ROMA – Da qualche tempo s’ era sopito, non premiato dalle urne e trascurato a favore di prospettive e battaglie più nostrane e locali. Ma il crollo dei mercati, la speculazione, lo spettro della Grecia e del default stanno facendo lentamente riemergere l’ euroscetticismo. Ora lo rivendicano i Comunisti-Sinistra popolare, guidati da Marco Rizzo, che invocano l’ uscita immediata dall’ euro e dall’ Unione europea. Ma qualche tentazione di dire no all’ Europa e alla moneta unica riaffiora anche altrove. Riecheggiando lo scetticismo (mai tramutato in un no alla moneta) di Cesare Romiti, che nel 2000 disse: «L’ euro va scritto con la minuscola, anche perché senza un potere politico alle spalle non esiste moneta». Rizzo rivendica apertamente il suo euroscetticismo: «Siamo l’ unica forza a sinistra che osa infrangere il tabù ideologico dell’ Unione europea e il ricatto del debito pubblico: da vent’ anni un ricatto appeso al collo dei lavoratori». Fausto Bertinotti amava ripetere: «No all’ Europa dei capitali, sì all’ Europa dei popoli». Rizzo dice di no due volte: «Invocare l’ Europa dei popoli è come dire che il capitalismo è buono. Ma come fa a essere buono il capitalismo, che è basato sul profitto? Al limite può essere caritatevole». Il segretario dei Comunisti-Sinistra popolare (fondato nel 2009 dopo la sua espulsione dal Pdci) critica «la sinistra radicale e Vendola, che non attaccano l’ Unione perché vogliono l’ accordo con il Pd e le poltrone», e chiede di «uscire dall’ Europa». Non che sia facile, ammette: «Ci hanno provato i francesi con il referendum, ma siccome l’ Europa è una dittatura non è successo nulla. Ma qualcosa si può fare: anche a Leonardo nel ‘ 600 dicevano che volare è impossibile». Allora propone un’ altra soluzione: «L’ internazionalizzazione della lotta, con i compagni greci che riescono a mobilitare milioni di persone». E poi: «L’ Italia non paghi il debito verso le banche e le grandi imprese. Lo faccia pagare alle grandi imprese straniere».
L’Italia non paghi i debiti ed esca dalla UE.
L’ultimo comunista, Marco Rizzo.
(pag.8 il giornale 16 luglio)
Onorevole Rizzo, cosa combina da quando non è più in Parlamento?
«Sono segretario del partito Comunisti Sinistra Popolare».
Niente a che fare con Vendola?
«Me ne guardo bene. Quella di Vendola e Bertinotti è finta sinistra, che svende le idee e sacrifica le speranze di milioni di persone per salire sul carro dei vincitori. Il Pd non lo considero nemmeno un partito di sinistra perché è funzionale all’“Europa della rapina” e insegue la modernizzazione capitalistica».
Lei vorrebbe l’Italia fuori dalla Ue?
«Certo. L’Ue è sempre pronta a salvare banche e monopoli, sulla pelle dei lavoratori, soprattutto quelli del ceto medio. Proprio in questi giorni stiamo assistendo a una sceneggiata. Appena i mercati hanno fatto la faccia feroce, destra e sinistra si sono accordate su una manovra da 50 miliardi, con tagli pesantissimi, che ricadono sui cittadini».
Questa richiesta non ricalca quella della Lega?
«No. La nostra è una proposta alternativa. La Lega invoca il federalismo, che si traduce in iper-europeismo: indebolisce l’Italia e rafforza il potere di Bruxelles. Inoltre i leghisti vorrebbero un Senato delle Regioni, mentre noi puntiamo su una Camera dei Lavoratori, che sono poi quelli che nel nostro Paese producono».
Qual è allora la soluzione?
«L’Italia non deve pagare il debito pubblico e deve uscire dalla dittatura dell’Europa, che obbliga al rientro solo per rifinanziare e assecondare le mire dei grandi poteri economici. Noi vogliamo ricostruire un grande partito comunista, sul modello di quello greco Kke. Purtroppo la sinistra qui da noi non esiste. Il Pd è la forza più capitalista che c’è sulla scena politica italiana e Rifondazione va a braccetto con il potere. Sarà per questo che la gente si allontana sempre più da questa sinistra di facciata e si avvicina al nostro partito, che in questi giorni ha ottenuto 500 nuove adesioni».