Il Pelliccia ed io staremmo quasi pensando di cambiare casa **risate preregistrate di sottofondo**.
Sono passati più di due anni dal giorno felice in cui ci siamo trasferiti qui, in via dei Matti numero zero e per chi ancora si sta chiedendo come sia possibile che due sfigati come noi abbiano trovato un appartamento a un tiro di cannuccia dall'Area C, la risposta è: basta scegliere un palazzo che sta insieme con lo scotch.
Quando due anni fa il Pelliccia ed io approdammo qui, eravamo satolli del nostro amore e con tanta tanta voglia di costruire il nostro nido. Ovunque fosse. Ma ovviamente non a qualunque costo. E poi che bugiarda, non è vero che ci saremmo accontentati di un "ovunque " qualsiasi: io volevo che fosse da qualche parte in centro. Perché ho il culo pesante, uno. E due, perché sotto sotto sono inguaribilmente snob. Ergo, la famosa arte del compromesso: sotto la Madonnina sì, ma nella casa dei Lego. Mi ricordo ancora lo sguardo di terrore che è saettato tra me e il Pelliccia quando la padrona di casa, illustrandoci l'appartamento allora vuoto, ci disse: "Qui nel bagno la porta c'era ma l'hanno divelta, non so perché!". Non lo vogliamo sapere, signora.Il nostro appartamento da vuoto sembrava una padella wok: alto ai bordi e basso in centro, ovvero, sfondato. Adesso è pieno e non c'è un mobile che sia uno in grado di stare in piedi senza pezzi di cartone e cunei di legno che lo tengano in bolla. Lavare i vetri è uno sport estremo in casa Pelliccia, perché bisogna trovare l'esatto punto di equilibrio sulle piastrelle sconnesse ed evitare di ribaltarsi di sotto.
E, parlando di finestre, il Pelliccia ed io ci siamo trasferiti in Novembre, quando le giornate cominciavano ad accorciarsi. E per fortuna, perché alla nostra protesta circa le persiane marce e pericolanti (io non le tocco!, urlai, Uccideranno qualcuno!!), la padrona di casa ha risposto facendocele trovare smontate sul pavimento della camera; e quando abbiamo alzato il ditino facendo notare che forse, le persiane erano uno strumento abbastanza irrinunciabile in una camera da letto, il suggerimento pensato è stato quello di ovviare con delle belle tende spesse. Così col Pelliccia abbiamo dormito due mesi con i cartoni attaccati alle finestre. E poi abbiamo capitolato e ste persiane ce le siamo comprate.
D'altronde, eravamo già temprati dalla precedente esperienza con lo scaldabagno per cui, impegnati a montare le mensole dell'Ikea, ci sorprese la chiamata della padrona di casa che ci avvisava dell'imminente arrivo della ex coinquilina per riprendersi lo scaldabagno. Scusi? Eh certo, lo scaldabagno è suo. Cioè vuole dire che lei ci ha affittato un appartamento senza l'acqua calda?!
C'è da dire che, in due anni e con tanto amore, il Pelliccia ed io siamo riusciti a trasformare l'antro delle streghe in una casina tutto sommato accogliente, nonostante la stufa che per non andare in blocco deve rimanere smontata e la porta d'ingresso che, rimessa insieme in qualche modo dopo l'intrusione dei ladri, non ha più una serratura ma un buco nel legno in cui infilare la chiave. E nonostante il citofono non abbia mai e dico mai funzionato, costringendoci alle sceneggiate napoletane dalla finestra ogni volta che suona qualcuno.
Ma se la struttura in sé e per sé non è forse il massimo, sono ben altre le cose che collocano questa casa in via dei Matti numero zero. Al piano terra del palazzo hanno da poco aperto un centro massaggi cinese. Sì, uno di quelli che fanno il massaggio romantico a 50 €. Che vi dirò, a me starebbe anche bene, se non che per sottolineare la tendenza del locale si è deciso di posizionare sul pianerottolo una lampadina che emana una soffusa luce rosa. Ed è sempre bello quando torno dal lavoro schiacciare l'interruttore e trovarsi a Pigalle.
E poi succedono le cose strane: tipo l'altra mattina, che scendo un po' assonnata, con in mente solo il cappuccino che ancora dovevo bere, e mi trovo nell'androne una montagna di michette. Ma tante, tipo un chilo di michette di fianco alle bici! La spiegazione? Boh, nessuno l'ha scoperta mai.
E però. Però c'è che in via dei Matti numero zero alla fine si sta bene. Solo qui succede che si facciano le grigliate in cortile d'estate,e se si annerisce col fumo il muro del pittore che sta al piano terra, nessuno si arrabbia o si lamenta. Anzi, il ristorante di fianco ci mette il vino. E in primavera, quando si cominciano a lasciare le finestre aperte la sera, in orario aperitivo l'elettricista del terzo piano mette la musica per tutti. Solo qui succede che rientri tardi la sera, incroci la coppia che abita sotto di te e ti tirano sbronza a suon di grappa croata. E se vai via qualche giorno c'è chi è disposto a farsi sette piani tutti i giorni per sfamare il tuo gatto.
Ecco perché io e il Pelliccia giriamo, cincischiamo, spulciamo i siti ma poi, di fatto, temporeggiamo. Perché di nido d'amore ce n'è uno, e per quanto brutto, malandato, pazzo e assurdo, il nostro è ancora qui. Dovremmo crescere, ma c'è ancora tempo...