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Viaggio nel regno dei disonesti

Creato il 10 ottobre 2015 da Ambrogio Ponzi @lucecolore
Viaggio nel regno dei disonesti
Fenotipo politico
De Gasperi, in un discorso tenuto a Milano, il 23-4-1949, aveva detto: “Politica vuol dire realizzare.” Per me, lui ed Einaudi sono stati gli ultimi uomini politici onesti del Secondo Dopoguerra, preceduti solo da Cavour e Giolitti, pur tra i loro numerosi difetti. In seguito, la nostra politica si è allineata ad una frase di Napoleone III: “La politique n'as pas d'entrailles”. Lo diceva uno che aveva un palmo di pelo sullo stomaco e sul cuore.

Viaggio nel regno dei disonesti

Da Alcide De Gasperi a ....

Le lettere e i commenti correlati, sul comportamento dei nostri parlamentari, mi hanno spinto a formulare queste mie opinioni in merito. Premetto subito che io non amo la politica ed i politici, che io considero, in gran parte, solo dei lestofanti, tanto per usare un eufemismo. Non stimo le persone cronicamente insensibili e nemiche acerrime della verità, per una necessità, che pare funzionale alla loro mansione. La politica, come aveva coraggiosamente disvelato il Machiavelli, è avulsa costituzionalmente dall'etica, è il regno dei disonesti con il prossimo e con se stessi; per entrarvi con speranza di successo, è necessario lasciar da parte la cultura e la moralità e qualsiasi preparazione specifica per la carica ricoperta, se non quella di essere estremamente abili nello stornare l'attenzione dei cittadini-sudditi da ciò che li riguarda direttamente, ossia la cosa pubblica.  Le parole dei politici sono sempre vuote di contenuto, come loro stessi. Nel migliore dei casi, sono intercambiabili, valide per ogni spazio e tempo. Renzi vale Berlusconi e Verdini, Vendola Bersani e D'Alema, Salvini è pari ad Alfano, Boschi e Lorenzini raccontano frottole tanto quanto gli angioletti e le verginelle del M5S.
Nel corso della sua visita negli USA, nel 1960, Kruscev asserì: “Gli uomini politici sono uguali dappertutto. Promettono di costruire un ponte dove non c'è un fiume”. E Shakespeare: “A politician, one that would circumvent God”. L'impegno principale dei nostri politici è quello di saltare al volo sul carro del padrone del momento. Personalmente, non ho mai conosciuto un solo politico, anche solo a livello di consigliere o assessore comunale, che non fosse invischiato, nolente o volente, in compromessi vergognosi.

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.... a Matteo Salvini

Ed è anche perciò che evito accuratamente di unirmi alle discussioni che riempiono i vari blog, dove, pur con le migliori intenzioni di questo mondo, si azzuffano e si dilaniano autori e commentatori di lettere, bacchettando questo governante, incensandone un altro, auspicando la rovinosa caduto di Tizio o il trionfo luminoso di Caio. Quando mi trovo alla presenza di un politico, anche di cabotaggio e di calibro minimi, avverto sempre una sensazione di rigetto e di ripugnanza e cerco di tenermene lungi. So bene che non dice mai la verità, ma ripete slogans, triti e ritriti, confezionati dai soliti venerabili saggi del partito di appartenenza. Franco Bifani


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