Per Pasqua una poesia che non ha come tema questa festa e neppure un testo religioso. Versi che ci riportano alla staticità di un dolore che passa e ritorna, come una passione, morte e resurrezione che ci camminano accanto mentre tutti indistintamente percorriamo una strada impervia, che ci donerà un orizzonte nuovo e luminoso.
di poco fa
che tanto bella mai ti sorprese la luna.
Mi resta una città prossima al sonno
di prima primavera.
O fuoco che ora tu sei
dileguante, o ceneri confuse
di campagna che annotta e si sfa,
o strido che sgretola l’aria
e insieme divide il mio cuore.