Ormai il 75 per cento della popolazione mondiale ha accesso a un cellulare -erano 950 milioni nel 2000 oggi oltre sei miliardi- mentre in Africa gli utenti sono “solo” 350 milioni… il 30% circa degli abitanti. E’ il continente con il tasso di crescita telefonico più elevato al mondo dove diffusione e tecnologia vanno di pari passo con partecipazione e coinvolgimento senza tralasciare la creatività. Molti progetti uniti all’espansione dei cellulari sono un successo e il “laboratorio” Africa riguarda più d’ogni altra cosa la condivisione delle informazioni con la creazione di servizi che vanno incontro alle necessità della gente. In Uganda il cellulare è diventato un mezzo per educare grazie ad un “programma” di messaggi per prevenire l’AIDS. Nel Senegal c’è chi ha pensato a pescatori e contadini tramite l’invio di sms con previsioni meteo e informazioni circa i costi dei prodotti nei mercati. Durante le elezioni in Kenya gli abitanti hanno usato i telefonini per segnalare brogli ed episodi di corruzione diventando così veri strumenti di partecipazione democratica. In pochi anni nello Zambia un servizio per trasferire denaro attraverso il credito telefonico è riuscito a raggiungere un giro d’affari pari al 5% del prodotto interno lordo. Il continente si rivela una “miniera d’oro” anche per le aziende costruttrici e non solo come mercato… i creativi vi si recano periodicamente in cerca d’ispirazione per sviluppare nuovi modelli e modi d’uso… ed è proprio di pochi giorni fa la notizia che Google ha lanciato una versione di Gmail via sms in Nigeria, Kenya e Ghana che funziona su qualsiasi tipo di cellulare.
Il settore di “frontiera” è la sanità pubblica. Un servizio gratuito di messaggistica potrebbe aiutare le famiglie a mettere in atto semplici accorgimenti durante le emergenze -non solo sanitarie- quando nessuna forma d’assistenza è disponibile I distretti sanitari potrebbero usare i cellulari per coordinare il personale sul territorio e per raccogliere dati. Due anni fa 150 fra dottori e infermieri in alcuni ospedali rurali africani hanno ricevuto un telefonino che usano per ricevere informazioni, chiedere consulenze, aggiornarsi, registrare nascite e morti. Possono contare su carica batterie capaci d’alimentare fino a trenta apparecchi al giorno con l’energia ricavata da un pannello foto voltaico -un programma rivolto a mezzo milione di persone in dieci nazioni.
Le linee fisse si diffondono lentamente nei paesi a basso reddito al contrario delle reti wireless che coprono ormai il 60% del territorio africano. Apparecchi affidabili a basso costo con sistemi sostenibili per ricaricare le batterie sono gli elementi basilari nella strategia per diffondere la telefonia cellulare tra le persone che vivono alla base della piramide economica mondiale.
E’ ormai appurato che l’uso delle comunicazioni mobili è un forte traino per la crescita e abbattere il digital divide -sarebbe meglio scrivere broadbad divide o 3G- nei paesi economicamente svantaggiati è una priorità che riguarda tutto il mondo industrializzato. Economia -in particolare la regolamentazione dei mercati finanziari che devono essere al servizio dei paesi e non viceversa- giustizia sociale e rispetto dell’ambiente sono i tre pilastri dello sviluppo sostenibile e la banda larga è un innesco fondamentale per la loro realizzazione. Le iniziative sono molteplici e tra queste s’inserisce il programma «Millennium Villages» delle Nazioni Unite. L’obiettivo è di estendere la copertura delle reti wireless nei territori considerati marginali dalle compagnie telefoniche perché non garantiscono un adeguato ritorno economico. Sono zone isolate ma densamente popolate con gravi mancanze nelle infrastrutture in cui la malnutrizione è accompagnata spesso da malattie croniche senza la possibilità di ricevere cure ma dove la necessità di trasmettere e ricevere informazioni è vitale.L’attivazione di reti wireless nei villaggi rurali è cruciale anche per l’educazione delle nuove generazioni… i bambini, ma non solo, potranno acquisire abilità informatiche e nel contempo avere accesso a “un mondo d’informazioni”.