Le canzoni che lo compongono sono per me come il residuo di quello che alla fine rimane di questi anni passati intensamente. “Ma di tutto, terribile, resta un poco – come diceva un poeta – a volte un bottone, a volte un topo…”. Viaggio di Ritorno è il mio brano preferito, infatti dà il titolo al disco e lo riassume: alla mia età il viaggio ormai non può essere che di ritorno, è un rientro all’alba dopo una notte passata in giro per la città, e mi rappresenta bene. Il brano che lo apre, C’è splendore in ogni cosa, credo che sia più alla Tom Waits che un pezzo da balera alla Piero Ciampi come mi dicevi…
C’è splendore in ogni cosa è un verso di una poetessa italiana, Mariangela Gualtieri, in cui mi sono imbattuto per caso e che si incastrava a meraviglia con la musica che avevo e con il resto del testo. È un brano idealmente dedicato a Piero Ciampi, grande passione di gioventù e al giorno in cui ascoltai un suo disco per la prima volta. L’Arca di Noè è il singolo che ha anticipato l’uscita dell’album. Il teatrino delle ombre che compare nel video è opera tua?
L’Arca di Noè è un brano nato da uno strano sogno che feci anni fa, poi dentro ci sono un sacco di cose diverse, non so bene di cosa parli nemmeno io, è il testo più “inconscio” del disco, e anche quello venuto meglio secondo me, con il mio amico Emanuele Russo ci siamo chiusi in casa tre giorni con cartoncino, teli, abat-jour e faretti colorati e bottiglie di vino e abbiamo fatto questo video un po’ amatoriale, ma efficace e originale. Per quanto riguarda il lasciare questo mondo, come direbbe Dylan Thomas, perché pagare l’orco due volte? Lo lascerò come tutti, quando sarà il momento… Romeo e Giulietta è una storia d’amore dei nostri tempi. Lei ha gli occhi a mandorla, lui i denti d’oro e a quanto pare è una situazione che un po’ ti sorprende: com’è la Roma che tu vivi?
Romeo e Giulietta parla di quando vivevo a fianco di un laboratorio tessile di cinesi, ci divideva un tramezzo e la mia vita era un inferno, non smettevano mai di lavorare, tremava tutto a qualsiasi ora, il mio amico Andrea Rivera mi telefonava per rigirare il coltello nella piaga e diceva che dovevo scriverci una canzone, alla fine l’ho scritta ma ho trasfigurato tutto. Ospedale Militare è un pezzo alla Franz Ferdinand. Ti piace la musica proveniente da oltremanica e da oltreoceano?
I miei ascolti di musica anglo-americana sono praticamente fermi a vent’anni fa, non mi sembra che ci sia stato molto, a parte il rap. Credo che la musica del futuro, ammesso che ci sia una musica e un futuro, verranno da altre parti, soprattutto dall’Africa, come è sempre stato. La storia che racconto in questo brano è quella della mia visita di leva assieme a un travestito a Bari nell’86, finimmo entrambi all’ospedale militare… Roulette russa è un brano Alt Country, e sono belle le atmosfere che riesci a creare. Il bisogno di sentirsi vivi lo si soddisfa solo rischiando la propria pelle?
Roulette Russa è stata banalmente ispirata dal film Il Cacciatore, ed è una canzone che dedico sempre al pubblico, ormai suicidatosi da tempo… Piccola Marilyn è per una sorella che non si vorrebbe avere mai. Per chi l’hai scritta?
Piccola Marilyn l’ho scritta per tutte le ragazze che vanno in giro con il cartellino del prezzo appiccicato addosso, pensando alla diva americana sacrificata alla catena di montaggio hollywoodiana, come disse qualcuno.. Il commento che hai scritto per il brano che segue, Per i tuoi piedi te l’hanno persino censurato.
E’ vero, eppure descrivevo solo un fantastico risveglio dopo i bagordi della notte precedente, in uno spazio senza tempo, in un’atmosfera ovattata dentro la quale ci si sente protetti e cullati. E infatti il disco viene chiuso da una Ninna nanna.
Già, è una ninna nanna scritta per una bambina che voleva sentirmi suonare ma fu costretta ad andar via perché si era fatto troppo tardi, come sempre…