
Quei vetri non lasciano più intravedere
l'ebrezza che sorprende.
Son diventati opachi come l'ostinazione,
gramegna che si diffonde,
di chi non vive di volontà.
Quei vetri non si romperanno mai,
sono come lamine d'acciaio
che non si corrode mai.
Quei vetri non si lasceranno mai
attraversare dalla luce della novità.
Sceglieranno la folta coltre
della fuligine
impregnata all'umidità del tempo.
Quei vetri non conosceranno mai
il coinvolgimento della felicità.
Preferiranno all'alba, il tramonto
che qualche volta inganna:
Se si addormenta, ti lascia al buio.
Non ti fa morire,
ma ti lascia lì a deperire.
