Magazine Diario personale

Via dei Matti numero Zero

Creato il 09 aprile 2012 da Povna @povna

La storia, in estrema sintesi, l’aveva già raccontata qui e qui. Così come qui aveva dato notizia di nuove e imminenti decisioni abitative. Riassumendo all’osso, la ‘povna ha vinto, infine, la lunga causa sulla sua casa che si trascinava da anni. E, altrettanto prevedibilmente (del resto lei l’aveva già detto di essere finita dentro Dickens), questa vittoria, nella pratica, porta (se va tutto bene) a moltissime complicazioni. Prima tra tutte quella di cercare un accordo con la proprietaria dello stabile dove ha vissuto per quindici anni, PazzaFolle, che (i lettori lo capiranno chiaramente) non si chiamerebbe così se non fosse per il nomen omen. Martedì 3 aprile, dunque, dopo aver cliccato invia sulla sua domanda di trasferimento, la ‘povna si è recata dall’avvocato con Mr. Mifflin, per discutere di strategie immediate, e anche future.
“PazzaFolle ha detto che con te è disposta a trattare a condizioni extra” – le aveva detto l’avvocato ChiParla – “dunque, prima di ogni altra cosa, vai, ascoltala, e capisci che cosa vuole fare”.
Detto e fatto.
La ‘povna ha dedicato la mattina del venerdì di vacanza a questo necessario abboccamento, uscendone però (come era prevedibile) con la proposta di condizioni senza senso, e la necessità dunque di procedere, al più presto, a una diversa strategia di trattativa. Questo prevede che la ‘povna – invece che in un anno circa (come si era profilato in partenza) – abbandoni la sua casa il più presto possibile, cercandosi un affitto, là dove per “presto” non ci starebbe male dire “ieri”. E prelude anche – per una serie di ragioni ottime e giuridiche che non mette conto raccontare qui (del resto, ad azioni legali ancora in corso, non è nemmeno saggio) – al fatto che tra circa un anno la ‘povna (liberatasi dall’influenza maligna della Pazza) possa mettersi di nuovo sul mercato alla ricerca (e con la possibilità liquida) di una nuova soluzione da comprare.
La cosa, in sé, non le dispiace per niente. Se la sua casa silenziosa e interna le è stata bene per parecchi anni, va detto che da un po’ di tempo a questa parte le stava pure stretta. Per tacere del fatto che la presenza di PazzaFolle (amichevolmente chiamata così dalla piccola città tutta) aveva lentamente (neppure troppo) e inesorabilmente trasformato il condominio in quello della nota canzone.
Inaspettata è invece la logistica: che arriva a proporre un doppio trasloco là dove uno sarebbe stato più sensato e semplice; e soprattutto scombina i tempi della programmazione delle attività ‘povniche prossime venture.
Al sentire le novità la ‘povna dunque prima è rimasta sconcertata (ovvio), poi ha ringraziato oltre modo se stessa di avere fatto a scuola una programmazione tale che, se anche da oggi in poi facesse poco e niente, le riserverebbe comunque undici voti a testa per tutti i suoi alunni, infine ci ha pensato su e (specie grazie all’incoraggiamento di A., vista nel pomeriggio: “Un trasloco, che sarà mai, ti sembra di avere tante cose, ma sono libri, il resto è semplice: tranquilla, ‘povna, ti aiuto io!”) ha deciso che va bene così, e la cosa la convince. Del resto, come fa dire John Ford in Furore al suo protagonista: “Non ci vuole coraggio per quello che bisogna fare per forza”. E dunque (e qui a parlare è il vecchio Bearzot in Spagna) da domani si sentono uffici immobiliari e agenti; e poi “Palla lunga, e pedalare”.


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