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Viaggio in Turchia 03 (di Smilla)

Creato il 17 ottobre 2012 da Istanbulavrupa

Viaggio in Turchia 03 (di Smilla)Ho provato a pensare cosa scrivere al ritorno dal mio viaggio in Turchia, ma non sapevo dove cominciare.

Sono partita con poche aspettative (nel senso che non volevo “aspettarmi” niente), volevo semplicemente che le cose accadessero e soprattutto avevo qualche pregiudizio.

E’ stato invece uno dei miei viaggi più belli ed intensi degli ultimi anni. La Turchia mi ha accolto bene, non a braccia aperte, ma bene. Era quello che volevo. Diversi fattori hanno contribuito a far sì che mi sentissi a mio agio e che potessi conoscere e parlare con innumerevoli persone.

E’ stato quindi un percorso in cui ho scoperto molto calore, curiosità, simpatia, professionalità, ma anche talvolta raggiro, e qualche abbindolamento, tutto ad una ottima intensità relazionale ed alla giusta distanza. I primi hanno sicuramente spostato la bilancia in un verso positivo, o per lo meno è quello che è successo a me.

La facilità dell’incontro con l’altro, l’apertura, gli sguardi diretti hanno contribuito alla riuscita dei rapporti umani con i turchi, ma anche con altri viaggiatori incontrati. Credo, difatti, che le relazioni dipendano da una miriade di fattori (volontarie o obbligate, per esempio), ed il contesto all’interno delle quali esse hanno luogo contribuisca notevolmente alla loro formazione, per questo penso che il mio viaggio abbia avuto una virata verso la”vicinanza” (non tutti amano sicuramente questo modo di concepire il contatto con gli altri, altri preferiscono osservare gli altri senza avvicinarsi) proprio perché ero in Turchia, dunque, e non in Mongolia o Stati Uniti, per esempio. Con questo vorrei sottolineare che mongoli e statunitensi non sono assolutamente peggiori dei turchi, sono semplicemente diversi.

Ritornando alla vicinanza devo dire che quest’ultima mi ha colpito profondamente; forse molti sanno che i fattori che possono influenzare le distanze prossemiche sono molteplici, esse variano in funzione delle diverse etnie e culture (esempio Mongolia e Stati Uniti), ma non solo ovviamente. In ogni caso la distanza tra “spazio intimo” e “spazio personale” è più stretta e questa è la cosa che mi ha colpita di più, ma che mi è anche piaciuta, divertita e fatto sentire a mio agio dopo la sua scoperta e qualche perplessità iniziale, soprattutto perché è stata diversa da quella a cui sono abituata, seppur mai caratterizzata da invadenza.

Anche i miei “pregiudizi”, in questo caso riferiti agli uomini turchi, si sono gradatamente sgretolati di fronte alla simpatia, al leggero “flirtare” con cui si sono proposti alcuni di essi, talvolta amabili o solo cortesi, talvolta di più, ma sempre con piacevole decoro.

Ma come ho già avuto modo di sottolineare, questo è stato solo un viaggio in un Paese, che mi vedrà ancora, e queste sono anche le mie personalissime impressioni.


Filed under: Turchia

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