Ho guardato quel grano
di sale,
distante,
abitare il vuoto infinito
L’ho osservato,
nascosto, il ricordo
che fosse mio nido,
una volta,
che fosse mia casa,
ed io fossi su lui,
passeggero
Ho sentito,
soffuse,
eppure distinte,
le voci,
di ognuno degli ospiti
della piccola nave
che ruota,
nello spazio,
da un tempo remoto,
e perpetua
la vita
Pensieri,
catturavo,
affollavano,
un gioco di specchi
immagini tra loro
accostate,
i miei occhi
ne erano colmi,
ma ero lontano,
diffuso
oltre il tempo
e presente a ogni luogo
Ed il Tutto,
armonia che
è sottesa
ad ogni livello,
energia che è soffio
d’esistere,
risuonava nel petto
Ancora un istante…
poi una spinta,
che chiama al ritorno,
un parto al contrario,
inviluppo al cosciente
E il risveglio, la luce
del giorno appena iniziato