Agrigento è tra le province che, nei decenni precedenti, più ha dovuto fare i conti con le conseguenze dell’amianto. Sia in termini di inquinamento ambientale, sia, anzi soprattutto, in termini di salute umana.
E l’approvazione della legge regionale “a tutela della salute e del territorio dai rischi derivanti dall’amianto”, seppur con un ritardo ventennale, segna un passo miliare nell’iter portato avanti dall’Osservatorio nazionale amianto e dal Comitato scientifico (presieduto dal parlamentare Pippo Gianni).
A livello isolano, comunque, il quadro è abbastanza nebuloso.
Nel 1992 lo Stato italiano emanò la prima legge in merito, la 257, che proibiva l’uso di materiali contenenti amianto e imponeva agli enti locali il monitoraggio delle proprie strutture e un’azione sugli edifici privati per avere un quadro complessivo della situazione.
A Menfi, al momento, l’unico impegno mantenuto in termini di lotta all’amianto sono le risorse impegnate per la sua raccolta lungo le strade e in discariche abusive. La Contrada Bonera, ad esempio, è sempre stata meta ideale per scaricare eternit e sfabbricidi. Vani i tentativi di ripulire definitivamente l’area al seguito di alcune interrogazioni consiliari.
Negli anni, in verità, non sò se è mai stato fatto dell’altro. Il nostro auspicio è che il nostro Comune sappia determinare con precisione quanto materiale in cemento-amianto ha “in casa”, elemento spesso mortale con cui all’epoca si realizzavano recipienti, onduline, tubazioni o fioriere che venivano collocate ovunque.
Lo scoprirà, verosimilmente, grazie alle risorse messe a disposizione dalla Regione per l’azione di monitoraggio del territorio che precederà, poi, la bonifica.
Via l’amianto da Menfi !