Ricordo che quando andavo all’asilo spesso mi prendevano in giro per il fatto che io amavo i Lego. Mia madre me li comprava spesso perchè li adoravo e non li considerava affatto giocattoli maschili. Vedere quei mattoncini colorati che piano piano si trasformavano in torri con quegli omini mi appassionavano non poco. Eppure la Lego era consdierata una categoria di giochi maschili e all’asilo me lo ripetevano spesso le maestre e le mie compagnette.
Sono passati circa vent’anni da allora e nel 2012 la Lego conferma il pregiudizio: sono giochi maschili perciò ora mi metto al lavoro per creare una linea femminile!
Detto fatto e non lo avesse mai fatto eccoci con una linea Lego completamente rosa con bamboline dai corpi sessualizzati che ricoprono ruoli sessualizzati e stereotipati come casalinghe, velinotte al salone di bellezza e così via come se il ruolo delle donne è farsi belle e sfornare pranzetti.
E come se non bastasse, mentre per i maschietti i mattoncini sono di tutti i colori per le femmine c’è solo la scelta del fuchsia e del viola e i mattoncini sono più facili da costruire in base al pregiudizio delle donne incapaci e più stupide dei maschi che devono circondarsi di cose rosa da vera ochetta giuliva, da saloni di bellezza e mattoncini facili da assemblare!
Sorprendentemente l’episodio ha creato numerose polemiche, ma tranquilli non in Italia!
In Italia ci sono i cattolici (non troppo diversi dai talebani) che sostengono i giochi sessisti per non fare diventare gay i bambini e Costanza Miriano che ci consiglia di tornare sottomesse. Guai a dire in Italia che il rosa fa schifo e che le bambine sono costrette a giocare con giocattolini stereotipati, pena l’essere considerate integraliste, pazze, perchè le donne devono sposarsi ed essere sotomesse, ricoprendo il ruolo di oggetto sessuale e ornamento casalingo perchè vedono nella parità di sessi una delle cause dell’omosessualità.
Poi c’è il Giornale che consiglia di ricoverare i genitori in un reparto psichiatrico perchè non accettano la visione sessista che viene imposta alle figlie. E chi se ne importa se sono i genitori quelli che hanno il compito scegliere cosa comrpare alle loro bambine e quindi anche il diritto di indignarsi? Ma il giornale consiglia il ricovero anche alle femministe, il rosa non si tocca!
Si vede che siamo molto indietro rispetto agli altri Paesi proprio per due cancri che ci portiamo appresso: il berlusconismo e il Vaticano.
Non mi stupisce la presa di posizione dei cattolici e de Il Giornale, perchè i primi ci vogliono a casa e i secondi ci vogliono tutte alla stregua di una massa di veline senza cervello.Loro hanno una visione veramente superficiale della realtà, secondo loro le bambine scelgono di giocare con quei giocattoli per loro libera scelta come le veline scelgono di sculettare in tv senza consdierare la manipolazione mediatica che subiscono sin da quando sono nella culla.
Anni fa è in Gran Bretagna nata una campagna che si chiama Pink Stinks (che ha preso parola contro la Lego), fondata proprio per liberare le bambine dai giocattoli sessisti e patinati che condizionano l’avvenire delle nostre figlie, una campagna che risquote molto successo nel mondo anglosassone e in Nord Europa dove iniziano ad educare i bambini a ruoli non stereotipati e praticamente sconosciuta in Italia.
Qulacosa però sta cambiando anche da noi, sono tantissime le ragazze che ci contattano per avere consigli su come realizzare le loro tesi universitarie sugli stereotipi di genere. Una di loro mi ha segnalato un sito che promuove ai bambini un educazione stereotipata fatta di mestieri per femmine e per maschi. Si tratta di album da colorare che sembrano venire dagli anni ’50.
Poi vengo alla conoscenza di un libro che denuncia gli stereotipi di genere nei testi delle elementari. Si intitola “Educazione sessista: stereotipi di genere nei libri delle elementari”di Laura Albano, Feltrinelli editore. Vi propongo un bell’articolo dell’autrice che sta girando per presentare il suo libro che spero che venga adottato come libro di testo nelle scuole:
“Almeno un centinaio di donne e uomini di tutte le età hanno affollato ieri lo Spazio Eventi della Feltrinelli International di Firenze per la presentazione del libro di Irene Biemmi “Educazione sessista – stereotipi di genere nei libri delle elementari” – e questa è la buona notizia.
La cattiva notizia è che, ci dice Biemmi, la situazione nella scuola per quanto riguarda le discriminazioni sessiste è ben lontana dall’eccellenza raccontata dalle ex ministre Gelmini e Carfagna. I numeri della sua ricerca, condotta su un campione di testi delle principali case editrici del settore, parlano chiaro: la discriminazione c’è, quantitativa e qualitativa. Solo per fare qualche esempio, tra i personaggi delle storie ci sono 16 maschi ogni 10 femmine; le professioni attribuite ai maschi sono 50, quelle attribuite alle femmine 15 (e spesso improbabili); gli aggettivi riferiti a maschi e femmine sono distinti e continuamente squalificanti per le seconde. Persino la collocazione spaziale dei personaggi è fortemente discriminatoria: i maschi viaggiano per mari isole boschi e deserti, le femmine al più si affacciano sul terrazzo o nel giardino di casa.
Nel complesso, conclude Biemmi, i testi appaiono in ritardo nella registrazione dei cambiamenti sociali dei ruoli di genere. E i pochi anti-stereotipi presenti sono perlopiù messi in luce negativa (la mamma che lavora e cucina solo surgelati…).
Zanardo sottolinea quanto sia prezioso il lavoro di Biemmi, che collabora anche con Il Corpo delle donne: “Se questa ricerca fosse stata fatta e ascoltata tempo fa – dice – non ci sarebbe stato bisogno del nostro documentario”. Prendendo spunto anche dalla “questione Fornero”, si sofferma in particolare sul sessismo linguistico e sull’importanza di introdurre cambiamenti nella lingua quotidiana, secondo le regole sistematizzate da Alma Sabatini e ricordate da Biemmi nel suo libro. Rileva poi come i modelli identificativi al femminile forniti dalla scuola siano altrettanto poveri di quelli della TV: le giovani, dice, chiedono soprattutto modelli alternativi e positivi.
Numerosi gli interventi del pubblico, rimasto folto e compatto fino all’orario di chiusura”.
Notiamo che anche nel nostro Paese si sta iniziando a diventare intolleranti agli stereotipi di genere, male pressioni sociali contro chi combatte questa forma di abuso contro le bambine, costrette ad accettere ruoli stereotipati fino a diventare vulnerabili alle discriminazioni di genere e alle violenze sessuali, sono imminenti.
Ci chiediamo:
- Quanti saranno i genitori che continueranno a riempire le loro figlie di giocattoli e abitini rosa senza nemmeno accorgersi che ciò significa privare le bambine delle loro future aspirazioni e portarle ad accettare e subire discriminazioni?
- Quanti saranno i genitori che ancora continueranno a fare piangere i loro figli maschi nei centri commerciali perchè non gli comprano le bambole da loro desiderate?
- Quante ancora saranno le scuole che continueranno a fornire ai loro alunni libri stereotipati privi di volti femminili importanti, contribuendo a tramandare una visione arcaica e sessista che vede le donne come esseri inferiori e angeli del focolare?
- Quanti giornali continueranno ancora a contestare ogni protesta femminile volta a cancellare dal mondo, la discriminazione e la violenza contro le donne?
- Quanto ancora dobbiamo sopportare una tv che propone alle bambine ruoli stereotipati e donne-oggetto semi-nude e spogliate affianco a uomini pelati e di mezza età con il doppio dei loro anni, eredità di una televisione creata da Berlusconi, lo Schettino del Governo italiano, che ha abbandonato la “nave” mentre affondava a causa sua e che ha fatto fare dei passi da gambero al nostro paese, promuovendo una visione delle donne talmente stereotipata e penalizzante (sopratutto nel mondo del lavoro e dell’empowerment) che stiamo perdendo perfino i pochi diritti conquistati in passato.
Combattiamo il sessismo e le gerarchie sociali partendo dall’infanzia!
Mary
COMMENTI (3)
Inviato il 20 novembre a 16:57
Che squallore! Dite "Via il sessismo dall'infanzia" e poi leggo queste cavolate, queste statistiche ridicole addirittura raccolte in un libro "...tra i personaggi di storia ci sono 16 maschi e 10 femmine...", dico, ma dove siamo arrivati! Ma è possibile? Perchè perder tempo e denaro per queste assurdità? Ma poi scusa, le figlie femmine sono attratti dai "lego" per bambini? E perchè non glielo comprate senza montare ste polemiche? Ma onestamente non ho mai visto un bimbo piagnucolare, addirittura in un centro commerciale, per una bambola...semmai un robot o una pistola, semmai le femminucce, ma questo è normale, è la natura! Mio figlio quando vede una bambola della sorellina la lancia via di corsa. Perchè volete stravolgere la natura plagiando persino i bambini? Lasciateli stare fuori dal vostro mondo femminista, sessista e matriarcale. Avete già fatto tanto danno!
Inviato il 29 maggio a 09:00
l'autrice del libro è Irene Biemmi, la recensione è di Laura Albano.
Inviato il 28 maggio a 14:35
Ciao, apprezzo molto il tuo post e l'ho linkato sul mio blog http://woodstock75it.wordpress.com/2012/05/28/come-sempre-dalla-parte-delle-bambine/ Spero non ti dispiaccia.
Purtroppo la realtà dell'educazione delle bambine è veramente retrogada, ed aggiungerei anche in retrocessione. Mi piange il cuore.
A.F.