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Vertigini – oltre le dodici righe (II)

Da Eucuri

Anche in questo caso il post va oltre la sua lunghezza usuale. Anche in questo caso era stato originariamente postato su un altro blog che ora non c’è più. Anche in questo caso, spero che mi perdonerete e vi auguro buona lettura e buon ascolto della playlist! ;)

Non era una cosa che avrei mai fatto in precedenza.
Mi sono sporto da pendii costieri e da punti che superano idealmente il primo piano di un palazzo – mio limite per le vertigini di cui soffro sin dalla nascita.
Ma non ho avuto paura. Non so se per la conformazione fisica del territorio o per la conformazione mentale della situazione.
“Cosa provi quando hai le vertigini?”, mi hai chiesto sapendo del mio terrore che tu non comprendevi.
“Immaginala come una forza che mi spinge verso il punto che guardo, mi si paralizzano le gambe e mi batte il forte il cuore”. Inutile dire che era la stessa cosa che provavo ogni volta che mi guardavi negli occhi.
Sembrava una scena da film, in cui la risposta a una domanda banale cela una verità più profonda, imbarazzante da dire. Un pò adolescenziale forse. Potrebbe suonare male pensarti come il mio precipizio, ma se ricordo quanto sia stato meraviglioso affacciarmi nel tuo mondo e negli abissi della tua vita, allora il paragone non è troppo azzardato.
E’ passato tanto tempo ormai, probabilmente non ci vedremo mai più.
Ma nel profondo del mio cuore ti sarò sempre riconoscente per avermi fatto provare emozioni che credevo impossibili e avermi spinto oltre le mie paure, anche se non lo saprai mai e mi ricorderai come il ragazzo che non va oltre il primo piano.



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