Magazine Cultura
Sardo,
di Pierluigi Montalbano
I ruoli della comunità sono precisi ma frequentemente vengono scambiati secondo le necessità, e le richieste delle famiglie ai capi e ai sacerdoti sono sempre accompagnate da validi motivi.
L’unico mestiere che non consente riposo ed eccezioni è quello di Porax, il maestro dei metalli. Nella sua bottega, un bel circolo di pietre alto quattro braccia, e aperto così da consentire al fuoco di smaltire meglio il calore e i fumi, è un via vai di individui con richieste sempre precise: affilare le lame, preparare le punte per le frecce, fondere un rottame per ottenere metallo nuovo, aggiustare con grappe un vaso in terracotta rotto per il troppo utilizzo e, soprattutto, preparare tutto ciò che il capo vuole sempre lucido e pronto all’uso. Guadagna bene Porax, è il più ricco fra i popolani, e sua moglie veste lino e prepara cibi sempre caldi e vari per i suoi figli.
Al suo laboratorio arrivano sempre con qualcosa da offrire per i servigi resi e per la perizia nelle rifiniture che lo contraddistingue da quando il padre lo prese a lavorare con sé. Il rumore che si solleva quando Porax batte sul metallo per addolcirlo è insopportabile, e il capo volle che la bottega fosse spostata a cento braccia dal villaggio. La sera, quando arriva il momento del riposo, l’artigiano chiama i due servi e si fa aiutare a trasportare le scorte di metallo all’interno della casa del capo. Ogni giorno si ripete il consueto trasporto, dal deposito al laboratorio, su e giù per il villaggio, con i due servi che si proteggono le mani con pezze in cuoio e Porax che segue con occhio attento tutti i movimenti degli aiutanti. Il capo gli ha commissionato un rivestimento per i bracieri che riscaldano la casa nella stagione fredda. Sua moglie, Nesa, ha visto questo sistema innovativo che conserva meglio il calore alla festa di matrimonio di Kal, figlio di Molkesh, sovrano del clan degli Ilenesh. Sono i mercanti navigatori che trasportano pelli e avori scambiandoli con rame destinato ad un popolo che vive lontano, dove il sole è forte e la vegetazione soffre per le scarse piogge. Insieme a Porax lavora Sila, un giovane orfano che la famiglia allevò fin da tenera età. I suoi genitori morirono durante una rivolta, quando nel villaggio ci fu una congiura per rovesciare il potere. Il vecchio re non aveva più il controllo su alcuni capi di confine che si allearono con il potente Mokor, sovrano di vasti territori lungo il fiume. Il suo popolo viveva di agricoltura e pastorizia, ma il surplus derivante dalla produzione era interamente destinato all’acquisto di metalli per fabbricare armi. Aveva combattuto in oriente Mokor, e sapeva come approvvigionarsi di materiali e uomini che sapevano fondere il bronzo. Con le sue armi riuscì rapidamente ad assoggettare le genti del fiume e ampliò i suoi possedimenti annettendo ad essi anche i territori di Kertos. Sila fu risparmiato dal nuovo re e fu accolto nella famiglia di Porax. Si confidava spesso con il suo genitore adottivo e nutriva la speranza di uccidere Mokor, l’assassino dei suoi genitori. Imparò presto a fondere i metalli e raccoglieva qualche rottame per riuscire, un giorno, a fabbricare un pugnale. Una sera Porax non andò al lavoro e chiese a Sila di completare il lavoro dei bracieri. Il giovane riuscì a risparmiare qualche frammento di metallo e, nonostante avesse rifinito a regola d’arte la commissione per Nesa, completò il lavoro di raccolta di quel tanto che bastava per preparare un bel pugnale. Lavorò tutta la notte, e il rumore della lama che veniva affilata era attutito dalla pioggia che incessantemente cadde nel villaggio fino al mattino. Alle prime luci dell’alba arrivarono gli aiutanti di Porax per scaricare i metalli da lavorare, come tutti i giorni, e trovarono il giovane addormentato sul giaciglio del laboratorio. Il pugnale era ben conservato all’interno dell’imbottitura e i bracieri, lucidi e perfetti, erano pronti per essere consegnati. Svegliarono Sila e si fecero aiutare a caricare il lavoro sul carro. In quel momento giunse Porax, e vedendo la raffinata lavorazione eseguita dal giovane, decise di premiarlo. Gli offrì una paga adeguata al grado di maestria raggiunto e da quel giorno nel villaggio ci furono due maestri. Intanto nella casa di Porsiace, uno dei sacerdoti del tempio, iniziavano i preparativi per la cerimonia di iniziazione del giovane Remes, figlio primogenito di Restivo e Arianna,…
...e con ciò lascio aperta la possibilità di proseguire aggiungendo altre vicende. Anche se non si tratta di letteratura scientifica, siete pregati di citare fonte e autore, chissà che un giorno mi decida a scrivere l'intera vita di questa comunità che vive nella mia fantasia. :)
Nell'immagine: il sacerdote di San Sperate
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