C’è poi da trovare l’accordo sulle nomine, legate, ha sottolineato il premier Matteo Renzi al “cambio di verso” dell’Europa, ad un documento con linee programmatiche chiare. David Cameron continua ad opporsi alla nomina di Jean-Claude Juncker a capo della Commissione Ue: “Il mio messaggio ai leader europei è che l’approccio che stanno considerando è sbagliato per l’Europa”, ha detto il premier britannico alla Bbc, “stanno considerando di scegliere qualcuno”, riferendosi a Juncker, “che faticherà ad essere la voce delle riforme e del cambiamento in Europa”.
L’Italianel frattempo spinge il ministro degli esteri, Federica Mogherini, verso la carica di Alto Rappresentante per gli Affari Esteri - posto oggi ricoperto da Lady Ashton. Ipotesi che innescherebbe sicuramente un “rimpasto” nel governo italiano. Non a caso, il premier ha rimarcato oggi che il Pd è il partito che ha preso più voti di tutti in Europa. E dunque farà valere, e di molto, il suo peso. Ma, come per la bozza di documento Ue, si prevede un duro scontro anche sulle nomine. In serata la stessa Mogherini ha commentato le voci con “è un’ipotesi, vediamo come si evolve”. A complicare le scelte di Renzi, si è manifestata l’ ipotesi di un ritorno in campo del nome di Enrico Letta – caldeggiato da alcune cancellerie, in particolare da Lodra – per il ruolo di presidente del Consiglio europeo.
Oltre alla partita nomine e Agenda Van Rompuy, stamattina al Vertice Ue si è registrata anche la firma dell’accordo economico, dopo quello politico di marzo scorso, tra Ue e Kiev. Quell’intesa che è stata la causa scatenante della crisi ucraina e delle forti tensioni con Mosca. Il premier ucraino, Petro Poroshenko, e il presidente uscente della commissione, Josè Manuel Barroso, parlano di un giorno “storico” mentre la Russia minaccia “conseguenze gravi”.