“Chi ha voluto mettere a disposizione questo materiale lo ha fatto perché patisce la radicale ipocrisia di coloro che sanno tutto ma non vogliono ammettere ciò che sta accadendo in Vaticano, preferendo fare buon viso a cattivo gioco”.Documenti e anche registrazioni vocali che portano il lettore di fronte ad una serie di fatti, certi, chiari: se il Vaticano fosse un paese dell'Unione Europea dovrebbe portare i libri in tribunale, sarebbe ad un passo da un default, avrebbe seri problemi nel trovare le risorse per pagare stipendi, pensioni, i fornitori. Tutto lo scandalo che ha portato due giornalisti italiani, Gianluigi Nuzzi e Emanuele Fittipaldi, autori di due libri di inchiesta sullo stesso tema ora rinviati a giudizio, nasce proprio da questo: aver messo in luce qualcosa che doveva essere ben celato. Da una parte gli aspetti economici di cui si è detto sopra, dall'altra le resistenze che il papa e la commissione Cosea (sulla situazione economica) stanno affrontando per portare avanti la sua rivoluzione, quella promessa il giorno della sua proclamazione a Pontefice massimo, di un papa venuto dai confini del mondo e che si presentò alla folla in modo così semplice, spoglio. La sua rivoluzione segue il corso di quella che probabilmente avrebbe portato avanti prima di lui papa Luciani contro i massoni nella Chiesa: un repulisti di tanti cardinali eccellenti
“I primi nomi sono quelli di Paul Casimir Marcinkus, il monsignore che dirige lo Ior, la banca del Vaticano, e dei suoi più stretti collaboratori: Luigi Mennini e Pellegrino de Strobel.[..] Tra le altre figure di spicco da sostituire ci sono l’arcivescovo di Chicago, cardinale John Patrick Cody, e il vicario di Roma, cardinale Ugo Poletti. Lo stesso cardinale Villot è destinato a essere allontanato”.Allo stesso modo, quattro mesi dopo il conclave che l'ha eletto, papa Francesco decide che è arrivato il momento di cacciare i mercanti dal tempio:“È l’inizio di una guerra. Una guerra ancora in corso, chiusa nelle segrete stanze dei palazzi vaticani. Questo libro la racconta con documenti finora mai resi pubblici e con le prove del gigantesco e all’apparenza inarrestabile malaffare[..]Seguiremo, stazione dopo stazione, la via crucis che silenziosamente sta percorrendo il papa gesuita venuto dall’Argentina”.Una chiesa semplice, che si occupasse delle anime dei fedeli più che dello sfarzo dei membri della curia. Una chiesa che sia in grado di far fruttare i propri beni, i musei, i palazzi, i suoi tesori, proprio come racconta la parabola di Gesù. Una chiesa che sappia mettere fine, una volta e per sempre, ai tempi di Calvi e Sindona, allo Ior come banca offshore usata per riciclare denaro sporco, ai vergognosi privilegi di cui godono taluni personaggi della cittadella romana. I palazzi da centinaia di metri quadri, gli sgravi fiscali (in Vaticano non si paga l'Iva sui beni) usati per alimentare traffici sottobanco: “buchi da 700mila euro al supermercato, mezzo milioni nei depositi di abbigliamento, 300mila in farmacia”. Ci sono 41mila tessere in Vaticano con cui è possibile comprare beni nei negozi, senza pagare l'Iva. A chi sono state concesse, visto che i dipendenti sono 5000 e i cittadini appena 836? L'Obolo di San Pietro rappresenta “l’aiuto economico che i fedeli offrono al Santo Padre, come segno di adesione alla sollecitudine del Successore di Pietro per le molteplici necessità della Chiesa universale e per le opere di carità in favore dei più bisognosi”: questi soldi sarebbero stati usati per pagare le spese correnti della curia, senza nessuna trasparenza , il Cosea si è visto negare dalla Segreteria di Stato l'indicazione di come sono stati usati questi soldi. Per ogni euro che arriva in Vaticano “solo 20 centesimi finiscono in progetti concreti di aiuto ai poveri. Questo perché la situazione nei sacri palazzi è fuori controllo: quasi tutti gli enti nei quali l'ex segretario di Stato Bertone ha piazzato cardinali di sua fiducia mostrano i conti in rosso”. Il buco delle pensioni che nessuna fino ad oggi ha voluto affrontare, la fabbrica dei santi in mano a pochi personaggi più interessati alla raccolta di denaro: per il processo di santificazione si arriva a spendere anche mezzo milione di euro oltre a quelli per i “ringraziamenti” per i prelati chiamati a pronunciarsi sulle gesta del futuro santo o beato. Una gestione incosciente dei lavori per le ristrutturazioni e per le forniture, dove spessi si registrano scostamenti tra i preventivi e i consuntivi:
Uno dei responsabili mi diceva: “Ma vengono con la fattura e allora dobbiamo pagare…”. No, non si paga. Se una cosa è stata fatta senza un preventivo, senza autorizzazione, non si paga. (…) C-h-i-a-r-e-z-z-a. Questo si fa nella ditta più umile e dobbiamo farlo anche noi: prima di ogni acquisto o di lavori strutturali si devono chiedere almeno tre preventivi che siano diversi per poter scegliere il più conveniente (…). Senza esagerare possiamo dire che buona parte dei costi sono fuori controllo”.
Bilanci poco attendibili, spese fuori controllo, nessun controllo dei costi, dipendenti assunti senza nessuna razionalizzazione, troppi centri per la gestione del personale. Nessuna stima del valore degli immobili spesso dati a canoni fuori mercato a vip, con differenze tra canone reale e canone d'affitto sulla carta: Nuzzi racconta come quelli nel portafoglio dell’Apsa, l’amministrazione del patrimonio della sede apostolica, valgono 2,7 miliardi ma sono a bilancio per una somma sette volte più bassa. Il capitolo IOR: se Apsa è una sorta di banca centrale del Vaticano, lo IOR è la banca che dovrebbe seguire le sole opere religiose. Ma le cronache giudiziarie legano la banca a Calvi, Sindona e Marcinkus. La mafia, la loggia P2, il riciclaggio di denaro sporco.
“Che tipo di problema abbiamo? Sono soprattutto persone fisiche che utilizzano i loro conti per operazioni illegittime, riciclaggio in tutti i sensi. Possono essere membri del clero, possono essere persone laiche, non c'è una regola dove il rischio sia più alto”.
A parlare così è Ernst von Freyberg, neo presidente dello IOR, in una lettera ai cardinali e al papa, dove ammette per la prima volta forse, del riciclaggio di denaro. Significa che, sabotato il lavoro di Gotti Tedeschi, la banca è ancora ben lungi da essere un ente trasparente e che il Vaticano è consapevole delle attività illegali. Ci vorrà del tempo per completare questa “via Crucis”: il lavoro della Commissione referente sull’organizzazione della struttura economico-amministrativa (Cosea), i suggerimenti per una revisione dei poteri e della struttura in Vaticano non è stato completato. Molte sono le resistenze al cambiamento da parte di quanti (e non sono pochi) hanno beneficiato della contabilità discrezionale, del riciclaggio, degli sprechi e del lusso. Prova ne sono le malignità, le veline, gli avvertimenti registrati in questi mesi: le voci su una presunta malattia del papa (che dunque non sarebbe più nel pieno possesso ....). La scoperta di cimici (alcune non funzionanti) negli uffici della Prefettura. Le esternazioni e i gesti di coloro che sono contrari a questa riforma, la parte del vecchio clero, da Ruini a Sarah. Altre letture: Vaticano massone di Giacomo Galeazzi I costi delle pensioni del Vaticano che gravano sullo Stato Italiano La scheda del libro sul sito di Chiarelettere. I link per ordinare il libro su Ibs e Amazon.