Il nostro viaggio a Zanzibar è stato un concentrato di allegria, musica e sole.
Se mi guardo indietro, arrivando con la mente fino alla scorsa settimana, mi rendo conto che non c'è stato un momento durante il quale io non mi sia sentita nel posto giusto al momento giusto.
Prima di partire pensavo che avrei trascorso sette giorni nell'acqua godendomi lunghi bagni di sole, preoccupandomi solo di svegliarmi dal sonnellino all'ora di pranzo o di cena.
Si, come no.
Più uscivo e più avevo voglia di toccare con mano la magica atmosfera africana, di esplorare i suoi tesori nascosti, di parlare ore ed ore con le persone del posto. Ogni individuo che ha incrociato il mio cammino durante questa esperienza è stato in grado di regalarmi qualcosa, da lunghe chiacchierate a semplici informazioni sulla vita locale. Dall'altro lato, vi troverete di fronte ragazzi curiosissimi di scoprire qualcosa in più sull'Italia.
Com' è che si dice? "Non sono le persone che fanno i viaggi, ma i viaggi che fanno le persone".
Ecco, mai frase fu più azzeccata.
Qual è il periodo migliore per un viaggio a Zanzibar?
Sull'isola fa sempre caldo e i mesi migliori pare siano luglio, agosto, settembre, gennaio e febbraio. Gli unici davvero sconsigliati sono marzo, aprile e maggio per via delle piogge più frequenti ma, come dico spesso, mai prevedibili.
Io sono stata a cavallo tra ottobre e novembre e sinceramente non vi consiglierei di fare lo stesso perché il tempo non è stato dei migliori.
A me personalmente non importa molto, ma se cercate appunto esclusivamente sole e relax vi direi di indirizzarvi su un altro periodo.
Pioveva quasi tutti i giorni ma per massimo un'oretta e poi faceva più caldo di prima. La mattina era perennemente nuvoloso e il pomeriggio il cielo solitamente si apriva ma fate sempre attenzione perché anche quando è coperto il sole ustiona tantissimo.
Dove dormire?
Io sono stata ospite del Royal Zanzibar Beach Resort, situato a Nungwi che pare essere la zona migliore perché non risente del fenomeno delle maree e si può fare il bagno a qualsiasi ora del giorno.
Il mare è spettacolare, lascia senza fiato. Merita senza dubbio l'inserimento tra quelli più belli che io abbia mai visto, subito dopo Exuma.
Io non sono una veterana della formula all inclusive, anzi, ma se lo fossi sceglierei sicuramente questa sistemazione. Il resort è curato in ogni minimo dettaglio: dai giardini, alle camere immense, alle numerose piscine, alla cucina gestita da uno chef italiano che mi ha piacevolmente sorpresa e che -cosa fondamentale- mette in risalto non solo la cucina nostrana ma anche quella locale. C'è addirittura un angolo healthy!
L'animazione Francorosso è soft ma durante la giornata vengono proposte numerosissime attività con un occhio di riguardo verso il fitness.
Come arrivare a Zanzibar?
La maggior parte delle persone acquistano pacchetti che comprendono volo e alloggio per non doversi preoccupare di come arrivare a destinazione o come muoversi sul posto.
Zanzibar infatti si sta aprendo solo adesso al turismo fai da te, sebbene le tipologie di alloggio disponibili siano ormai tantissime.
I voli di linea però prevedono scali alquanto scomodi che arrivano a raddoppiare le ore necessarie. Tuttavia molte compagnie rinomate si sono già attivate per proporre voli a prezzi ragionevoli e vi assicuro che ne vale la pena.
E' possibile portare qualcosa ai bambini?
Si, è possibile ma bisogna prendere in considerazione alcuni fattori.
Prima di scegliere cosa portare ci siamo informati molto, contattando agenzie locali e persone che avevano fatto la stessa cosa prima di noi.
Alla fine abbiamo optato per del materiale scolastico perché è l'unica cosa che i bimbi non portano a casa ma che condividono in un ambiente comune -la scuola- e che quindi non avrebbe causato differenze, in altri casi inevitabili.
Noi abbiamo lanciato un appello tramite i social e alla fine abbiamo raccolto ben 15 kg di roba, gentilmente donata da persone che hanno un cuore grande grande.
Purtroppo Zanzibar è povera e ciò che dovrebbe essere destinato ai bambini viene spesso rivenduto dagli adulti in cambio di pochi spicci. Per questo motivo è importante non regalare mai soldi.
Il rischio c'è sempre, ma sebbene le realtà locali siano effettivamente molto toccanti, sarebbe meglio affidarsi a strutture apposite come, appunto, le scuole.
Per raggiungerle vi basterà chiedere informazioni al vostro alloggio o ai beach boys.
Penso che non dimenticherò mai lo sguardo dei bimbi nel momento in cui abbiamo aperto la valigia piena di cose colorate. Una di loro è addirittura scoppiata a piangere!
Cosa vedere a Zanzibar?
Durante il mio breve viaggio a Zanzibar ho cercato di girare il più possibile, ma purtroppo a causa dei tempi ristretti non sono riuscita a vedere tutto ciò che mi incuriosiva. Ma mi piace però pensare che in realtà sia solo un pretesto per tornare.
Tutte queste località sono raggiungibili tramite escursioni e durano solitamente mezza giornata o una giornata intera.
La piazzo per prima perché secondo me è davvero indispensabile per entrare in contatto con un lato dell'isola lontano dalla maestosità dei resort.
Stone Town è la parte storica della capitale di Zanzibar e visitandola avrete modo di osservare le abitudini locali, il modo in cui vengono conservati i cibi al mercato, i piedi perennemente nudi, le espressioni sul volto delle persone. Insomma, per me rappresentato tutto quello che solitamente metto nel bagaglio prima di tornare a casa.
Prison Island si raggiunge dal porto di Stone Town ed era stata progettata per diventare una prigione, appunto. Tuttavia quest' isolotto non è mai servito a tale scopo e attualmente è di proprietà di un indiano che lo ha trasformato in un hotel con ristorante. Non sarebbe nulla di speciale se non fosse la casa delle tartarughe giganti. Questi esseri enormi e lentissimi vengono accuditi dalle persone del posto e sono buffissimi quando tirano fuori la testa per essere accarezzati meglio.
Il numero blu che hanno inciso sulla loro casetta indica l'età.. Possono vivere anche trecento anni!
Il tour continua poi in direzione di Sands Bank, una lingua di sabbia nel bel mezzo del mare dove è possibile fare un po' di snorkeling per ammirare le stelle marine. Attenzione però ai ricci!
Il pranzo viene allestito lì e consiste in contorni vari e pesce freschissimo da mangiare rigorosamente con le mani in piatti di cartone sotto una tenda che dovrebbe riparare dal sole. La situazione è molto spartana, ma le aragoste e le cicale giganti erano memorabili.
Le piantagioni sono numerosissime e gli abitanti di Zanzibar conoscono molto bene ogni tipologia di vegetale presente sull'isola. Zanzibar è infatti famosa per le sue spezie e il tour che abbiamo scelto ci ha dato la possibilità di ammirare quelle più utilizzate e di imparare qualcosa di nuovo sui vari scopi.
E' stato strano notare come la semplice vaniglia venga usata per scopi ai quali non avrei mai e poi mai pensato.
Daud, la nostra guida, ci ha detto di conservare l'acqua di cottura quando prepariamo il polipo e di aggiungere un po' di zenzero. Poi ha continuato: "Altro che pillola blu, il vero viagra è questo!".
Ai temerari l'ardua sentenza.