"Signooore, buongiorno!" Cinguetta la commessa quando le vede entrare.
"C'è qualcosa della mia taglia?" Chiede brusca Ata."Ma ceeerrrto! - afferma convinta l'altra. - Prego".La madre le dà una gomitata mentre seguono la ragazza."Sii più gentile". Le intima tra i denti.Lei si divincola infastidita.La commessa le fa vedere qualche modello.Ata ne prende uno e si dirige in camerino.Il completo pantalone nero è di ottima qualità, ma stringe troppo e le escono i rotolini di ciccia da tutte le parti.Quando esce dal camerino, la madre strabuzza gli occhi inorridita."Stai beniiiissimo! - esclama la commessa più falsa di Giuda. - Un bel paio di scarpe col tacco e...""Sono pronta per la statale". Conclude lei torva."Come?""Niente niente. - dice la madre imbarazzata. - Prova quest'altro, su!"Ata prende controvoglia il tailleur marrone che le porge e torna in camerino."Una vecchia, praticamente". Borbotta guardandosi allo specchio.Esce e coglie lo stesso sconforto negli occhi della madre."Fantaaaastico! - ha il coraggio di dire quell'imbrogliona della commessa. - Come ti dona questo color...""Cacca?" Suggerisce lei sarcastica."Cosa?""No, niente. - interviene sua madre con un sorriso nervoso. - Questo completo, bellissimo, eh! Troppo serio, però. Non un volantino, un ricamo, un vezzo. Ci vorrebbe qualcosa di più... frivolo, ecco".La ragazza, dopo un attimo di smarrimento, s'illumina tutta."Ah, ho capito!"Corre in una stanzetta nel retro e ne esce con un abito verde acqua, lungo, tutto merletti.Troppi.Ata ritorna in camerino sempre più avvilita.Mentre cerca di capire da che punto infilare quell'abito dell'ottocento, sente sua madre che parla con la ragazza."Sa, lei è un po' cicciottella ed è difficile trovare qualcosa di carino della sua taglia"."Capisco". Risponde la commessa compita."Capisce, figurati!" Commenta lei tra i denti."E poi è in quell'età che... - continua la madre, - se mette una cosa troppo seria, sembra una signora, le cose troppo moderne non le stanno bene...""Certo certo...""Ma che cavolo glielo dice a fare! - borbotta Ata nel camerino litigando con l'abito. - Accidenti, ma come si mette 'sto vestito?""E poi, questo matrimonio è troppo importante per lei. Pensi che...""Mamma!"Ata s'è fiondata fuori dal camerino.Scalza, scarmigliata, col vestito che pende da un lato e l'altro impigliato tra i capelli.La commessa ammutolisce allibita.Le parole le sono morte in gola."Basta! Sono stufa! Io al matrimonio non ci vado più!" Urla lei una volta fuori dal negozio."Ata, dove vai? - le chiede la madre furiosa. - Ma ti pareva quello il modo di uscire? Che figura!""E a te com'è venuto in mente di dirle quelle cose, eh?" Le urla di rimando lei continuando a camminare come una furia."E che ho detto di male? - le chiede la madre cercando di starle dietro. - E fermati! Ma vuoi farmi morire?"Ata si ferma."Oddio...uff uff... - ansima sua madre. - O mamma...uff uff... ora muoio". Il suono di un clacson le distrae."Ata, zietta, che fate di bello?" La voce squillante di Liz."Ci mancava solo lei!" Esclama Ata alzando gli occhi al cielo."Per il vestito, sai..." Cerca di spiegare sua madre.Ata la fulmina con lo sguardo.Liz fa un sorrisetto divertito."Conosco il negozio che fa al caso vostro. Se volete, vi ci accompagno". Propone a sorpresa la cugina."No, gra...""Accettiamo!" Risponde fulminea la madre entrando in macchina alla velocità della luce.Ata non può far a meno di seguirle, suo malgrado."Ma non stavi morendo?" Le domanda a denti stretti.Appena entrano nel negozio, però, capisce che la sua sofferta ricerca è finita.Fornito di taglie comode di tutti i modelli e di tutti i colori, non ha che l'imbarazzo della scelta.Opta per un completo pantalone con una fine camicetta di seta a fantasia, che rende morbido e fresco l'insieme."Non ci posso credere!" Esclama mirandosi allo specchio.Dietro, lo sguardo compiaciuto di sua madre e sua cugina."A volte - commenta la titolare del negozio, - le ragazze in carne come te, fanno l'errore d' indossare capi troppo attillati, col risultato di sembrare che stiano per scoppiare da un momento all'altro. Altre, invece, si nascondono dietro abiti troppo larghi, che le ingolfano e nascondono la loro femminilità. Giusto è indossare vestiti pensati per le taglie forti e, soprattutto, della propria misura"."Liz, non so proprio come ringraziarti. Ti devo un favore".Le dice Ata uscendo dal negozio.Non riesce a contenere l'entusiasmo, è su di giri e, soprattutto, non riesce a credere che la cugina abbia potuto farle un simile piacere."Ah, non preoccuparti. - replica Liz con noncuranza. - Al matrimonio andrà anche il titolare di mio marito e non mi andava proprio di fare brutta figura a causa tua".Magazine Racconti
"Ata, dove corri? - domanda la madre ansimando. - Aspetta, fermiamoci un attimo. Sono ore che giriamo per negozi"."Sì, ma solo un attimo, che poi chiudono". Risponde nervosa.Nervosissima.Lo sapeva, lo sapeva che sarebbe stato uno stillicidio trovare l'abito adatto al matrimonio!"Ma perché si è rotto quell'altro?" Piagnucola avvilita."Eh, - considera la madre, - certo che anche tu sei incontentabile, figlia mai! E uno è troppo corto, l'altro troppo stretto, l'altro ancora...""Ah, vuoi dire che c'era un vestito che ti piaceva, forse?" La interrompe stizzita."Veramente...""E poi te l' avevo detto di non venire, che la cosa è lunga e difficile". Continua arrabbiata."Appunto! - esclama la madre. - Come potevo restare a casa e lasciarti sola in un momento del genere!"Ata alza gli occhi al cielo."Va bene. - dice poi. - Andiamo in quel negozio, ora, e speriamo bene!"