamo che la nave dovrebbe ancora partire. Non sappiamo quanto sosterà qui: non siamo preparati, non abbiamo neanche le strutture ospedaliere idonee in caso di eventuali incidenti o danni. Preparare un piano di soccorso e di evacuazione - spiega il primo cittadino - è un’attività legittima da predisporre. Ci saremmo aspettati dal ministro Bonino una convocazione e che magari Gioia Tauro non fosse sempre la pattumiera d’Italia. Perchè ad esempio non portare da noi la rimozione e la demolizione della Costa Concordia, così da portare lavoro?"."Sulla chiusura del porto non mi sbilancio - continua Bellofiore - prima voglio chiedere un incontro alle istituzioni e poi valuteremo il da farsi. Devo prima parlare con qualcuno del governo che mi dica cosa sta succedendo: sono un sindaco e devo avere degli atti ufficiali. Di sicuro faremo tutte le attività lecite e legali per impedire questa attività. Non so se è competenza nostra chiudere il porto, ma tutte le attività che un sindaco può fare sicuramente le attueremo, come forme democratiche di protesta. Non siamo assolutamente d’accordo”.Protesta anche il segretario regionale del Sindacato dei lavoratori portuali (Sul) della Calabria, Carmelo Cozza che dice: "Quello che ci preoccupa, rispetto a tali notizie, è soprattutto il silenzio istituzionale da parte di tutti gli enti preposti. A cominciare dalla Regione Calabria passando per l'Autorità Portuale e la Capitaneria di Porto di Gioia Tauro per finire al gestore del terminal, Medcenter Container Terminal Spa. Nessuna posizione di merito o di distinguo rispetto ad una problematica che se si realizzerà avrà un fortissimo impatto sulla sicurezza dei lavoratori, nell'eventualità di possibili danni a tali contenitori durante la movimentazione, nonché sulla sicurezza del terminal intesa come attività di Security. Contenitori di tale pericolosità da vigilare e monitorare - conclude - richiederanno misure straordinarie trattandosi di sicurezza internazionale". A.D.P.
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