Vestìgio
Voce dotta, latino vestigĭu(m), derivato di vestigāre ‘seguire le tracce di qualcuno’.
Sostantivo maschile (plurale vestigi, maschile, o vestigia, femminile, anche, anticamente, vestigie o vestige, entrambe femminili).
1. (disusato, letterario) Segno lasciato dal piede sul terreno; orma, pedata: seguendo le vestigia impresse. / rivolse il corso a la selva vicina (Tasso).
Seguire le vestigia di qualcuno: (figurato) seguirne l’esempio.
(estensione) Piede: e gli occhi porto per fuggire intenti / ove vestigio uman l’arena stampi (Petrarca).
2. (letterario, specialmente plurale) Traccia, indizio, segno che permette di ritrovare, riconoscere e ricordare qualcosa o qualcuno: le vestigia di un’antica civiltà, gli ultimi vestigi dell’antica fama.
3. (specialmente al plurale) Ruderi, rovine: le vestigia di Persepoli.
4. (specialmente al plurale, disusato) Veste, abito, insegna.
Ferahan [fera'an]
Voce araba, da Farahan, nome di un distretto della Persia occidentale.
Anche feragàn.
Sostantivo maschile invariabile.
(arredamento) Tappeto persiano a fondo blu, rosso o avorio su cui spiccano medaglioni decorati con motivi herati o con elementi floreali, molto apprezzato nell’Inghilterra vittoriana.
J. D. Salinger, scrittore americano, si dice [dZei di 'salindZer], quindi con la g dolce. Per dovere di informazione, J. D. significa Jerome David.
Ce l’ha segnalato Marco Marcon.
L’appunto
Vestigio, maschile al singolare, può rimanere maschile al plurale (vestigio) oppure diventare femminile (vestigia).