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Viaggio ad Insaputa

Creato il 04 aprile 2012 da Albertocapece

Viaggio ad InsaputaCambiamo nome all’Italia, chiamiamola Insaputa. Ogni furto, ogni ruberia, ogni oscuro favore, ogni acquisto di appartamenti e ville avviene ormai a completa insaputa dei protagonisti. Persino quella demi-vierge della tangente di Bossi vuole denunciare chi gli ha pagato casa, seguendo il ridicolo copione inaugurato da Scajola.  Lo stesso Rutelli potrebbe regalarci uno spettacolo dei suoi, leggendo un nuovo proclama turistico: “pliz visit mai Inzaputa”.

Pazienza se la cosa accadesse solo nella zona grigia che sta tra il malaffare e l’arroganza del potere, ormai ci si è fatto il callo, ma  il fatto è che l’insaputa dilaga e permea ogni aspetto del Paese.

I figli della razza padrona hanno poltrone, cattedre e squillanti stipendi sempre a totale insaputa delle prodigiose spinte ricevute e chiamano la beffarda carrucola che li ha innalzati precocemente a cattedre e cadreghe, curriculum. Una confusione linguistica normale per questi insaputini.

E che dire della Fornero che prima non si raccapezzava sulle regole pensionistiche e poi ha clamorosamente toppato con gli esodati? Che dire delle mille incertezze, passai avanti, indietro e di lato di quelli che si sono presentati come avessero scienza e tecnica infusa e sembrano invece un po’ cialtroni? Nemmeno possono dire di avere delle buone intenzioni perché sembrano invece pessime. Che dire dell’illustre premier che ci ridicolizza in giro per il mondo sostenendo che la crisi è ormai finita, quando lo stesso Wall street journal, fa sapere che sta sbagliando tutto e che l’Italia, da essere la mansueta pecora da tosare della Merkel, sta diventando una mina vagante dell’economia mondiale? Ma quello me l’aspettavo, fanno la coda del pavone, ma sono soltanto insaputelli,

Certo in questo cambio di nome rimane da capire come si chiami la popolazione, insaputani, insaputanti, insapuniti… c’è da sbizzarrirsi. Ma non vorrei che a lungo andare diventassero incazzati a loro insaputa: sarebbe il colmo.


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