4 Maggio 2012: al quarto giorno di permanenza in Russia ci troviamo in un albergo a pochi chilometri da Suzdal, una cittadina di 12.000 abitanti a circa 200 chilometri da Mosca, denominata la Perla dell’Anello d’Oro per la sua alta concentrazione di monasteri, cattedrali, chiese e musei.
Dopo aver fatto una ricca colazione, saliamo sul bus pronti a verificare se Suzdal è davvero quel gioiello magnificato da tutte le agenzie di viaggi. Prima di entrare in città ci fermiamo in un bosco dove c’è un piccolo cimitero di soldati italiani caduti in Russia durante la seconda guerra mondiale. Una breve sosta è d’obbligo: non potevamo certo far mancare il nostro commosso tributo e recitare una preghiera per chi ha perso la vita lontano da casa.
Ed eccoci a Suzdal.
Il vento gelido che ieri sera ci aveva accolto arrivando in albergo non c’è più, anzi, andandosene via ci ha regalato un cielo azzurrissimo privo di nuvole e una temperatura quasi primaverile e, finalmente abbiamo potuto realizzare di essere proprio in un luogo da cartolina illustrata: campi erbosi, un fiume che serpeggiando si perde nella campagna, casette in legno, zero rumori, poca gente in giro, (qualcuno ha detto che sembrava di essere immersi in un quadro di Monet) insomma niente a che vedere con il bailamme frenetico delle grandi città di tutto il mondo.
Scendiamo dal bus in un punto dove si vede il fiume Kamenka e un lungo e basso ponticello che porta al Cremlino locale con le cupole blu della Cattedrale della Natività che sovrastano l’ex Palazzo dell’arcivescovo, oggi museo:
Ma nel cremlino ci andremo più tardi, ora il programma prevede la visita al Museo all’aperto dell’architettura in legno. Appena entrati incontriamo un prato curatissimo dove ci sono chiese e case costruite tutte in legno da abilissimi e fantasiosi costruttori e da contadini locali pronti a ricostruire, con grande pazienza, ciò che il fuoco e le intemperie periodicamente distruggono.
Nel filmato che ho girato potrete ammirare alcune antiche costruzioni – case e chiese – ascolterete, registrata in diretta, una bella signora del luogo, vestita in abiti tradizionali, che canta canzoni scritte da lei e dal marito che l’accompagna con uno strumento a corde di fattura casalinga e vedrete l’interno di una ”izba”, la tipica casa di contadini, e imparerete come si riscaldavano e come si svolgeva la loro vita sociale.
Terminata la visita al museo all’aria aperta, ci dirigiamo verso il Cremlino di Suzdal. All’interno della fortezza ci accoglie la maestosa Cattedrale della Natività con le cupole azzurre stellate dove, oltre alle splendide icone e agli affreschi del XIII e XVII secolo, è possibile osservare, appoggiati alle pareti, due antichi portali in bronzo con incrostazioni dorate raffiguranti scene bibliche.
Entriamo poi nell’ex Palazzo dell’arcivescovo, oggi adibito a museo, e lì sosteremo alcuni minuti nella grande sala da pranzo, un tempo riscaldata da imponenti e bellissime stufe in maiolica.
Terminata la visita al Cremlino ci dirigiamo verso il centro città dove, in un viale, sostano carrozze trainate da cavalli per chi desidera fare un giro panoramico di Suzdal e dei suoi dintorni.
A me i cavalli piacciono da morire e non posso evitare di riprenderli con la videocamera e persino di accarezzarne qualcuno. Sono animali mansueti e, seppure un po’ infastiditi, si lasciano toccare dai turisti.
Dopo il pranzo in un ristorante locale, entriamo nel Monastero di Sant’Eutimio fortificato con mura dello spessore di quasi sei metri e dotato di dodici torri:
Al suo interno c’è la Chiesa dell’Annunciazione:
e un curioso quanto complicato Campanile, affiancato dalla Chiesa della Trasfigurazione di Cristo con le cupole verdi:
Qui ci fermiamo ad ascoltare un artista campanaro che, seduto su un alto sgabello e con l’aiuto di pedali e corde, ci intrattiene per una decina di minuti con un brano musicale che sfrutta tutte le campane a sua disposizione:
Al termine del mini concerto visitiamo, sempre all’interno del monastero, un piccolo museo che ricorda la battaglia di Stalingrado dell’ultima guerra mondiale e dove sono visibili foto e oggetti di soldati italiani e, in un’altra saletta, troviamo un omaggio a Tonino Guerra, il grande poeta e sceneggiatore di fama internazionale, deceduto di recente, la cui vita è stata molto legata alla Russia, in particolare a Mosca, in cui ha trascorso gran parte della sua vita.
“Dal 1975 Tonino Guerra è più che mai vicino alla Russia e a quel mondo di poesia e di incanto che gli ha portato in dote la moglie Lora. Testimoni di nozze erano Michelangelo Antonioni per lui, Andrej Tarkovskij per lei” – racconta Rita Giannini nel suo libro “Il sorriso della terra”.
Usciti dal monastero di Sant’Eutimio, nei pressi di una collina lì vicino, si può godere il panorama della città e vedere in lontananza il Monastero dell’Intercessione di Maria circondato da mura bianche:
Al termine della visita a Suzdal, riprendiamo poi il bus e, dopo pochi chilometri, arriviamo alla città di Vladimir, l’ultima nostra importante tappa nell’Anello d’Oro. Ci accoglie la famosa Porta d’oro:
La Porta d’oro, ciò che resta delle antiche mura fortificate della città, è sovrastata dalla Chiesa della Deposizione della Veste della Vergine. Scesi dal bus raggiungiamo a piedi la Cattedrale della Dormizione (o dell’Assunzione):
Situata sul colle più alto della città, questa cattedrale è circondata da un esteso piazzale e da un parco dove troneggia la statua del Principe Vladimir:
Sul retro terrazzato della cattedrale si può vedere la campagna russa paludosa con le sue tante pozze d’acqua e laghetti:
L’interno della Cattedrale della Dormizione è decorato da affreschi di varie epoche e si trovano frammenti di importanti pittori russi. L’iconostasi dorata comprende copie ben riprodotte di icone di Rubliov e della famosissima icona della Vergine di Vladimir. L’originale di quest’icona e altre importanti opere di Rubliov (tra cui il Giudizio Universale) le abbiamo viste nella galleria Tretyakovskaja a Mosca.
A fianco di questa cattedrale c’è un altro gioiello architettonico: la Cattedrale di San Demetrio:
Le sue facciate sono impreziosite da intagli e bassorilievi raffiguranti soggetti della fantasia popolare, piante, animali e i leoni e grifoni, emblemi del Principato di Vladimir.
Termina così la nostra esplorazione dell’Anello d’Oro. Ma per noi la giornata non è finita: dobbiamo salire sul bus per tornare a Mosca. Ci attende un viaggio di 200 chilometri su superstrade non proprio in ottime condizioni.
Se avete tempo e curiosità potete guardare il mio breve filmato in cui vedrete, in diretta, tutto ciò che avete appena letto.
Alla prossima!
Nicola
N.B.
Note e appunti del reportage non sono tutti farina del mio sacco, ma sono stati attinti a piene mani dalla guida Mondadori e dal volumetto sulla Russia donatoci dall’Agenzia La Mirage. Alcune immagini sono state prelevate da Internet.