Dalla Liguria alla Sardegna, una guida storica-turistica ai Borghi delle streghe.
Dalle streghe di Triora al villaggio di Giulia Carta in Sardegna passando attraverso i sette paesi del Canavese: Viaggio nei borghi delle streghe (Mursia pagg. 180; euro 14), di Roberto Borin è una vera e propria guida storico-turistica ai luoghi d’Italia dove ancora vivo è il ricordo delle streghe.
Borin costruisce, attraverso un ampio lavoro di documentazione e di analisi delle fonti processuali, un’indagine storica e antropologica su queste donne libere e autonome, tenebrose e romantiche, spesso inquietanti, ma sempre detentrici di un sapere e di un potere arcaico tutto femminile e per questo messe al bando dalla cultura dominante.
Oggi sarebbero donne impegnate in mestieri e professioni come l’erborista o l’agronoma, la veterinaria o l’ostetrica oppure il medico omeopatico. Per secoli sono state invece definite soltanto streghe e per questo in decine di migliaia sono state perseguitate, torturate, arse vive.
Il lavoro di Borin è un viaggio nella memoria nei borghi della Penisola dove è stato scritto un capitolo tragico della nostra storia e della nostra cultura il cui ricordo è ancora vivo nel folklore, nei toponimi, nelle leggende e nelle fiabe tramandate dagli anziani.
Un viaggio che potrebbe iniziare a Triora, il borgo ligure che ancora viene ricordato per il processo del 1587 che vide imputate 200 donne con la grave accusa di eresia, e concludersi a Villacidro in Sardegna, paese natio di Giulia Carta che agli inizi del 1600 era nota a tutti per la sua abilità nel confezionare amuleti, suffumigi, per pronunciare riti magici e curare la gente con piume di gallina, ossa di morto, piombo, cera, chicchi di grano (e che una giuria di padri “qualificatori” definì «eretica formale, idolatra del demonio, apostata delle fede» tanto da farle finire i suoi giorni in prigione).
E, ancora, percorrere le vie dei sette borghi del Canavese dove è ancora viva la memoria dei processi – spesso conclusi con i roghi – a queste donne.
Un libro che è anche un itinerario perfetto per il turista disincantato, per l’appassionato di antropologia culturale, per chi ama la storia e l’anedottica.
Roberto Borin è nato nel 1962 a Treviso, dove vive e lavora. È vicecaporedattore presso il quotidiano «La Tribuna di Treviso». Laureato in Filosofia all’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha già pubblicato due libri di viaggio, Castelli e fantasmi di Scozia (2000) e Caccia al Vampiro (2007).