Viaggio a Nanga di Jorn Riel è l’esempio del classico libro Iperborea.
Come in molte opere di autori scandinavi, anche nel libro del danese Riel l’atmosfera che si respira è figlia di una certa malinconia intrinseca, dovuta forse ai luoghi, forse alla solitudine, forse ad altro, accompagnata però da una forma di leggerezza nell’accettare le sorti che il destino assegna ai personaggi, tipica di quella parte di Europa così affascinante.
Ne risulta un libro che narra le vicende di una manciata di individui alle prese con intemperie ed altre cose, magari non del tutto verosimili, ma comunque funzionali al racconto e al completamento di un quadro tutto sommato coerente.
La mia attenzione era stata richiamata dalla copertina e per amor di precisione da quella piccola bicicletta arrampicata sulla montagna quasi fosse uno stambecco.
In effetti sia il titolo, sia la copertina, facevano immaginare un romanzo non propriamente statico.
Veniva naturale prevedere una storia piena di movimento, di partenze e di arrivi, di incontri, di separazioni e poi di nuovi incontri ancora, ecc. ecc.
Devo dire che le aspettative sono state soddisfatte e che il libro, pur non essendo niente di fantastico, è molto gradevole e rispecchia in pieno la linea editoriale della casa editrice.
Tempo di lettura: 3h 32m