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Viaggio nel tempo e censura cosmica

Creato il 29 agosto 2013 da Mcnab75

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Conoscete il Paradosso di Dummett?
Viene chiamato anche “Paradosso della conoscenza”. Ve lo spiego con un esempio pratico: 

Un critico d’arte torna nel passato per conoscere quello che diventerà il più famoso pittore del futuro. Ebbene, questo pittore quando incontra il critico dipinge quadri in verità molto mediocri, ben lontani dai capolavori che il futuro potrebbe conoscere. Ed ecco quindi che il critico d’arte gli mostra delle stampe dei futuri capolavori. Il pittore ne è talmente entusiasta che glieli sottrae e li va a ricopiare. Nel frattempo, il critico d’arte si deve reimbarcare nella macchina del tempo per tornare alla sua epoca e lascia quindi le copie nel passato.
La domanda è questa: considerando l’intera vicenda globalmente, da dove arriva, in definitiva, la conoscenza necessaria a creare i capolavori? Dal pittore o dal critico d’arte?

Questo paradosso viene ripreso in diversi film e libri. Cito per esempio, Ritorno al Futuro, dove Marty suona Johnny B.Goode in pubblico. Un membro della band, colpito dall’esibizione, fa sentire il pezzo a un suo parente, guarda caso Chuck Berry (autore proprio della canzone in questione).
Anche la saga di Terminator si basa su un’intrepretazione piuttosto fedele del paradosso in questione. Non a caso i terribili killer robotici al servizio di Skynet sono costruiti partendo da un microchip recuperato dalla carcassa di uno di essi, che ha viaggiato nel passato per compiere la celeberrima missione (uccidere Sarah Connor).
Citando Wikipedia, ecco un altro caso cinematografico celebre:

Lo stesso tipo di paradosso appare nel film Rotta verso la Terra della saga di Star Trek: l’equipaggio dell’Enterprise viaggia indietro nel tempo, fino alla San Francisco del 1986, e Scotty fornisce la formula dell’alluminio trasparente alla ditta che ne risulterà l’inventrice, creando così un paradosso di conoscenza.

La timeline di Terminator.

La timeline di Terminator.

Ovviamente esistono paradossi ben più noti legati al viaggio nel tempo, come quello detto “del nonno”, che fa appunto scervellare da sempre i fisici teorici.
Alcuni scienziati come i celebri Stephen Hawking e Roger Penrose ritengono che, qualora tentassimo in qualche modo di fare qualcosa in grado di mutare significativamente il passato, ad impedirlo interverrebbe una sorta di “censura cosmica”. Per evitare questa bizzarra ipotesi si può utilizzare una teoria quantistica nota come “teoria a molti mondi” che fu proposta nel 1956 da Hugh Everett III.

Questa teoria ci dice che ci sono tante copie del nostro mondo quante sono le possibili variazioni quantistiche delle particelle che lo compongono. Ne risulterebbe dunque un numero altissimo di mondi (o dimensioni) paralleli.
Per chiarirci le idee pensiamo ad un elettrone che ruota intorno ad un protone nell’atomo di idrogeno. Tale elettrone – secondo la meccanica quantistica – non ha un valore dell’energia ben determinato, ma si può solo dire che quella energia sarà contenuta in un certo set di valori con una certa distribuzione di probabilità: l’impredicibilità della natura a livello quantistico è una caratteristica intrinseca.
Ebbene, secondo la teoria a molti mondi, per ogni livello di energia dell’elettrone esiste un differente universo; lo stesso per tutte le altre particelle.
Quindi, nelle variazioni più evidenti, ci saranno mondi in cui il nonno si sposa con la nostra nonna e mondi in cui questo fatto non avviene più.

La timeline di Lost.

La timeline di Lost.

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