Oggi vi racconto di quella volta in cui ho scoperto il FriuliDoc, Udine e ho imparato cosa vuole dire artigianato.
A volte si incontrano delle persone che trasmettono entusiasmo e ne siamo completamente contagiati. Così è accaduto a me a Udine, due weekend fa, quando sono andata a seguire la manifestazione FriuliDoc alla sua 21° edizione e a scoprire l' artigianato locale (le ArtiDoc!).
Non conoscevo la città di Udine, e il Friuli, prima di questa occasione. E se anche voi state decidendo di visitarla vi consiglio di farlo durante questa manifestazione che si tiene tutti gli anni a Settembre. In effetti, in questo modo beneficerete di una buona organizzazione e un esempio di cibo e artigianato proveniente da tutto il Friuli a Udine.
Alla fine del tour, potreste scoprirVi innamorati di questa piccola cittadina dal naso in sù e affascinati dal mestiere dell'artigiano, come è capitato a me.
Durante questa manifestazione eno-gastronomica ho potuto conoscere da vicino alcuni degli artigiani, che, tra un Artigian tour e l'altro organizzato dalla Confartigianato, hanno aperto i loro laboratori o si sono raccontati da dietro i loro banchetti. Questi numerosi traduttori e produttori di bellezza, riuniti tutti insieme, hanno dato un colore e tono alla città di Udine per l'intero weekend. E hanno contribuito al suo fascino.
Ho desiderato diventare legatore insieme ad Eva, apprendere l'arte della tessitura con Liviana e Elena, imparare ad impastare una Gubana, saper ricamare una frase su un tessuto di cotone con le ragazze de Il Ricamificio di Forni di Sopra, intagliare il legno e il vimini, come fanno da generazioni i clautani. E molto altro. Riconoscendo nel lavoro di molte persone una vera e propria forma di arte e una capacità di vivere il tempo, e la sua lentezza, diversa dalla mia.
La parola artigiano e artigianato contiene in se una radice che adesso è più significativa per me: quella della parola "arti" - "arte". E ho proprio capito parlando con alcuni di loro che la loro produzione è di pezzi unici, ed è una forma di arte.
Ma qual è la differenza tra il fare arte e fare lavoro allora?
L'artigiano mi è apparso come il presentatore di un oggetto bello. Ho riconosciuto della magia nel suo lavoro. Il saper presentare un oggetto e per di più a quei livelli di bellezza è infatti un atto non da tutti.
Egli è un come un traduttore di una cosa effimera (come la bellezza) in una cosa concreta come un oggetto. Conosce il linguaggio giusto, fatto di molti elementi che solo lui sa tradurre.
Come avviene nel laboratorio di Liviana di Giusto, la tessitoria , dove mi racconta che ogni stola che fa, ogni intreccio che guida con il fuso e i pedali della macchina non può essere uguale all'altro, neanche se volesse. Ci sono elementi che risiedono nell' originalità delle combinazioni di colori e filati diversi che Liviana riconosce anche nel lavoro della sua giovanissima collega Elena Sanguankeo che porta un po' di oriente nelle sue lavorazioni.
Oppure elementi possibili grazie solo alle collaborazioni con un altro artigiano per le copertine di acciaio di Eva Seminara, della Legatoria Moderna, che nel suo laboratorio lavora i libri a mano, cucendo carta e altri materiali insieme per rendere unica ogni copertina. E ancora quando Eva progetta una copertina intagliata in legno per creare insieme ad un altro artigiano una copertina che dia ancora più importanza al contenuto del libro.
Osservando la tradizione delle sedonera, e l' artigianato Clautano, insieme a Rossanna che ha cominciato nella bottega del padre vedendo dal vivo la produzione, e che per fortuna continua ancora oggi.
Queste persone concretizzano un'opera che sta tra due mondi quello dell' arte e quello del lavoro. La differenza sta proprio in questa costante mediazione.Il cibo da non perdere alla Friuli Doc
Tra un assaggio e l'altro di prodotti locali, tipici o rivisitati secondo ricette personali, ho scoperto alcuni piatti da suggerire che non dovrete perdere una volta arrivati ad Udine.
Il frico, un mix di formaggio di varie stagionature, fuso sulla piastra e a volte ripieno di patate (lo vedete in copertina). Il radicchio di monte, un radicchio selvatico (protetto) di cui sono disponibili pochissime quantità ma che vi stupirà.
Le frittelle di mele della Carnia, la fila vale la pena farla. Nell'attesa, non perdetevi i distillati e le cioccolate, anche alla grappa stravecchia, di Adelia Di Fant. E se cercate un posticini raffinato e accogliente per una cena Doc, dirigetevi alla Hostaria Alla Tavernetta e lasciatevi consigliare dal proprietario: un vero appassionato e che promuove una cucina eccellente con tutti prodotti locali.Vi consiglio la guida Udine-Una Guida (editore Incentro) per percorsi suggeriti, di cui spero di avere il tempo di parlare prossimamente.
E il romanzo la Clautana di Carlo Sgorlon: per chi non le ha mai viste, le sedonera, donne della montagna friulana, anche chi non è mai stato in Friuli, le può vedere e rivivere in questo romanzo.
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