3 maggio 2013 – Venerdì. Partenza da Istanbul verso la Cappadocia.
Accidentaccio! Proprio oggi che è il mio compleanno, invece di ricevere regali e felicitazioni (71 primavere è un traguardo di tutto rispetto, non vi pare?) vengo buttato giù dal letto alle 4.30 del mattino! Faccio buon viso a cattiva sorte: mia moglie che non dimentica mai una ricorrenza, mi fa gli auguri di prammatica e subito dopo mi sprona a darmi una mossa. L’aereo che ci porterà in Cappadocia mica aspetta che mi passi il malumore per la sveglia antelucana e l’assenza di doni… C’è da ricomporre le valige, fare colazione ed essere pronti alle 6 per raggiungere l’aeroporto di Istanbul. Chicca è fantastica: in quattro e quattr’otto risolve tutte queste incombenze e siamo tra i primi a salire sul bus con cui lasceremo l’albergo. Alle 8.40 ci imbarchiamo sull’aereo e verso le 10 siamo già atterrati a Kayseri da dove inizierà l’esplorazione dell’Anatolia Centrale utilizzando un nuovo e capiente bus che trasporterà anche tutte le valige un pochino martoriate dagli addetti al carico e scarico in aeroporto.
Durante il trasferimento a Özkonak che è la prima destinazione oggi in programma, qualcuno dorme e si perde l’impatto iniziale con un territorio che l’UNESCO ha definito patrimonio dell’umanità per le sue specialissime caratteristiche geologiche e per le sue risorse storiche e culturali. In questi luoghi, come è noto, passava l’antica via della seta e delle spezie. Lasciato l’aeroporto di Kayseri, attraversiamo estese pianure deserte, mentre all’orizzonte si scorgono solo colline basse e brulle. Esseri umani al lavoro o macchine agricole in funzione non ne vediamo: gli unici a dimostrare che c’è una parvenza di vita sono dei casolari isolati, resti di antichi caravan serragli e qualche spartano distributore di benzina:
Finalmente arriviamo nei pressi di Özkonak, una cittadella di notevole pregio storico ma che, per mancanza di tempo non visiteremo ma di cui ho trovato una foto in rete:
Özkonak
Non lontano da Özkonak, nel villaggio di Kaymakli, nascosta nel sottosuolo, c’è una gigantesca città sotterranea (in turco, Yeralti Sehri) scavata tra il VI e il X sec., in un tufo particolarmente friabile e articolata su otto livelli (solo quattro sono visitabili) fino a una profondità di 45 metri. Questa città sotterranea, le cui strade sono dei veri e propri cunicoli, avevano depositi per il grano, celle, stanze d’abitazione, cappelle, loculi per sepolture, che si affacciano su un labirinto di scale e stretti corridoi in pendenza. Vorrei potere filmare ogni cosa, ma non mi è possibile. L’illuminazione è scarsa e si cammina a schiena piegata tra una stanza e l’altra. Nel filmato allegato troverete quel poco che ho potuto riprendere all’inizio della visita. L’areazione però è perfetta ancora oggi e la temperatura ambiente è gradevolissima. La popolazione si rifugiava sottoterra per difendersi dalle invasioni che in passato colpivano periodicamente la regione: ingegnosissimo il sistema di chiusura degli ingressi alla città sotterranea realizzati con pesantissime ruote in pietra manovrabili solo dall’interno. In rete ho trovato un’immagine che spiega come era costruita la città nei suoi vari livelli:
Un cunicolo della città sotterranea di Özkonak
Terminata la visita all’ingegnosa città sotterranea, il bus ci porta in una zona dove è possibile ammirare i cosiddetti Camini delle Fate: qui lo spettacolo che si presenta davanti ai nostri occhi ci lascia tutti senza fiato. Ciò che stiamo vedendo è difficile da descrivere a parole e nemmeno le fotografie rendono giustizia alla stranezza affascinante di queste conformazioni rocciose uniche al mondo. Sembra quasi di calpestare un territorio misterioso paragonabile a un paesaggio lunare.
Sono state le eruzioni vulcaniche di migliaia di anni fa, la pioggia e i venti a creare questo paesaggio quasi surreale, composto da rocce laviche a forma di cono che poi divennero case di eremiti. Ma le peculiarità del luogo non sono finite qui. La guida ci porta in punti panoramici che meritano una sosta e tanti scatti fotografici:
Decisamente strane e affascinanti, alle nostre spalle, le tre fate con cappello: mia moglie e io non possiamo esimerci da farci immortalare insieme a loro!
Altre meraviglie ci aspettano nella cittadella di Uchisar. Prima, però, pranziamo in un ristorante panoramico dove è possibile scattare le classiche fotografie ricordo. Siamo tutti felici e lo si può notare qui sotto (la città si intravede sullo sfondo):
Ed eccoci, finalmente, a Uchisar, ultima tappa della nostra prima giornata in Cappadocia:
col suo famoso castello scolpito nel tufo:
Qui ammireremo altri scorci del paesaggio:
e potremo acquistare le classiche spezie locali:
Del tutto frastornati dal fascino incredibile dei luoghi che abbiamo appena visitato, risaliamo sul bus che ci porterà in albergo nella cittadina di Ürgüp per un meritato riposo. Domani ci immergeremo ancora nella splendida Cappadocia, una regione che da sola merita un viaggio in Turchia. Ma di questo parleremo nella prossima puntata.
Per finire, ecco un brevissimo filmato (poco più di tre minuti), per chi desidera visionare immagini in movimento dei luoghi che ho cercato di descrivere a parole.
A presto.
Nicola
Crediti: Foto di Giorgio, Franco e Chicca, la mia signora.
P.S.
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