Lo prometto: il prossimo sarà un altro post utile per organizzare un viaggio in Myanmar, ma sfogliando il diario mi sono imbattuta in un paio di pagine buttate giù durante uno dei soliti voli lunghi, uno di quelli che sembrano non abbiano voglia di passare mai. Quante cose appuntate lì dentro che probabilmente non avrò mai il coraggio di trascrivere sul blog, quasi a volerle stringere un po' di più al cuore.
Il titolo che ho dato a queste righe è "I momenti che non dimenticherò mai", come se ci fosse bisogno di appuntarli, ma vabbè.
Perdendomi tra quelle parole, ho rivissuto sensazioni fortissime, ma estremamente altalenanti. Da un lato la nostalgia verso un Paese speciale, dall'altro la paura di non riuscire mai a rendergli onore.
Quindi oggi non vi porto in Myanmar, ma nel mio Myanmar, quello che mette da parte i templi e i paesaggi incantevoli ma sbatte il muso contro attimi carichi di emozioni.
Allacciamo le cinture, si parte.
Il mio viaggio in Myanmar:
i momenti che non dimenticherò mai
- Quando le due ragazze ci hanno fermati a Yangon per fare una foto con noi, appena atterrati in Myanmar.
E quando, a Bagan, un ragazzo si è avvicinato a noi per lo stesso motivo.
- Quando i bimbi sul battello a Yangon non parlavano la nostra lingua ma hanno inventato nuovi giochi solo per avere uno scambio con noi, che mai come durante questo viaggio abbiamo apprezzato un linguaggio che va oltre le parole, oltre i modi di dire.
- L'alba a Bagan e il momento esatto in cui ho visto le mongolfiere librarsi nell'aria, sovrastando la valle dei Templi.
- Quando sono salita sulla pagoda più alta di tutte e Diego e Min Min mi dicevano di non guardare giù.
- Quando poi, di quella pagoda, ho raggiunto la vetta.
- La corsa in motorino a Mandalay con gli amici di Min Min.
- Quando ci siamo fermati a mangiare in un paesino sperduto e tutti ci osservavano curiosi.
- L'espressione del cameriere che avrà avuto dieci anni quando Diego ha chiesto il conto in birmano.
PS: Sessanta centesimi a testa per un pranzo completo. - Quando siamo andati in barca e mi sono letteralmente fatta il bagno.
- Quando le persone che mangiavano nel mercato ci chiedevano se volevamo favorire.
- Quando la famiglia dell'amico di Min Min ci ha invitati a pranzo. Non appena sono entrata nella loro casa mi sono sentita a disagio: una baracca che cadeva praticamente a pezzi, con pentole terrificanti e condizioni igieniche altamente discutibili. Mai come quella volta ho messo in pratica il concetto di gratitudine. Mi si è riempito il cuore di gioia e all'improvviso quella casa fatiscente nella mia mente aveva assunto le sembianze di un castello.
- Quando abbiamo visto i monaci novizi raccogliere all'alba il riso e altre offerte dalla gente del posto, stringendo tra le braccia la loro scodella.
- Quando la donna giraffa ha preso in simpatia Diego e ha passato diverso tempo a scherzare con lui.
- Quando Diego ha ironicamente chiesto a Min Min di portarlo a pregare per il Napoli e lui lo ha preso in parola.
E ha fatto pure l'offerta. - Quando sbuffavamo perchè Min Min voleva raccontarci per ore tutti i segreti di mille personaggi storici.
- Quando siamo andati a fare aperitivo con birra e noccioline sul fiume e Min Min si è buttato in acqua con tanto di shampoo annesso.
- Quando ci siamo fermati in un monastero pieno di nun (monache novizie vestite di rosa) e loro mi hanno stretta forte forte. E poi quando sono risalita in macchina e mi hanno inseguita per regalarmi un fiore.
- Quando, durante l'unica serata che avremmo dovuto trascorrere separati da Min Min, ci siamo ritrovati nello stesso ristorante. E pensare che avevamo chiesto al tassista di lasciarci in un locale qualsiasi.
- Quando a capodanno abbiamo bevuto un casino di cocktail a testa e la mattina dopo siamo partiti in ritardo perchè Min Min era stato fino alle cinque del mattino in ospedale. Un suo amico aveva bisogno di una lavanda gastrica.
- Quando dovevamo percorrere tre chilometri in bici e invece ne abbiamo percorsi un'infinità e tutti quelli che passavano ci facevano ciao ciao con la mano.
- Quando Min Min ci ha fatti infilare in un monastero chiuso ai visitatori e continuava a ripetere "Shhhh!" mentre indicava dei monaci novizi durante l'ora della preghiera.
- Quando chiedevo a delle mamme il permesso per fotografare i loro bimbi e loro li spingevano a sorridere.
- Quando ho visto il monaco in posa con la mano alzata per "reggere il tramonto".
- Quando ho visto un bimbo al mercato creare un'aquilone da una busta di plastica.
- Quando attraversavamo un mercato un po' più turistico e Min Min ripeteva in italiano una delle poche parole che aveva imparato "Don't buy here..Is caro!".
- Quando siamo andati a cena con il fratello di Min Min, Oscar, che ci ha spiegato un sacco di cose sul Buddhismo.
- Quando ci siamo fermati in un altro monastero per assistere al pasto dei monaci e una famiglia locale ci ha riempiti di foto e domande, mentre creavano lo spazio per farci sedere tra loro.
- Quando dovevo togliere le scarpe e pure i calzini, incrociando virtualmente le dita affinché il pavimento fosse abbastanza pulito. Il segreto è sempre lo stesso: non-farsi-domande.
- Quando ho visto un bimbo dormire sullo strano aggeggio che serviva a fare l'olio.
- Quando siamo andati a pranzo a casa della famiglia di Min Min, con tanto di genitori, sorella e nipote e loro erano felicissimi di averci lì. Ci hanno addirittura regalato una stoffa con la rappresentazione di due marionette. Quando ce l'ha consegnata, Min Min ha detto che si tratta di due anime viaggiatrici destinate a camminare insieme per l'eternità.