Sono caffettara per vocazione e necessità e dopo aver letto titolo e sottotitolo del libro di Stewart Lee Allen "La tazzina del diavolo - Viaggio intorno al mondo sulle vie del caffè" è nato in me il desiderio di sottrarre quella pubblicazione dallo scaffale dove era riposta. Come quando l'aroma di caffè si diffonde nell'aria e si ha subito voglia di riempirsi la tazzina.
Stewart L. Allen si lascia accompagnare in un in un vortice di assaggi e tazzine che uniscono popoli e nazioni. L'Etiopia, dove viene prodotto un caffè considerato fra i più pregiati e buoni al mondo; la Francia con i suoi cafè ristretti e amari; lo Yemen con gli abitanti "
affascinante viaggio di 365 giorni, per scoprire produzione e origini di questa antica bevanda . Una ricerca attraverso luoghi conosciuti per buona o cattiva fama, perenni masticatori di qat". S alotti austriaci e molto altro ancora.
"Quando il caffè era appannaggio degli arabi, la loro civiltà prosperò più di ogni altra; quando gli ottomani ne presero il controllo divennero la nazione più potente e tollerante del pianeta. La sua prima comparsa in Gran Bretagna aiutò a far partire l'iniziativa nazionale per il dominio del mondo. Fu nei caffè di Parigi che nacque la Rivoluzione francese [...] Un qualche sociologo tedesco si è spinto tanto avanti da proporre l'esatto opposto: il caffè ha provocato la caduta delle grandi civiltà."
Dal libro traspare la formazione giornalistica dello scrittore e il suo passato vissuto fra Katmandu, Sydney, Brooklyn e Calcutta. Un viaggiatore cosmopolita e attento ai passaggi, intensi o graduali che siano, da una cultura (o tazzina) all'altra. Un libro divertente e scorrevole, da gustare sorso dopo sorso.
"No, no. Sarò felice di venire a fare due chiacchere, berrò perfino il tuo tè, ma non comprerò un tappeto."
"O un kilim o una preghiera..."
"Dunque, io te l'ho detto e tu hai capito?"
"Sìsìsì! Non comprare scialli. Vieni!"
La tazzina del diavolo, 2002