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Vi racconto gli angeli

Da Marcellogaletti
VI RACCONTO  GLI ANGELI

Questa foto è tagliata. Tanto non vedreste niente vicino a Moni, una sedia vuota ed un muro. Perchè l'angelo che era seduta vicino a mia moglie quando ho scattato non resta impressa nelle fotografie, come tutti gli angeli.

Partiamo dalla fine di questa storia che parla di angeli. Sono le 11 di sera, Moni mi ha svegliato meno di un quarto d'ora fa, per un'altra emorragia. Sto guidando veloce (…) giù per la valle, a quest'ora non c'è tanta gente, e la maggior parte di loro si mette di lato quando metto le quattro frecce e faccio andare gli abbaglianti. Moni sta mandando messaggi, forse per distrarsi ed evitare di discutere con me perchè pesto troppo sull'acceleratore. L'angelo le aveva detto “se dovessi di nuovo venire giù in reparto mandami un messaggio a qualsiasi ora, se posso vengo”. Il messaggio lo ha ricevuto ed adesso ha anche risposto: “se vuoi mi preparo e arrivo”, dice. Anche se è notte, anche se domani lei è di turno, significa che rischia di farsi la notte e poi tutta la giornata di domani. Poco dopo il nostro arrivo in reparto, eccola lì che entra anche lei. Moni è subito rassicurata quando la vede. Dopo qualche minuto esce in corridoio (il classico corridoio dei mariti che vanno su e giù) e mi spiega che si farà il cesareo, poi passa quasi tutto il tempo dell'attesa a parlare con Moni, a spiegarle, a rassicurarla, come ha sempre fatto e come farà fino a dopo la nascita di Noa. E' lei che l'accompagna in sala operatoria, che mi dice quanto durerà (così mi regala almeno un quarto d'ora di calma, perchè so che prima di mezz'ora l'intervento non finirà), è lei che esce con Noa, mi dice che è andato tutto bene, e lei che viene a chiamarmi al nido per dirmi che Moni è arrivata e che “è un po' sofferente” (così con due parole mi prepara alla visone di mia moglie sconvolta dalla anestesia, con gli occhi grandi così, ed un'espressione di spavento sul viso), lei che mi dice di “farle vedere subito la bimba, così si calma”, poi è lei che l'assiste quando la riportano in camera, le mette l'ossigeno, sempre spiegando, rassicurando, lei me e tutti; torna più volte durante le prime ore (ormai è chiaro che non torna più a casa a dormire) per controllare come sta Moni. Quando ritorno al mattino lei ha appena “preso servizio”, nel senso che è iniziato il suo turno, in totale si farà dalle 23,30 alle 17 del giorno dopo. Ovviamente in giornata passa più e più volte a vedere come sta Moni, sempre con quel sorriso.

Lei ha fatto nascere Blanca, fu un esperienza bellissima (al di là della nascita in sé), facemmo squadra in maniera eccezionale, Moni, lei, ed io. Non l'avevamo mai vista prima, non l'avremmo dimenticata mai più.

VI RACCONTO  GLI ANGELI

Qualche mese fa vado a prendere il latte da Simona, dove da due anni è appeso un foglio con un mio scritto e la foto di Blanca. Casualmente lei era capitata lì qualche giorno prima ed aveva riconosciuto quella bimba in foto (quanti bambini avrà fatto nascere in quasi quattro anni?), e ci mandava i saluti. Casualmente era in servizio la notte in cui siamo stati giù per la prima emorragia di luglio, e nei giorni successivi, quando Moni è stata ricoverata. Poi è andata in vacanza e quindi casualmente Moni non ha avuto altre perdite. Sempre casualmente era lì anche per il secondo ricovero. Il resto l'ho già raccontato.

Quando l'altro giorno siamo andati giù perchè Moni doveva togliere i punti (chi c'era in servizio?!) le abbiamo portato un regalino. Ho avuto l'impressione che ci sia quasi rimasta male, ci ha detto che non dovevamo.

Le ho detto che aveva ragione. Non dovevamo farle un regalo. Volevamo.

VI RACCONTO  GLI ANGELI

L'altro angelo non l'ho fotografata perchè non c'era per la nascita di Noa. Quando siamo arrivati giù quella notte era andata a casa da 40 minuti. Peccato, perchè anche questa volta ha seguito Moni con la solita sapienza e umanità, quella cosa, quella complicità, quella comprensione che si crea tra loro donne che noi possiamo immaginare con la testa ma mai capire con il cuore. Quella mattina del giorno prima l'arrivo di Noa era venuta in camera da Moni, che era ricoverata. Era venuta a scusarsi, quasi a giustificarsi perchè partiva per le vacanze e non ci sarebbe stata per il cesareo programmato per la settimana dopo (poi superato dagli eventi). Ci aveva detto chi avrebbe fatto il taglio, una sua collega che aveva lo studio con lei, quindi potevamo fidarci, eccetera. Aveva detto a Moni “mi raccomando, mandami un messaggio quando nasce!”. Poi aveva fatto una cosa che mi aveva toccato un casino. Aveva detto a Moni “ciao topolina”, le aveva dato una carezza e poi aveva dato un bacio a lei ed uno a me (rimasto a quel punto basito e con le lacrime agli occhi) ed era uscita dalla camera.

A casa nostra viviamo in quattro, adesso. Ma in realtà in famiglia siamo sei.

Quattro umani e due angeli.

VI RACCONTO  GLI ANGELI



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